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Lusso, cosa cambia dopo la svalutazione dello yuan

La corsa verso Oriente, e in particolare verso Pechino e Shanghai, dei marchi del lusso potrebbe presto fermarsi bruscamente dopo l’avvio della politica di svalutazione monetaria avviata dalla Banca Centrale Cinese. Infatti, non è bastata la crisi dei mercati azionari cinesi, ora a questa si aggiunge anche la decisione di svalutare lo Yuan che ha affossato i titoli del lusso italiani.

È il caso, ad esempio, del titolo di Salvatore Ferragamo che da inizio settimana ha lasciato sul terreno a Piazza Affari oltre il 9%. Stesso discorso per altri due titoli del comparto lusso quotati al Ftse Mib: Moncler (-7% da inizio settimana) e Yoox (-5%).??

Ma perchè i titoli del lusso perdono pesantemente dopo la svalutazione dello Yuan? Bisogna sottolineare come negli anni scorsi ci sia stata una tendenza a invadere il mercato cinese, dove la domanda di prodotti del lusso è schizzata in alto. Non a caso il marchio Salvatore Ferragamo incassa il 37% dall’area Asia-Pacific e Tod’s il 23%. Ma adesso una svalutazione del 2% della moneta cinese combinato a un improvviso calo delle vendite nel nuovo anno potrebbe causare per questi marchi, dunque, un importante arretramento in tema di fatturato sul mercato cinese.

E il caso Cina non si limita a penalizzare soltanto i nostri gruppi italiani del lusso ma anche quelli internazionali come Lvmh, proprietario fra gli altri del marchio Louis Vuitton. Lvmh, solo nel primo trimestre del 2015 ha registrato un -6% alla voce vendite nell’area asiatica. Dati negativi nel mercato asiatico anche andando a guardare i risultati preliminari di Prada che compensa con i risultati positivi in Europa e negli Stati Uniti.

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