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L’Inter ritrova la vittoria: oggi tocca a Roma, Lazio e Milan

FC Inter

L’astinenza è finita. In un colpo solo l’Inter ritrova gol, vittoria e zona Champions League, archiviando così un periodo in cui aveva raccolto decisamente meno di quanto seminato. Come un viaggiatore affamato di fronte a una tavola imbandita, il gruppo di Spalletti s’è abbuffato di reti e occasioni seppellendo il Cagliari con un poker perfino stretto. Malissimo la squadra di Lopez, incapace perfino di tirare anche una sola volta verso la porta di Handanovic: la salvezza è tutt’altro che acquisita e di questo passo non sarà neanche semplice da raggiungere.

La notizia però non è la crisi dei sardi bensì il terzo posto dell’Inter, ovviamente in attesa che Roma (all’Olimpico col Genoa) e Lazio (a Firenze) giochino le loro partite e provino a rispondere. Intanto però Spalletti s’è ripreso il podio e il popolo interista, almeno per una notte, può tornare a sognare.

“Abbiamo fatto una buona partita, quando il risultato è stato al sicuro siamo riusciti anche a far correre bene la palla – il commento del tecnico nerazzurro. – La squadra ha fatto bene, a volte siamo stati un po’ morbidi caratterialmente ma credo abbiamo ritrovato la bussola. Dobbiamo imparare ad autoalimentarci e il discorso vale per tutti, anche per Icardi: se gli si dice che deve giocare solo per il gol gli si fa del male”.

Maurito si prende di diritto la copertina della serata: il ritorno alla rete è valso anche il suo record personale di 25 in campionato, non male considerando le cinque giornate che mancano alla fine. Prima della sua zampata a inizio ripresa (49’) era già arrivato il gol di Cancelo a indirizzare il match (3’), a testimonianza di un’Inter rabbiosa ma anche di un Cagliari completamente perso nei suoi limiti tecnici e caratteriali.

A San Siro è stato un vero e proprio monologo nerazzurro e il 4-0 finale (60’ Brozovic, 90’ Perisic) va persino stretto a una squadra che ha calciato 16 volte verso la porta avversaria, colpito una traversa (Karamoh) è costretto Cragno a un paio di interventi super.

Oggi invece tocca a Roma, Lazio e Milan, chiamate a vincere per continuare a sognare l’Europa, seppur in modo diverso. I giallorossi e i biancoazzurri infatti ambiscono a quella principale mentre i rossoneri, dopo gli ultimi risultati, hanno ormai abdicato i sogni di gloria in favore di un sesto posto più “alla portata”.

Sulla carta il mercoledì di campionato sembra più agevole per Di Francesco, atteso da un impegno casalingo contro il Genoa non certo proibitivo. I rossoblu lontano da Marassi hanno un rendimento molto diverso, inoltre la vittoria sul Crotone di sabato scorso ha definitivamente allontanato gli spettri della retrocessione. Il rischio più grosso insomma potrebbe essere la sottovalutazione dell’avversario, tanto più dopo una settimana ad alto tasso di emozioni come quella appena passata.

“Dobbiamo pensare solo al Genoa, sarà una partita molto delicata – il pensiero di Di Francesco – Da quando è arrivato Ballardini hanno subito pochissimi gol, sono solidi e quadrati. Proprio per questo cambierò qualche uomo rispetto alle scorse gare, c’è bisogno di gente fresca”.

All’Olimpico vedremo il ritorno del 4-3-3 con Alisson in porta, Florenzi, Fazio, Juan Jesus e Kolarov in difesa, Pellegrini, Gonalons e Nainggolan a centrocampo, Under, Dzeko ed El Shaarawy in attacco. Classico 3-5-2 invece per Ballardini, che risponderà con Perin tra i pali, Pereira, Rossettini e Zukanovic nel reparto arretrato, Rosi, Omeonga, Bertolacci, Rigoni e Laxalt in mediana, Lapadula e Pandev coppia offensiva.

Quanto alla Lazio, sul campo della Fiorentina Inzaghi dovrebbe schierare una formazione per una volta priva di Immobile dal primo minuto, oltre che di Felipe Anderson: Caicedo titolare davanti a Luis Alberto; a centrocampo Marusic, Parolo, Leiva, Milinkovic-Savic e Lukaku; in difesa, davanti a Strakosha, Luiz Felipe, De Vrij e il redivivo Caceres. I viola risponderanno con Sportiello, Milenkovic, Pezzella, Victor Hugo, Biraghi, Benassi, Dabo, Veretout, Chiesa, Saponara e Simeone.

Punti pesanti anche per il Milan di Gattuso, impegnato nell’insidiosa trasferta in casa del Torino. Si tratta di uno scontro diretto per l’Europa League, obiettivo secondario rispetto alle attese estive ma l’unico davvero raggiungibile alla luce degli ultimi risultati, che hanno visto i rossoneri raccogliere solo 3 punti in quattro partite. Questione di avversari (Juventus, Inter e Napoli oltre al Sassuolo) ma anche di gol che stentano ad arrivare, rendendo così difficile la conquista del bottino pieno.

“La finalizzazione va migliorata ma non sono preoccupato – le parole di Gattuso. – Il dato di fatto è che abbiamo il decimo attacco del campionato, però creiamo tanto, costruiamo gioco e questa è la cosa più importante. Contro il Toro dovremo scendere in campo con la testa giusta, è una squadra rognosa, fisica: o si fa così o si rischia la figuraccia”. Rispetto al Napoli però non ci saranno molti cambi, anche perché la coperta è corta e il tecnico rossonero, a stagione in dirittura d’arrivo, non ha intenzione di stravolgere nulla.

Il suo 4-3-3 vedrà Donnarumma in porta, Calabria, Bonucci, Zapata e Rodriguez in difesa, Kessié, Biglia e Locatelli a centrocampo, Suso, Kalinic e Calhanoglu in attacco. Ritorno al 4-3-2-1 per Mazzarri, che dopo lo scherzetto all’Inter proverà a ripetersi anche contro il Milan con Sirigu tra i pali, N’Kolou, Burdisso, Moretti e De Silvestri nel reparto arretrato, Rincon, Baselli e Ansaldi in mediana, Ljajic e Iago Falque a supporto dell’unica punta Belotti.

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