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Mediobanca, Generali, Mps, Unicredit: il grande risiko bancario in sette tappe e forse qualcuna in più

Pixabay

Si parte già oggi, con la conference call del Ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, che potrebbe dare qualche indizio sul possibile ingresso della prima banca italiana nel risiko bancario ora che la quota di Mediobanca in Generali è sul mercato nell’ambito dell’offerta su Banca Generali. E si finirà ad ottobre, con l’assemblea di Piazzetta Cuccia che potrebbe rappresentare “la tappa conclusiva” di un’estate incandescente in cui le diverse offerte in pista potrebbero raggiungere il traguardo o fermarsi ai box. Nel mezzo diverse tappe intermedie – ma decisive – che poco hanno a che fare con il Giro d’Italia di ciclismo che prenderà il via il 9 maggio, ma che potrebbero essere paragonate a quelle faticosissime scalate in cui Marco Pantani dava il meglio di sé. 

Risiko bancario: oggi occhi su Intesa Sanpaolo

Gli occhi della finanza italiana saranno puntati oggi su Milano, dove l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, terrà alle 15.00 una conference call sui conti del primo trimestre. L’attenzione sarà focalizzata proprio sulle parole del manager che, pungolato da giornalisti e analisti, potrebbe fornire qualche indicazione sulle future mosse di Intesa, fino ad oggi rimasta volontariamente fuori dal risiko bancario. “Non abbiamo alcuna intenzione di partecipare a fusioni in Italia”, ha ribadito più volte Messina. Ma l’offerta di Mediobanca su Banca Generali potrebbe aver sconvolto i piani del Ceo. La domanda che tutti si pongono è una sola: ora che Mediobanca ha messo sul mercato la sua quota in Generali, davvero Intesa Sanpaolo resterà a guardare? La risposta potrebbe dipendere dalle intenzioni di Unicredit, che ha già in mano il 6,7% del Leone e che potrebbe decidere di crescere ancora e/o di stipulare accordi chiave per la gestione degli asset assicurativi. Ed è proprio in quel frangente che Ca’ de Sass potrebbe scegliere di fare la sua mossa, Antitrust permettendo (la banca è vicina ai tetti imposti dall’Autorità in molti settori). 

Tre tappe in una sola settimana: da Unicredit a Generali, pioggia di Cda 

E a proposito di Unicredit: lunedì 12 maggio, anche la banca guidata da Andrea Orcel alzerà il velo sui conti del primo trimestre 2025, ma secondo alcune indiscrezioni, il cda che si riunirà il giorno precedente potrebbe anche decidere il destino della travagliata offerta su Banco Bpm partita la scorsa settimana, optando per un possibile passo indietro prima del termine fissato per il 23 giugno. Le adesioni all’ops per il momento sono minime, ma non tanto è questo a preoccupare i vertici di Piazza Gae Aulenti, quanto i durissimi paletti imposti dal Governo nell’ambito della procedura del Golden power. E checché ne dica il ministro dell’Economia Giorgetti, che ieri a chi gli chiedeva se il governo sarebbe soddisfatto di un eventuale stop da parte di Unicredit ha risposto “No, fanno quello che vogliono”, l’entrata a gamba tesa dell’Esecutivo in quella che avrebbe dovuto essere un’operazione di mercato e che si è invece trasformata in un perfetto esempio di dirigismo politico, potrebbe rappresentare il de profundis su un’ops che sin da subito è stata mal vista da Palazzo Chigi, poiché considerata un ostacolo a quel terzo polo su cui il governo spinge da sempre e che in passato dava a Banco Bpm un ruolo da protagonista, oggi ricoperto da Mps-Mediobanca.

Ma gli appuntamenti dei prossimi sette giorni non finiscono qui. In mezzo ci sono altre due tappe da segnare in rosso sul calendario. Mercoledì 7 maggio, vale a dire domani, toccherà a Banco Bpm svelare i propri conti, con l’ad Giuseppe Castagna che con ogni probabilità in call ribadirà per l’ennesima volta tutta la sua contrarietà all’offerta di Unicredit, dopo le dure accuse rivolte a Piazza Gae Aulenti nel corso dell’assemblea del 30 aprile. Nelle stesse ore, anche Generali riunirà il board per nominare i comitati endoconsiliari, ma anche per discutere sull’operazione di Mediobanca su Banca Generali, di cui il Leone controlla il 50,1%.

Il giorno successivo, giovedì 8 maggio, saranno invece Monte dei Paschi, Mediobanca e Banca Generali a pubblicare i conti dei tre mesi conclusi il 31 marzo. 

16 giugno: Mediobanca vota l’ops su Banca Generali

Chiusa la stagione dei cda, si passerà a quella dei dividendi che culminerà il 22 maggio con la distribuzione di generose cedole da parte di quasi tutte le banche. Si arriva così a giugno, un mese decisivo per il risiko bancario italiano. Il 16 giugno, in particolare, l’assemblea di Mediobanca si riunirà per approvare l’offerta pubblica di scambio su Banca Generali annunciata lo scorso 28 aprile. Un’operazione che ha già ricevuto numerosi apprezzamenti, l’ultimo dei quali dall’Ad di Banca Mediolanum Massimo Doris, che mira a costruire un campione del wealth management, ma anche a difendere Mediobanca dall’assalto di Mps, sottraendo a Delfin e Caltagirone (azionisti sia del Monte dei Paschi e che del Leone), il loro principale oggetto del desiderio: le Generali, da cui in caso di buona riuscita dell’ops, la banca guidata da Alberto Nagel uscirebbe definitivamente. Per Mps non dovrebbe invece esserci alcun problema, dato che, secondo l’Ad Luigi Lovaglio, la quota di Generali non sarebbe cruciale.

Luglio: possibile ops di Monte dei Paschi su Mediobanca

Il supporto esplicito del governo all’operazione non basta, serve anche il sì delle diverse autorità di vigilanza chiamate ad esprimersi, dalla Bce a Bankitalia fino alla Consob, che dovranno dare al Monte dei Paschi le autorizzazioni necessarie a procedere con l’offerta su Mediobanca. “L’acquisizione di Mediobanca considerando tutte le autorizzazioni da definire potrebbe andare in porto tra giugno e luglio“, ha anticipato l’ad di Siena, Luigi Lovaglio, lo scorso 17 aprile, giorno in cui i soci della banca hanno approvato ufficialmente l’operazione. Ebbene, in base alle aspettative, l’esame della Autorità dovrebbe concludersi a fine giugno. Se tutto andrà secondo i piani del Monte dei Paschi, l’ops potrebbe ufficialmente partire a inizio luglio e concludersi nella calura estiva d’agosto. E qui arriva un altro “se”: se l’offerta andrà a buon fine nascerà l’agognato terzo polo tanto voluto dal governo, che ha in mano l’11% di Mps e che ha sempre sostenuto il progetto. 

22 ottobre: l’assemblea di Mediobanca chiude il cerchio

Col passare dei mesi, risposte arriveranno anche sulle altre operazioni pendenti, come l’opas da 300 milioni di Banca Ifis su illimity e l’ops da 4,3 miliardi di Bper sulla Popolare di Sondrio. Il traguardo finale del risiko bancario potrebbe – almeno per il momento – essere fissato il 22 ottobre, quando è in calendario l’assemblea ordinaria di Mediobanca. Per quella data si conoscerà anche il destino dell’ops su Banca Generali (partirà o no? Andrà a buon fine? A chi andrà la quota di Generali?) 

Solo a quel punto si disegneranno i contorni e i lineamenti di quello che potrebbe essere il futuro volto della finanza italiana.

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Categories: Finanza e Mercati