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Miracolo Mihajlovic: in panchina col Bologna 50 giorni dopo la leucemia

FC Bologna

Che Sinisa Mihajlovic fosse un guerriero lo si è sempre saputo e ieri lo ha ricordato con un tweet anche la moglie Arianna. Ma che, alla prima di campionato, avesse la forza di lasciare l’Ospedale Sant’Orsola del capoluogo emiliano e di presentarsi sulla panchina del suo Bologna allo stadio Bentegodi di Verona dopo soli 50 giorni dalla scoperta della leucemia e malgrado la chemio in corso non se lo immaginava nessuno.

Quando, a sorpresa, Sinisa si è presentato allo stadio di Verona, visibilmente smagrito, con un vistoso cerotto sul collo, un capellino in testa a nascondere i capelli perduti, una mascherina sulla bocca di cui s’è liberato in fretta, non ci credeva nessuno, ma un guerriero è un guerriero. E lui l’aveva detto fin dal primo momento: “Rispetto la malattia ma non ho paura e l’affronterò a modo mio“.

E’ inutile dire che i medici erano perplessi sul suo ritorno in panchina, ma ha deciso lui e che sia testardo lo si sa da sempre. Perfino i giocatori del Bologna erano increduli, come ha rivelato capitan Poli. E il Verona ha fatto di tutto per mettere Sinisa a suo agio, apprestandogli un’apposita stanza sterilizzata dello spogliatoio. Dalla panchina ha seguito la partita per tutta la sua durata e spesso si è alzato in piedi per incitare i suoi: come nei giorni migliori.

Il tempo dirà se Mihajlovic riuscirà a battere anche la leucemia, come tutto il mondo gli augura, ma quello di ieri non è stato un colpo di testa ma il suo modo di combattere per la vita. Con una forza d’animo impressionante. Forza Sinisa, siamo tutti con te.

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