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Milan festeggia, Roma piange, Inter in cerca di riscatto

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Il Milan si rialza, la Roma piange. Il big match di San Siro finisce con la vittoria dei rossoneri in pieno recupero, un 2-1 firmato Cutrone che fa impazzire Gattuso e mette in ginocchio Di Francesco. Tre punti che valgono oro per il Milan, capace dunque di riscattare il ko di Napoli e dare un segnale forte e chiaro a tutto il campionato, in casa Roma invece è il momento di interrogarsi su cosa non stia funzionando, tanto più dopo un mercato strano, nel quale le cessioni hanno avuto la meglio sugli acquisti. Partita pazza quella di San Siro, segnata da 3 gol ufficiali e da due annullati dal Var, a dimostrazione di come questo strumento faccia ormai parte del gioco in tutto e per tutto. Senza sarebbe stato convalidato quello di Higuain (fuorigioco di un piede), ma anche quello di Nzonzi (tocco col braccio): un altro match rispetto a quello visto a San Siro insomma, nel quale ha finito per vincere la squadra che ci ha creduto di più. I rossoneri hanno dominato il primo tempo, tanto che la rete di Kessie (40’) è stato solo il logico sviluppo di un predominio tecnico-tattico di Gattuso su Di Francesco, poi però, come accaduto anche a Napoli, il Milan ha finito per perdere la bussola col passare dei minuti e la Roma, fin lì quasi inesistente, ne ha approfittato. Il pareggio di Fazio (59’) sembrava poter cambiare l’inerzia del match, poi però, Var a parte, il copione s’è stabilizzato e in pochi pensavano che il finale potesse regalare qualche tipo d’emozione. Evidentemente non avevano fatto i conti con Cutrone, uno che ha il gol nel sangue e non si fa scappare nessun tipo d’occasione. E così, a 30 secondi dalla fine, ecco l’assist di un illuminato Higuain a mandarlo solo davanti a Olsen, per un 2-1 comodo comodo che faceva impazzire Gattuso e con lui tutto San Siro. “Piano a parlare di svolta, abbiamo giocato solo due partite – ha minimizzato il tecnico rossonero. – Abbiamo giocato ancora meglio che a Napoli, poi però ci sono anche gli avversari. Del resto l’asticella si è alzata ma noi dobbiamo ancora diventare squadra, su questo non c’è dubbio”. Più amaro Di Francesco, costretto a fare i conti con una sconfitta che gli farà passare una sosta decisamente sgradevole. “Abbiamo regalato un tempo, peccato per il gol subito nel finale – le sue parole. – Avrei voluto più sicurezza rispetto all’Atalanta, invece negli ultimi minuti ci è mancata lucidità”. 

Oggi invece toccherà all’Inter, chiamata a ottenere la prima vittoria di questo campionato sul campo del Bologna (ore 18). Inutile dire che al Dall’Ara non saranno ammessi errori, pena passare una pessima sosta con tutti i guai del caso. In pochi pensavano che i nerazzurri potessero arrivare alla terza giornata con un solo punto in classifica, invece Sassuolo e Torino hanno mostrato alcuni limiti caratteriali prima ancora che tecnici su cui Spalletti dovrà intervenire il prima possibile. “Qualche problema post Mondiale me lo aspettavo – la replica del tecnico nerazzurro. – Una fase di rodaggio è sempre necessaria, dopodiché ho visto alcune leggerezze e sono andato a richiamarle. E’ un po’ come andare in bicicletta, prima bisogna imparare a pedalare: se uno pensa alle critiche e consuma le energie in quel modo sbaglia”. Di nuovo la metafora ciclistica, seppur diversa rispetto a quella pre-Sassuolo. Allora Spalletti la usò per caricare l’ambiente (“mi hanno dato la bici, ora devo pedalare”), ora invece somiglia più a una richiesta di tempo che però, nel calcio in generale e all’Inter in particolare, rischia di restare inascoltata. Urge una vittoria, a cominciare da Bologna. I nerazzurri ci proveranno confermando il 3-4-2-1 già visto col Torino con una grande novità: Nainggolan, fermato sin qui da un infortunio, è pronto a debuttare dal primo minuto. Spalletti lo schiererà accanto a Perisic dietro all’unica punta Icardi, per il resto Handanovic in porta, D’Ambrosio, De Vrij e Skriniar in difesa, Vrsaljko, Vecino, Brozovic e Asamoah a centrocampo. “Loro sono superiori ma noi ci siamo preparati bene e siamo pronti a dire la nostra”. L’arringa di Inzaghi fa capire come il tecnico non abbia affatto dimenticato i tempi del Milan e viva questa gara come un derby. La voglia di sgambettare l’Inter è tanta, così come quella di provare a vincere la prima partita di questo campionato. I rossoblu ci proveranno affidandosi a un 3-5-2 con Skorupski tra i pali, Gonzalez, Danilo ed Helander nel reparto arretrato, Mattiello, Poli, Pulgar, Dzemaili e Dijks in mediana alle spalle della coppia offensiva Falcinelli-Destro. 

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