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Milano, HangarBicocca e João Maria Gusmão dal 12 giugno

La retrospettiva (12 giugno – 26 ottobre 2014) è composta da trentanove opere che costruiscono nel loro insieme un caleidoscopio di immagini, una narrazione “poetico-filosofica”, come viene definita dagli artisti stessi che indagano i frammenti più imperscrutabili della realtà e danno vita a un immaginario verosimile fatto di apparenze a volte documentali, a volte parascientifiche.

La mostra propone trentasei film, di cui dieci nuove produzioni, e tre installazioni chiamate Camera Obscura, di cui una inedita, oltre  un piccolo cinema. Le opere realizzate appositamente per HangarBicocca testimoniano il grande sforzo produttivo che l’istituzione milanese sta portando avanti a favore dell’arte contemporanea.

Il progetto espositivo si offre al pubblico come un’unica grande installazione che accoglie la produzione filmica degli artisti, composta da lavori realizzati tra il 2004 e il 2014, proposti per temi e concetti alla base della loro ricerca. Lo spettatore è inoltre invitato a muoversi liberamente nello spazio, per una fruizione dinamica e per trovare punti di vista sempre differenti, poiché la percezione cambia col variare della prospettiva scelta.

I film proiettati nello spazio espositivo, muti e in pellicola 16mm, sono in maggioranza in slow motion, film brevi in cui il rumore meccanico del dispositivo filmico diventa l’unico sottofondo sonoro. Tra questi, il film Eye Eclipse (2007), esposto alla mostra Abissologia (Cordoaria Nacional / Galeria ZDB, Lisbona, 2008) ispirato alle similitudini tra l’occhio, l’uovo e la luna e due film realizzati dagli artisti per rappresentare il Portogallo alla 53ª Esposizione La Biennale di Venezia nel 2009: The Soup (2009), in cui un gruppo di scimmie si nutre afferrando delle patate da un’improbabile pentola ricolma di acqua bollente e 3 Suns (2009) che prende spunto da uno dei primi esperimenti ottici di Isaac Newton sugli studi dell’impressione delle immagini sulla retina.

Della mostra fanno parte inoltre tre installazioni strutturate come una camera oscura, ambienti per la proiezione di immagini in movimento, testimonianza delle ricerche e dell’interesse degli artisti intorno alle origini del cinema e alle dinamiche della percezione: Motion of Astronomical Bodies (2010), Camera Inside Camera (2010) e Before Falling Asleep, a pre-cortical image inside a moving train (2014).

Tra le nuove produzioni create ad hoc per HangarBicocca, c’è un piccolo cinema in cui viene presentato il nuovo film Papagaio (2014), che dà anche il titolo alla mostra, girato nell’arcipelago di São Tomé e Princípe, ex colonia portoghese nel Golfo di Guinea. Il film, che supera i 40 minuti (una novità nella produzione degli artisti che fino a oggi avevano realizzato solo film brevi), è girato durante una cerimonia animista che ricorda le pratiche voodoo in uso presso le tribù della costa dell’Africa occidentale. L’evento, filmato nella sua interezza e in parte anche dagli stessi protagonisti, comprende danze e banchetti e culmina in un stato di trance collettiva in cui, secondo la credenza animista, i corpi vengono posseduti dagli spiriti dei morti.  Il film testimonia di un lungo lavoro di ricerca che gli artisti portano avanti sulle ex-colonie portoghesi, territori adatti alla comprensione e al confronto con esperienze e immagini non ancora inserite nei codici di rappresentazione e comportamento tipici della cultura occidentale. Nei lavori degli artisti, non ci sono esplicite interpretazioni moraliste, ma proprio la rappresentazione dei contesti ancora vergini rende evidente la violenza simbolica del colonialismo.

In generale, le produzioni di João Maria Gusmão e Pedro Paiva hanno un forte legame con il cinema delle origini e i film sperimentali anni Sessanta e Settanta, con le ricerche dei meccanismi della visione legati agli studi di ottica e percezione e con i processi di ricezione ed elaborazione celebrali delle immagini. Nei loro film è possibile riscontrare l’influsso delle tradizioni alla base della nascita del cinema: da un lato la tradizione “documentaristica” dei fratelli Lumière, Auguste Marie Louis Nicolas (1862 – 1954) e Louis Jean (1864 – 1948), la cui produzione è strettamente legata alla ripresa del quotidiano e della realtà senza alcuna interpretazione dell’evento filmato; dall’altra, e in maniera predominante, la tradizione “magica” attribuita a Georges Méliès (1861 – 1938), universalmente riconosciuto come il “padre” degli effetti speciali, al quale si riconduce l’invenzione del cinema fantastico e fantascientifico.

