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L’ultimo sogno della leggenda Bolt? Giocare nel Manchester United, che oggi debutta a Wall Street

L’ha sempre detto, Usain Bolt. E ne sarà ancora più convinto dopo aver vinto ieri, unico nella storia a farlo per due Olimpiadi consecutive, la finale dei 200 metri subito dopo quella dei 100 (e in attesa della staffetta 4×100, per realizzare un leggendario doppio triplete): lui nel Manchester United ci giocherebbe alla grande. Sì, la squadra di calcio, quella allenata dal mitico Sir Alex Ferguson, quella di Rooney e fino a qualche anno fa di Cristiano Ronaldo. Quella dell’indimenticabile George Best, dei 19 titoli inglesi e delle tre Champions League.

Insomma, un totem del calcio internazionale, quasi quanto lo è lo sprinter giamaicano nel suo terreno, l’atletica. Ma questi due terreni si sono mai incrociati? Assolutamente no, perchè per quanto tu possa correre veloce (e su questo non mettiamo in dubbio le doti di Bolt, ci mancherebbe) il gioco del pallone è fatto di tante altre cose. Che però il “polivalente” Usain è davvero convinto di saper fare: “La gente pensa che io scherzi, ma sono un giocatore completo e potrei fare la differenza. Di certo sarei il più veloce della squadra, ma so anche giocare”.

Vedremo. Intanto però il club di Alex Ferguson, prima di farsi tentare dall’atletica, si è già lanciato nel mondo della finanza. In quel caso non è un inedito, visti i tanti esempi di società sportive quotate in Borsa, anche se sarà la prima volta per una squadra di calcio nel tempio di Wall Street, e con un’Ipo da record per un’azienda di qualsiasi sport. Il Manchester United debutta oggi alla Borsa di New York con una valutazione complessiva intorno ai 2,3 miliardi (anche se un miliardo meno di quanto sperava), e con un prezzo – scontato – di 14 dollari per azione, dopo che le banche lo avevano indicato fra i 16 e i 20 dollari (ma qualche analista lo aveva valutato persino sotto i 10 dollari).

Sintomo del fatto che intorno alla quotazione della società di proprietà dei Glazer c’è un certo scetticismo, che però finora non sembra preoccupare la famiglia statunitense: con i circa 233 milioni rastrellati (100 meno del previsto) pagherà intanto parte del debito accumulato acquistando il Manchester United nel 2005 per quasi 1,5 miliardi.

L’ingresso del Manchester United a Wall Street rimane in ogni caso un momento storico: era dal 1998 che una società sportiva non si quotava in Borsa negli Stati Uniti. Si tratterà adesso di vedere quale “tifo” troverà sul mercato: da stamattina (pomeriggio europeo) i titoli saranno scambiati al New York Stock Exchange sotto il simbolo Manu. In attesa, magari, di vedere anche Usain Bolt in campo.

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