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Milan e Juve ringraziano il Toro che ferma l’Inter (1-1), ma il Napoli espugna Verona e resta in corsa

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Torino-Inter 1-1, ora comanda il Milan. Da ieri sera il campionato ha una nuova capolista e gli asterischi relativi alle partite da recuperare non contano più: con il pareggio dell’Olimpico, infatti, i punti di vantaggio dei rossoneri sui nerazzurri diventano 4, ragion per cui se anche Inzaghi vincesse la famosa sfida di Bologna (peraltro ancora senza una data) resterebbe comunque dietro. Il risultato di Torino fa felice Pioli, ma non solo: oltre a lui sorridono Spalletti e Allegri, il primo a tutti gli effetti rientrato in corsa, il secondo pronto a farlo se, dopo la sosta delle Nazionali, riuscirà a battere l’Inter nello scontro diretto dello Stadium, tanto più che con le mancate vittorie di Atalanta (0-0 col Genoa) e Roma (1-1 a Udine) può considerare il quarto posto sempre più sicuro.

Torino-Inter 1-1, l’analisi della partita

Partita complicata quella dei nerazzurri, grazie a un Torino rinvigorito nel fisico e nel morale, ma anche per colpe proprie. Fin dall’inizio si è visto che la gamba era in difetto e che le idee, alla luce dell’assenza di Brozovic, erano poche e confuse. Per tutto il primo tempo i granata hanno dominato e se si è concluso solo 1-0 (gol di Bremer al 12’) lo si deve principalmente a una decisione scellerata di Guida e del Var Massa, del tutto inadeguati nel non concedere un rigore sacrosanto per un fallo di Ranocchia su Belotti. Il possibile 2-0 non avrebbe chiuso la partita, ma di certo poteva indirizzarla in modo molto più netto: i nerazzurri hanno ringraziato e ripreso il match con un atteggiamento diverso, seppur solo in parte.

Già, perché al di là di qualche occasione (Dimarco murato da Berisha e Dzeko sprecone, due volte, di testa), la squadra di Inzaghi ha continuato a faticare sotto il profilo dell’intensità e delle distanze, lasciando più volte al Toro la possibilità di colpire. Brekalo ha avuto due grandi possibilità per raddoppiare, così come Izzo e Pobega, ma i granata non sono riusciti a segnare e l’Inter, in un modo o nell’altro, è rimasta viva. In pieno recupero ecco il gol di Sanchez a fissare l’1-1 (93’), risultato che lascia l’amaro in bocca sia a Juric (alla vigilia, probabilmente, avrebbe firmato, ma farsi rimontare a 2’ dalla fine fa sempre male) che Inzaghi, costretto ora a fare i conti sul Milan e non più solo su sé stesso.

Torino-Inter, le parole di Inzaghi e dei granata

“Nel primo tempo il Toro ha fatto meglio come aggressività, anche se Berisha ha fatto due interventi strepitosi, ma a inizio secondo tempo siamo entrati in campo con un altro piglio, meritavamo il pari prima e se lo avessimo fatto prima avremmo potuto anche vincere – l’analisi di Inzaghi – Abbiamo qualche attenuante, ma non sono contento dell’approccio, per vincere lo scudetto dobbiamo entrare in campo con un altro atteggiamento. Il rigore? Vedo che Ranocchia colpisce prima il piede e poi la palla, l’arbitro era lì e ha valutato. Noi abbiamo già pagato a caro prezzo, io l’ho pagata con l’espulsione con la Juve e la squalifica nel derby. Le valutazioni fatele voi che siete più bravi…”.

Punto di vista opposto in casa Toro, dove ha preso la parola il ds Vagnati per mostrare tutto il suo disappunto sulla scelta di Guida e Massa. “È la prima volta che dopo una gara ci presentiamo a parlare come società, abbiamo grande rispetto per chi deve prendere certe decisioni, però qui è successa una cosa assurda – ha tuonato il direttore granata – Come si fa a non dare un rigore del genere? Ci sono due errori, prima sbaglia Guida in campo e poi il Var. Questo è rigore prima del Var e dopo il Var, errore clamoroso!”.

Verona-Napoli 1-2, l’analisi della partita

Vittoria importantissima invece per il Napoli, che dopo la sconfitta contro il Milan è uscito con 3 punti di platino dalla difficile trasferta di Verona. Il Bentegodi si presentava come un campo ostico che avrebbe potuto spegnere i sogni di gloria azzurri; invece, la squadra di Spalletti è riuscita a venirne a capo grazie a una prova di carattere, nobilitata poi dalle giocate dei singoli. Su tutti Osimhen, protagonista assoluto con la doppietta (uno di testa, l’altro di piede sottoporta) che ha mandato il Napoli sullo 0-2, prima che Faraoni riaprisse il match con la zuccata del definitivo 1-2.

Proprio nel momento in cui l’Hellas sembrava poter infiammare il finale è rimasto in 10, perdendo Ceccherini per doppia ammonizione (nel finale poi è stato espulso anche Faraoni). Un applauso però lo merita anche Spalletti, arguto nell’abbandonare il 4-2-3-1 annunciato alla vigilia in virtù di un 4-3-3 più compatto ed equilibrato: a pagare sono stati Insigne e Zielinski, lasciati fuori per far spazio ad Anguissa e Politano. La mossa ha funzionato, perché il Napoli ha tenuto botta al Verona dal punto di vista atletico, finendo così per far emergere il suo maggior tasso tecnico.

Verona-Napoli 1-2, le parole di Spalletti

“Abbiamo fatto una buona partita, giocando con attenzione e sacrificio, tirando fuori anche quel carattere e quella forza nei contrasti che a volte ci erano mancati – il pensiero di Spalletti – Se riusciamo a mantenere questo livello possiamo ancora inserirci nella corsa al titolo, ora dobbiamo essere noi stessi sempre, giocando con attenzione, forza, continuità e metterci anche qualcosa in più di quello che sarebbe per noi naturale: abbiamo ancora possibilità importanti”.

Atalanta-Genoa 0-0, Udinese-Roma 1-1, Lazio-Venezia ore 20.45 su Dazn e Sky Sport

A completare i risultati del fine settimana, in attesa del posticipo odierno tra Lazio e Venezia, i pareggi di Atalanta e Roma, incapaci di tenere il passo della Juventus e, molto probabilmente, prossime ad alzare bandiera bianca in ottica Champions. Gasperini e Mourinho, infatti, non sono riusciti ad avere la meglio su Genoa e Udinese, anzi i giallorossi hanno sfangato il pari solo con un rigore in pieno recupero di Pellegrini (94’), che ha cancellato il vantaggio friulano di Molina (15’). I bergamaschi invece non hanno proprio segnato, sbattendo sul solito muro costruito da Blessin, vero e proprio specialista dei pareggi (7 su 7 da quando è arrivato a Genova), in particolare degli 0-0 (5, di cui 3 consecutivi).

Questa sera, dunque, la Lazio di Sarri ha una grande occasione, perché in caso di vittoria sul Venezia scavalcherebbe sia la Roma che l’Atalanta, portandosi così al quinto posto in solitaria, seppur con una gara in più rispetto ai nerazzurri e alla Fiorentina, vittoriosa sul Bologna (1-0, gol di Torreira) nel derby dell’Appennino, il tutto a una settimana da un derby che può decidere gran parte della stagione capitolina.

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