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Lo spread risale, le banche soffrono, la Borsa scivola

Lo spettro di una recessione si aggira per l’Europa e atterrisce i mercati, da Londra a New York. Piazza Affari chiude in calo dell‘1,38%, 21.078 punti. Brilla Tenaris, con un’acquisto da 1,2 miliardi negli Usa, ma le banche crollano, dopo un’impennata dello spread, dovuta più alla diminuzione del rendimento del Bund sotto zero, che a un rialzo del rendimento del Btp, fermo a 2.45%. Il differenziale fra decennale italiano e tedesco sale a 247.50 punti base, +3,21%, Gli investitori cercano investimenti sicuri dopo la miccia accesa nella mattinata sull’indice Pmi manifatturiero crollato ai minimi dal 2012 in Germania e in ulteriore contrazione nell’Eurozona. Sotto le attese anche gli indici Pmi statunitensi, benché oltre i 50 punti.

I dubbi sulla crescita mondiale riprendono il sopravvento, nella settimana in cui la Fed ha cancellato i rialzi dei tassi previsti quest’anno e non bastano a fugarli nemmeno le parole di Mario Draghi durante il vertice europeo. Il presidente della Bce vede una debolezza protratta e un’incertezza pervasiva per l’area della moneta unica, soprattutto a causa del rallentamento del commercio internazionale, ma ritiene che le probabilità di una recessione siano ancora basse. 

Sordi alle rassicurazioni i listini europei soffrono pesanti perdite: Francoforte -1,58%; Parigi -2,02%; Madrid -1,73%. La peggiore è Londra, -2,03%, che ha ancora tempo per la Brexit: la date fissate da Bruxelles sono il 22 maggio nel caso Westminster approvi entro la fine della prossima settimana l’accordo siglato da Theresa May o il 12 aprile, per decidere se organizzare o meno la partecipazione alle elezioni europee. 

A Wall Street le cose al momento non vanno meglio e gli indici principali toccano i minimi da due mesi. Spaventa anche l’inversione di una porzione della curva dei rendimenti dei Treasury, 

L’euro buca al ribasso la soglia di 1,13 nei confronti del dollaro (1,129) e fa retromarcia sulla sterlina, in area 0,854. Si segnala anche il nuovo crollo della lira turca (-5,3% sul dollaro), dopo la notizia che le riserve internazionali di valuta estera a Istanbul sono scese a di 6,3 miliardi di dollari in sole due settimane (al 15 marzo). È il calo più grande da gennaio 2014 quando la Banca centrale turca aumentò i tassi di interesse col fine di sostenere la moneta.

Si tinge di rosso il petrolio: Brent 66,34 dollari al barile -2,24%. Tonico l’oro, vicino a 1313 dollari l’oncia. In Piazza Affari Tenaris compensa parzialmente le vendite e si apprezza del 2,71%, in seguito all’annuncio dell’acquisizione dalla russa Pao Tmk della sua controllata statunitense Ipsco Tubulars per 1,2 miliardi di dollari al netto di cassa e debito.

Tengono l’argine le utility: Snam +0,31%, Hera +1,03%, Enel +0,97%. In rialzo  Diasorin, +0,28%, grazie a un “buy” di Berenberg” che pone il prezzo obiettivo a 100 euro.

Vendite a pioggia sulle banche, a partire da Unicredit -4,53%, Ubi -4,48%, Banco Bpm -4,35%. La big cap peggiore è Saipem -5,02%.

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