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Maratona delle Dolomiti: ex campioni, imprenditori e 8 mila amatori in gara sui passi

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Oltre 8 mila ciclisti – di cui il 50% proveniente dall’estero – si sono sfidati alla 38esima edizione della Maratona delle Dolomiti che come ogni anno va in scena nel primo fine settimana di luglio. Un evento che, nonostante l’alto numero di iscritti, ha un sapore di esclusività, dal momento che i fortunati partecipanti sono stati selezionati da 32.700 candidature in rappresentanza di 81 nazionalità.

Maratona delle Dolomiti: in gara sui passi

Sono le strade chiuse al traffico a permettere al variopinto ‘peloton’ di godere, seppur nella fatica, delle strade meravigliose che salgono e scendono fra i passi dolomitici: Campolongo, Pordoi, Sella, Gardena, Giau, Falzarego e Valparola. Oltre al percorso Maratona di 138 chilometri e 4.230 metri di dislivello, c’è il percorso Medio di 106 chilometri e 3.130 metri di dislivello e il Classico di 55 chilometri e 1.780 metri di dislivello. Il dato importante e in crescita anno dopo anno è relativo alla presenza femminile che, con le quasi mille partecipanti, rappresenta il 14% del totale. Un numero rilevante che va al di là delle cifre, a testimoniare come la bicicletta sia un ‘mezzo’ che annulla le distanze, induce all’uguaglianza e consente a chi la usa di sostenere ritmi più sostenibili.

Maratona delle Dolomiti: ecco chi c’era

Tra gli 8mila pedalatori presenti al via da La Villa in Val Badia alle 6.30 di mattina e pronti alla fatica c’erano numerosi personaggi noti (non chiamateli Vip dal momento che la fatica sulla biciletta accomuna tutti in una salutare sofferenza) del mondo dello sport, dello spettacolo e dell’industria. Tra gli sportivi non potevano mancare numerosi ex professionisti del pedale come il tre volte campione del mondo Peter Sagan o il grande Miguel Indurain (5 Tour de France in bacheca e un palmares che non finisce più). Presenti anche Vincenzo Nibali, ultimo italiano a imporsi al Giro d’Italia, i campioni del mondo Paolo Bettini e Gianni Bugno, Pippo Pozzato, Fabio Aru e Daniel Oss. Tutti grandi campioni vestiti da amatori, mischiati tra gli 8mila appassionati e felici di tornare a sudare sui passi che li hanno visti sfrecciare e vincere qualche anno fa. Dal ciclismo al calcio, al via c’erano anche gli ex campioni della nazionale Fabrizio Ravanelli e Fabio Cannavaro che sulle due ruote hanno trovato una nuova dimensione sportiva.

La squadra di imprenditori e manager era ben rappresentata da Pierluigi Alessandri, vicepresidente di Technogym, Francesco Carione direttore generale della Gazzetta dello Sport, Matteo Arcese, Ceo di Arcese Trasporti, Nicola Lanzetta, direttore Italia di Enel, Pierluigi Cocchini, amministratore delegato di Rinascente, Emilio Mussini, presidente di Panaria Group, Uberto Fornara, amministratore delegato Cairo Rcs media, Enrico Felli, presidente di Atb Bergamo e molti altri che particolarmente presi dagli impegni professionali riescono a ritagliarsi il tempo per pedalare e fare fatica in sella. Forse perché in un mondo sempre più dominato dalla tecnologia c’è bisogno di esperienze autentiche, sostenibili e immerse nella natura.

E cosa c’è di meglio che pedalare sui passi dolomitici in sella a una bicicletta, unico mezzo rimasto veramente ecologico, silenzioso e fortemente educativo come ha spiegato Jovanotti nella recente intervista rilasciata ad Alberto Angela su Rai1: “La bicicletta insegna la pazienza, la fatica e la gioia della conquista. Ti insegna che il bello sta nel percorso e non solo nella meta”.

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