Bisogna dare atto alla premier Giorgia Meloni di aver scelto il posizionamento giusto dell’Italia nel dopo Anchorage: malgrado l’eccessiva e ingiustificata apertura di credito verso il Presidente americano, Donald Trump, uscito sconfitto dal vertice con Putin, la Meloni si è subito agganciata ai Paesi europei cosiddetti volenterosi e ha avanzato una proposta che merita di essere sostenuta. La premier ha saggiamente proposto le garanzie di sicurezza Nato anche per i Paesi come l’Ucraina che non ne fanno parte, qualora venissimo aggrediti, come due anni fa la Russia ha fatto invadendo l’Ucraina.
Non altrettanrto saggia è la linea che Meloni sta seguendo sui No Vax e il suo dissenso sulla decisione, ancorchè tardiva, del ministro della salute, Orazio Schillaci, di far saltare la Commissione ministeriale per le poliiche vaccinali allo scopo di allontanare due medici No Vax. Meloni ha polemicamente osservato che la decisione non è stata concordata in sede di governo e che è bene dialogare con tutti. Giusto il dialogo ma non con chi nega l’evidenza scientifica e può mettere in pericolo la salute di tutti. Ci devono essere dei demoni complottisti nel retropensiero della destra e della stessa Meloni. Ma così non va.
Come classificare allora la premier nella rubrica Up and Down? Sull’Ucraina s’è comportata da statista e merita l’Up ma sui No Vax ha parlato da donna di partito, pronta a calpestare la scienza per raccattare qualche voto: meglio la prima versione.