Come un cinema composto unicamente da luce e oggetti, con le installazioni chiamate Camera Obscura, gli artisti creano invece, senza l’uso della pellicola, delle immagini in movimento originate all’interno di ambienti chiusi e bui, non accessibili allo spettatore. Con questi dispositivi, essi ricreano il principio retinale della visione, rivelando il meccanismo con cui le immagini si imprimono al contrario: sulla retina prima di essere “rielaborate” dal cervello umano.

João Maria Gusmão e Pedro Paiva si servono di un complesso universo di riferimenti culturali che sono fondamento della loro opera, spaziando dalla filosofia alla letteratura, dalle scienze naturali alla fisica. Tra gli autori di riferimento considerano il filosofo Henri Bergson e Friedrich Nietzsche, il poeta Fernando Pessoa e gli scrittori Victor Hugo, Jorge Luis Borges e René Daumal. Un ruolo rilevante riveste inoltre la figura di Alfred Jarry (1873-1907), scrittore, drammaturgo e poeta francese, ideatore della “patafisica”, definita come «la scienza delle soluzioni immaginarie» nel libro Gesta e opinioni del dottor Faustroll (1898). In questo romanzo Alfred Jarry espone i principi e i fini della patafisica definendola come una scienza per la quale non esistono verità assolute ma solo relative e sempre mutevoli, nella quale tutti i principi assodati possono essere affermati e contraddetti, in nome dell’assoluta libertà creativa dell’artista.

Il titolo della mostra: Papagaio

Il titolo, in lingua portoghese, Papagaio è un rimando a una delle tematiche più importanti della mostra: la glossolalia, che indica il “parlare in altre lingue”, e più precisamente contraddistingue quei fenomeni, spesso ricondotti a riti religiosi, in cui vengono pronunciate parole di un linguaggio sconosciuto, o semplici vocalizzi e sillabe senza senso. Il pappagallo (che compare in uno dei nuovi lavori) viene ripreso a velocità estremamente rallentata mentre pronuncia parole incomprensibili e assurge a metafora dell’impossibile tentativo dell’uomo di proiettare la propria immagine sugli animali.

Gli artisti

João Maria Gusmão (Lisbona 1979) e Pedro Paiva (Lisbona 1977) lavorano insieme producendo film, opere scultoree, fotografie, installazioni e antologie di testi. I due si incontrano in ambito accademico durante il terzo anno del corso di pittura alla University of Lisbon. La loro collaborazione ha inizio nel 2001 con la mostra InMemory alla Galleria Zé dos Bois di Lisbona, istituzione con la quale ancora oggi collaborano. Le opere di Gusmão e Paiva si sono sviluppate, nel corso degli anni, attraverso tre filoni accomunati da macro tematiche denominate dagli artisti stessi DeParamnésia, Eflúvio Magnético e Abissologia.

Accanto al loro lavoro di artisti visivi, hanno pubblicato la rivista filosofica Eflúvio Magnético. Molte importanti istituzioni Le Plateau a Parigi e la Kunsthalle Düsseldorf (2011) hanno dedicato loro mostre personali. Hanno partecipato a eventi internazionali e mostre come la Biennale di Gwangju (2010), Manifesta (2008) e la Biennale di San Paolo (2006). Hanno inoltre rappresentato il Portogallo alla Biennale di Venezia nel 2009, presso cui sono stati invitati anche nel 2013 nella mostra principale.

Il programma espositivo di Pirelli HangarBicocca

L’esposizione Papagaio di João Maria Gusmão e Pedro Paiva si colloca all’interno del programma di mostre firmato da Vicente Todolí insieme ad Andrea Lissoni. Il progetto espositivo è presentato in concomitanza con la mostra personale di Cildo Meireles allestita fino al 20 luglio 2014 e di Joan Jonas (dal 25 settembre 2014). Il calendario di Pirelli HangarBicocca proseguirà con le mostre di Céline Condorelli (dicembre 2014), Juan Muñoz (marzo 2015), Damián Ortega (aprile 2015) e Philippe Parreno (settembre 2016).

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Pirelli HangarBicocca

HangarBicocca, lo spazio per l’arte contemporanea di Pirelli, è il naturale proseguimento di una lunga tradizione di attenzione verso la cultura, la ricerca e l’innovazione che accompagna l’azienda fin dalla sua fondazione avvenuta oltre 140 anni fa. Grazie all’impegno di Pirelli, HangarBicocca rende accessibile al pubblico una programmazione di alto livello e una serie di attività per ragazzi e famiglie, ed è diventato ormai un punto di riferimento per la Grande Milano e per il pubblico internazionale.

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