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Mattarella: “Lampedusa è la Porta d’Europa”

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

La definisce “necessariamente italiana”, la ricorda nel suo saluto ai lampedusani, campioni di accoglienza. Sergio Mattarella, sulla più grande delle Pelagie per inaugurare il Museo della Fiducia e del Dialogo per il Mediterraneo, segno di una “cultura che unisce”, non ha dimenticato la piccola Favour, la bimba di 9 mesi giunta a Lampedusa da sola: la madre, una giovane del Mali, è morta durante la traversata del Canale di Sicilia. La figlia ce l’ha fatta.

“Ma quanti bambini sono morti nel Mediterraneo? Di quanti uomini e donne non conosciamo la sorte?”, si è chiesto il capo dello Stato, che ha riconosciuto a Lampedusa, porta d’Europa, il primato dell’accoglienza. “L’Italia e l’Europa sono debitori di riconoscenza a Lampedusa per le vite salvate, per l’assistenza, per la prima ospitalità date ai migranti”, ha detto dopo aver visitato il museo. “Quest’isola – ha aggiunto – è un ponte tra i continenti e ha offerto a chi è arrivato, e la sente come seconda patria, il volto migliore dell’Europa”.

Parole accolte con gratitudine dal sindaco Giusi Nicolini che ha dato il benvenuto a Mattarella e ai ministri dell’Interno e dei Beni Culturali Angelino Alfano e Dario Franceschini. E dell’importanza dell’accoglienza e dell’aiuto a chi attraversa il mare in cerca di un destino migliore oggi ha parlato anche il premier Matteo Renzi. “Quando un bambino rischia di affogare nel Mediterraneo facciamo di tutto per andarlo a salvare: possiamo perdere voti, ma non la faccia”, ha detto il presidente del Consiglio. Secca la risposta a distanza di Matteo Salvini che è tornato a parlare del rischio di una invasione. “È meglio la camicia verde che la camicia rossa, sporca di sangue”, ha detto il leader della Lega non nuovo a paragonare i responsabili della tratta di essere umani con i politici che sostengono il soccorso e l’accoglienza.

“Quando erano al governo – ha ribattuto Renzi – hanno tagliato tutto sulla cooperazione internazionale e ora dicono di aiutarli a casa loro. Noi vogliamo portare in Europa un’Italia che porta i suoi valori, quelli della cultura, dell’educazione”. La visita di Mattarella è partita da un luogo simbolico, la Porta D’Europa dell’artista Mimmo Paladino, emblema di un’isola, avamposto del Vecchio Continente che accoglie chi giunge. Poi la puntata al museo che, per la sua prima esposizione, vanta opere come l’Eros Dormiente del Caravaggio. “Ci ricorda – ha detto Mattarella – il piccolo Aylan, il bambino siriano morto su una spiaggia turca”. Il quadro è stato prestato all’isola dagli Uffizi. “È un omaggio ai bambini morti, ma anche un messaggio di speranza per chi ce l’ha fatta”, ha spiegato il direttore del museo di Firenze Eike Schimdt. Nelle sale del piccolo edificio anche opere del Bardo di Tunisi, del Muceum di Marsiglia e effetti personali di alcune delle migliaia di vittime dei viaggi della speranza. 

Poi il capo dello Stato ha visitato l’hotspot di Lampedusa dove al momento vengono ospitati 214 tra uomini, donne e bambini. Mattarella si è fermato a parlare con alcuni di loro prima di raggiungere il Molo Favaloro, primo lembo di terra dell’isola in cui attracca chi viene dal mare. Ad attenderlo decine di poliziotti, finanzieri, carabinieri e volontari che si prodigano nel soccorso e nell’accoglienza. “Sono eroi della vita quotidiana – ha detto il capo dello Stato – È grazie a loro che il Mediterraneo non si è trasformato in una grande tomba”.

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