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Mps in assemblea per il Palio sull’aumento: Profumo mette in guardia, Confidustria scende in campo

Aumento ai voti. L’attesa assemblea senese è in agenda per domani, 27 dicembre, quorum assembleare permettendo (altrimenti si andrà alla seconda convocazione il 28 e poi alla terza il 30 dicembre). Il clima a Siena è rovente tanto che il sindaco della città Bruno Valentini ha parlato di “tifo da stadio” sul contrasto in atto fra Fondazione e Cda di Banca Mps. Il presidente Profumo, in una lettera di risposta della banca Mps ad alcuni quesiti della fondazione diffusa il 24 dicembre (e inviata anche a Consob e Banca d’Italia), ha confermato che ”la proposta della Fondazione Mps sull’aumento di capitale” la quale prevede il rinvio dell’operazione a non prima di maggio ”verrà sottoposta all’approvazione dell’assemblea dei soci”.

Ma ha anche messo in guardia sui “gravi rischi cui la banca sarebbe esposta nel caso in cui l’aumento di capitale (da 3 mld euro ndr) fosse posticipato come auspicato dalla Fondazione”, precisando che  ”ciascun membro” del cda potrebbe assumere determinazioni di “natura personale” in caso di mancata approvazione della delibera di aumento.

In altre parole, Profumo conferma la possibilità che i vertici lascino la guida della banca in caso di aumento posticipato a dopo il 12 maggio (a fine gennaio tra l’altro scade il consorzio di garanzia per l’aumento). D’altra parte un voto a favore della proposta della Fondazione  sconfesserebbe di fatto la guida Profumo-Viola. Ma le dimissioni aprirebbero comunque una situazione di forte incertezza con un piano di ristrutturazione messo a punto dai vertici e appena approvato dalla Commissione Europea che deve essere portato a termine senza indugio (insieme all’aumento da completare entro dicembre 2014).

Un braccio di ferro di difficile soluzione. Tant’è che con una nota ufficiale a ridosso del Natale è scesa in campo anche la Confindustria Siena chiedendo agli azionisti di Mps di rinviare di alcune  settimane l’assemblea “per favorire una soluzione alla crisi”. Non solo. Confindustria Siena a invocato esplicitamente l’aiuto della Cassa Depositi e Prestiti. “Dinanzi alle gravi difficoltà che attanagliano il Monte dei Paschi – ha scritto – riterremmo più consono che la Cassa depositi e prestiti, attraverso il proprio fondo, investisse in un asset strategico del paese, per l’appunto la terza banca italiana, piuttosto che rincorrere aziende del lusso o di atri settori comunque non strategici”.

L’associazione degli industriali ha espresso “tutta la propria perplessità per il silenzio del Governo, delle forze politiche e della stessa Banca d’Italia per quanto potrà avvenire nei prossimi giorni per il futuro destino del Monte”.  Dal canto suo Antonella Mansi alla guida della Fondazione ha bisogno di più tempo per risolvere il rebus dei debiti di Palazzo Sansedoni e non sembra che una soluzione sia a portata di mano. Nei giorni scorsi il mercato aveva dato credito, nonostante le smentite, a un possibile imminente accordo tra la Fondazione e un pool di investitori e fondazioni per la cessione di un pacchetto del 20% di azioni del Mps. In soccorso della fondazione senese erano pronte, secondo le indiscrezioni, Cariplo, Cariverona e Compagnia Sanpaolo, che ha smentito un coinvolgimento.

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