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Lo slancio di Wall Street e della Fiat salvano Piazza Affari che limita il ribasso (-0,2%)

FIRSTonline

RIPARTE FIAT. VORAGINE MONTE PASCHI -5,3%
LA RIPRESA USA SPAVENTA I LISTINI. SU I BOND

Perdono quota i T bond decennali (rendimenti al 2,85%) rimbalza il dollaro. Le Borse perdono colpi, salvo poi correggere nel finale, in attesa del Beige Book, delle conclusioni del direttorio Bce di domani e, soprattutto dei dati di venerdì sull’occupazione Usa.

A Milano l’indice Ftse Mib scende dello 0,29% a quota 18.312.

Fanno peggio gli altri listini europei. Londra -0,38%, Parigi -0,57%, Francoforte -0,9%. Madrid -0,67%.

Va meglio negli Usa: Dow Jones invariato, S&P -0,02%, Nasdaq +0,14%.

Sul mercato dei titoli di Stato è in atto un generale rialzo dei rendimenti: il Btp decennale è scambiato a 4,13%, dal 4,08% di ieri, ma lo spread con il Bund è invariato a quota 235.

Nel pomeriggio, comunque, si è ripetuto il rituale solito: ogni dato positivo sull’economia Usa viene vissuto come un passo verso il temuto tapering.

Stavolta ad innescare la miccia è il dato sulle nuove abitazioni. Nel mese di ottobre ne sono state vendute 444mila, 15mila in più delle stime. La crescita rispetto al mese precedente è del 25,4%.

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, oggi è stato annunciato che nel mese di novembre in Usa il numero degli occupati nel settore privato è salito di 215mila unità, ben al di sopra dei 173mila previsti in media dagli economisti.

Piazza Affari riduce le perdite grazie all’allungo finale di Fiat +1,71%, seconda solo a Diasorin +1,84%.

Avanzano Pirelli +0,91% e Finmeccanica +0,3%. Pesante calo per Prysmian -2,4%.

A Milano il titolo peggiore è stato Monte Paschi -5,29%, influenzata dalle indiscrezioni secondo cui la Fondazione Mps vorrebbe vendere la sua quota prima della prossima assemblea degli azionisti del 27 dicembre. In una nota la Fondazione ha fatto sapere che «a oggi non ha avviato alcuna cessione delle azioni ordinarie» della banca e precisa che «alla data odierna» possiede azioni pari al «33,5% del capitale ordinario e complessivo» dell’istituto senese. L’ente ribadisce poi che «dopo aver preso atto della decisione del cda della banca di convocare l’assemblea con la proposta di un aumento delegato di capitale con diritto di opzione fino a 3 miliardi euro», di riservarsi «ogni determinazione in merito, restando determinata a lavorare per la messa in sicurezza dell’ente, la salvaguardia del proprio patrimonio e, non ultimo, la tutela del proprio ruolo nel territorio».

In ripresa nel finale gli altri istituti: Intesa +0,06%, Banco Popolare +0,37%, Unicredit +0,19%.

Generali -0,06%. Standard & Poor’s ha ribadito che la sua decisione di mettere in credit watch il merito creditizio del Leone in vista di una possibile revisione al ribasso è riconducibile alla pubblicazione della revisione dei criteri sui rating sovrani. Nel mirino l’eccessiva esposizione della compagnia verso l’Italia.

Fondiaria-Sai -1,15%.

Telecom Italia chiude a +0,07%. In vista dell’assemblea chiamata a deliberare sulla richiesta di revoca del cda in carica avanzata dall’azionista Findim, il proxy advisor Ecgs (Expert Corporate Governance Service) raccomanda agli investori istituzionali di votare contro l’azzeramento del consiglio. Replica a distanza di Marco Fossati: l’assemblea Telecom Italia del 20 dicembre forse non farà decadere l’attuale consiglio, ma la battaglia per spingere Telco fuori dal controllo del gruppo italiano continuerà.

Pesante ribasso di Mediaset -2,8%: ha abbassato il target price da 3,65 euro a 3,5 euro (neutral). Anche quello della controllata Mediaset Espana (sempre neutral) scende a 8 euro.

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