Colpo di scena alla vigilia dell’assemblea straordinaria sull’offerta pubblica di scambio (Ops) lanciata da Mediobanca su Banca Generali. Con una riunione convocata d’urgenza domenica mattina, il consiglio di amministrazione della merchant bank guidata da Alberto Nagel ha accolto la richiesta del socio Francesco Gaetano Caltagirone e deliberato il rinvio dell’assemblea prevista per lunedì 16 giugno. La nuova data è stata fissata al 25 settembre 2025.
La decisione è maturata in seguito alle sollecitazioni di alcuni soci (Caltagirone in primis), presenti sia in Mediobanca sia in Assicurazioni Generali, che hanno chiesto di conoscere prima la posizione ufficiale del Leone sull’operazione. Un’esigenza rafforzata dal fatto che Generali detiene il 50,17% della banca target ed è quindi determinante per il successo dell’Ops, che prevede come condizione minima l’adesione della maggioranza assoluta del capitale.
Solo giovedì 12 giugno Generali ha fatto sapere, con un comunicato, di aver avviato l’analisi della proposta di Mediobanca e delle sue implicazioni commerciali ed economiche. Troppo tardi, secondo il board di Piazzetta Cuccia, per permettere agli azionisti di esprimersi con piena consapevolezza. In realtà la tempistica di Generali non è una sorpresa e la decisione di oggi del cda di Mediobanca riflette soprattutto la consapevolezza che, nelle condizioni attuali, l’Ops lanciata su Banca Generali rischiava la bocciatura in assemblea.
Tensione tra i soci: blocco contrario vicino al 40%
Il rinvio arriva in un contesto di forte tensione tra gli azionisti di Piazzetta Cuccia. Nelle ultime settimane, il fronte del “no” o dell’astensione all’operazione si è rafforzato sensibilmente. Caltagirone è salito dal 7% al 10% del capitale, le casse previdenziali (Enpam, Enasarco, Cassa Forense) hanno superato il 5%, e anche Unicredit ora è della partita con la banca guidata da Orcel che ha messo in portafoglio l’1,9% di Mediobanca. Anche Delfin, la holding lussemburghese della famiglia Del Vecchio (19,8%), ha espresso riserve, lamentando l’assenza di informazioni sugli impatti dell’Ops su Generali, che riceverebbe in cambio un 6,5% del capitale di Mediobanca in azioni proprie.
Secondo fonti vicine al dossier, anche Edizione (famiglia Benetton, 2,2%) e la stessa Unicredit potrebbero optare per l’astensione, che vale come voto contrario. Con una partecipazione che era attesa attorno all’80% del capitale, superare la soglia del 40% più un’azione sarebbe stato sufficiente a bloccare l’offerta.
Ops confermata nei termini: parola ora a Generali
Nel comunicato diffuso dopo la riunione, Mediobanca ha ribadito il forte razionale industriale e finanziario dell’operazione, che punta a creare un nuovo leader italiano nel Wealth Management. I pareri espressi dai proxy advisors sono stati tutti favorevoli, a conferma, secondo la banca, del supporto del mercato all’iniziativa.
Il board ha comunque ritenuto “opportuno” interpellare gli azionisti solo dopo aver acquisito l’esito delle valutazioni di Generali. L’Offerta resta quindi valida in tutti i suoi termini come da comunicato del 28 aprile, con una conclusione attesa tra settembre e ottobre 2025.
Sul tavolo restano anche le incognite legate all’Ops annunciata da Monte dei Paschi proprio su Mediobanca, che potrebbe partire a luglio. Alcuni soci contrari alla proposta su Banca Generali, Delfin, Caltagirone e le casse, sono presenti anche nel capitale della banca senese e pronti a giocare un ruolo nella nuova fase del risiko bancario italiano.