Altre quattro morti nei cantieri edili: qualche giorno fa, tre a Napoli e una a Brescia. In questo Paese ogni sei ore il lavoro uccide un operaio, soprattutto nei settori dell’edilizia, dell’agricoltura, della manifattura e della logistica.
Le statistiche sugli infortuni sul lavoro sono incomplete poiché non possono tener conto di due categorie di lavoratori, i precari e i lavoratori in nero. Questi ultimi, secondo una stima dell’Istat, raggiungono ben tre milioni di persone. Quando questi incappano in un infortunio ricorrono al Pronto soccorso evitando di far conoscere le circostanze per non danneggiare il datore di lavoro. Infortuni crescenti con forte omertà, piaghe del nostro sistema produttivo.
Disastri pubblici e processi interminabili
Oltre a questi incidenti che colpiscono i lavoratori, si verificano numerosi casi di disastri importanti, derivanti prevalentemente da mezzi pubblici; disastri che suscitano una particolare attenzione da parte della pubblica opinione, alimentata altresì dalla stampa e dai mezzi di comunicazione, che seguono poi le cause penali con processi che tirano per le lunghe. Basta pensare al ponte Morandi, il cui processo è ancora in corso dopo ben sette anni, al pullman ad Avellino, che ha sfondato le barriere di sicurezza del viadotto, precipitando e uccidendo 40 persone. E pensare che l’appello si era chiuso da poco tempo quando il disastro era avvenuto nel lontano 2013. Situazione analoga per il disastro del treno a Viareggio e così via.
Controllo carente: il nodo strutturale del sistema
Per entrambe le fattispecie ha importanza il controllo. Il controllo, una parola che è purtroppo usata spesso quando nascono incidenti e disastri. Il controllo tanto invocato non è sempre praticato correttamente, poiché spesso comporta il sostenimento di costi. Dalle opere pubbliche che collassano per mancato controllo e quindi per manutenzioni bellamente ignorate, alle imprese che vivono alla giornata, senza piani e programmi, e ai conti pubblici talvolta fuori controllo.
Il caso Superbonus: un’occasione mal gestita
Prendiamo in esame il Superbonus, era un buon intervento. Si usciva dalla Pandemia, occorreva dare una scossa al sistema Paese. Si introduceva una agevolazione, che consentiva una detrazione del 110% sulle spese relative a specifici lavori antisismici e di “efficientamento” energetico. Vi era anche la possibilità di optare, in luogo della fruizione diretta della detrazione, dello sconto in fattura o, in alternativa, della cessione del credito. La cedibilità del credito “non aveva limiti e poteva andare avanti all’infinito”. Un meccanismo pericoloso in cui si sono innestate anche le truffe. Dalla fine del 2021 è partita una sequenza di modifiche che solo in seguito sono riuscite a bloccare la situazione.
Controlli: prima, durante e dopo
Un controllo antecedente avrebbe dovuto essere svolto ovvero la messa a punto di un piano che definisse quanto lo Stato avrebbe dovuto impegnare, ponendo limiti e modalità stringenti da attuare. Il controllo concomitante è una procedura attuata durante lo svolgimento delle operazioni, allo scopo di monitorare l’andamento della gestione e di garantire, entro i limiti del possibile, il rispetto degli obiettivi che erano stati fissati in fase di costruzione dei piani. È l’epoca degli aggiustamenti al piano in base alla realizzazione in atto.
La lezione di Pietro Marzotto
Significative sono le parole di un grande imprenditore, Pietro Marzotto, oggi scomparso. Notevole importanza per la sua azione riservava al “controllo di gestione”. “Misure economiche e finanziarie, misure quantitative in genere, relative alle tecnologie, al mercato, ai prodotti, necessarie tutte per effettuare confronti, analisi, per impadronirsi, in altri termini, dei fenomeni aziendali, per capirne la natura, per evitare che i ragionamenti aziendali fossero fondati sul vuoto, sulle pure opinioni”.
Il “controllo di gestione” come mezzo per soddisfare un evidente bisogno di concretezza e di vicinanza ai problemi.
Tecnica, manutenzione e formazione: leve per la sicurezza
Quanto indicato vale anche per qualsiasi attività economica che comporta investimento di risorse finanziarie. Due controlli sono fondamentali. Certamente guardare avanti è indispensabile per intervenire sull’azienda al fine di ridurre i rischi. Occorre poi passare dalla dimensione economica agli elementi tecnici presenti nella struttura dell’azienda. Sono quelli (macchinari, impianti, attrezzeria ecc.) che se non correttamente manutenuti, in relazione alla loro effettiva durata e alla corretta formazione del personale, sono forieri di tanti incidenti sul lavoro e sui cittadini che utilizzano mezzi di trasporto.