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L’Inter riacciuffa la Juve, per Milan e Napoli ultime chances

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Missione compiuta. L’Inter travolge il Genoa con un poker che non ammette repliche e si riprende la vetta della classifica, seppur assieme alla Juventus. Una convivenza poco gradita che però non rovinerà l’umore di Antonio Conte, anzi: l’aver chiuso l’anno solare in questo modo è quanto di meglio potesse chiedere, specialmente in una situazione di emergenza come quella attuale. Va anche detto che di fronte c’è stato il nulla cosmico, perché il Genoa di Thiago Motta ha dimostrato per l’ennesima volta di non essere squadra: non a caso Preziosi, scavalcato anche dalla Spal e tristemente ultimo, sembra ormai deciso a procedere con l’esonero e ad affidare la missione salvezza a Diego Lopez, nel tentativo di evitare una retrocessione sempre più concreta.

Conte comunque può essere soddisfatto a prescindere, anzitutto per l’approccio aggressivo e dominante, che ha immediatamente messo alle corde il Genoa. Non a caso i nerazzurri, dopo averla sbloccata al 31’ con Lukaku, hanno subito raddoppiato con Gagliardini (33’), chiudendo di fatto la contesa in meno di un tempo. Nella ripresa infatti, al di là di qualche azione personale, i rossoblu non hanno mai davvero impensierito l’Inter, che anzi ha trovato terzo e quarto gol con Esposito su rigore (64’, primo centro in Serie A) e ancora Lukaku, potentissimo con il suo sinistro sotto la traversa (71’).

“È stata una buonissima partita sotto tutti i punti di vista, nonostante le assenze e chi si è messo a disposizione anche se non al 100% come Gagliardini – il commento soddisfatto di Conte. – Se oggi siamo a 42 punti, dobbiamo dire grazie al lavoro che stiamo facendo e alla professionalità di questi ragazzi che si sono messi totalmente a disposizione. Una letterina a Marotta? No, mancherei di rispetto a un gruppo di ragazzi straordinario, che mi sta dando tutto. Guardiamo Esposito, che ha 17 anni… Nelle serie difficoltà, siamo cresciuti tanto, ora però dobbiamo continuare a stupire”. Da una squadra che sta andando oltre ogni più rosea aspettativa, a due che invece hanno deluso molto e che vogliono invertire la tendenza al più presto, a cominciare da oggi.

È il caso di Napoli e Milan, attese dalle insidiose trasferte di Reggio Emilia e Bergamo come ultimo appuntamento dell’anno. Saranno i rossoneri a inaugurare la domenica sul campo dell’Atalanta (ore 12.30), con la consapevolezza di dover vincere a tutti i costi per accorciare la classifica e tornare a correre per l’Europa. Non sarà facile visto che di fronte c’è una squadra sempre insidiosa come quella di Gasperini, capace di battere chiunque nella giornata giusta, ma Pioli non ha scelta: i 21 punti raccolti sin qui sono troppo pochi per le ambizioni della società. “Voglio che i miei giochino questa gara come se fosse l’ultima a disposizione – ha spiegato il tecnico senza mezzi termini. – È un momento positivo per le prestazioni, ma abbiamo bisogno di punti. Giochiamo contro una squadra forte, con un grande potenziale offensivo. E’ il miglior attacco del campionato e questo ci fa stare molto attenti. Non siamo soddisfatti ma dobbiamo continuare a credere in noi stessi, la classifica è ancora parziale e ci sono a disposizione altri 70 punti…”. 

Inevitabilmente però la partita odierna segnerà uno spartiacque e il Milan ha il dovere di saltare dalla parte giusta del guado, anche perché poi ci sarà il mercato e chissà che le prospettive non possano clamorosamente cambiare. Pioli deve fare a meno degli squalificati Hernandez e Paquetà, per il resto potrà contare sul solito 4-3-3 con Donnarumma in porta, Conti, Musacchio, Romagnoli e Rodriguez in difesa, Kessié, Bennacer e Bonaventura a centrocampo, Suso, Piatek e Calhanoglu in attacco. Tutti a disposizione invece per Gasperini, eccezion fatta per il solito Zapata: il 3-4-1-2 nerazzurro vedrà Gollini tra i pali, Toloi, Palomino e Djimsiti nel reparto arretrato, Castagne, De Roon, Freuler e Gosens in mediana, Pasalic alle spalle della coppia offensiva composta da Gomez e Ilicic.

A chiudere il 2019 della Serie A sarà invece il Napoli di Gattuso, atteso dalla sfida in casa del Sassuolo. Partita delicatissima anche questa, perché i discorsi fatti per il Milan valgono a maggior ragione per gli azzurri, additati in estate come possibili vincitori e scivolati invece al nono posto in classifica, a meno 21 dalla coppia di testa Inter-Juve. Un grosso fardello sulle spalle di Gattuso, chiamato per rimettere a posto una situazione compromessa eppure ancora rimediabile, almeno in parte: se si vuole rientrare in corsa per la Champions però bisogna rimettersi a correre, a cominciare da oggi. “Abbiamo lavorato molto forte questa settimana, stiamo cercando di fare qualcosa di diverso – le parole del tecnico azzurro. – Penso che questa squadra debba tornare a fare le cose che ha fatto per tantissimo tempo. Per un anno e mezzo ha giocato con un modulo diverso, ma in questo momento dobbiamo credere in quello che facciamo e ringrazio i giocatori per la disponibilità. Sono convinto che se torneremo a vincere poi non ci fermeremo più”. 

E allora sotto col Sassuolo, da affrontare con il “nuovo” 4-3-3 con Meret in porta, Di Lorenzo, Manolas, Luperto e Mario Rui in difesa, Allan, Fabian Ruiz e Zielinski a centrocampo, Lozano, Milik e Insigne in attacco. De Zerbi, rinfrancato dalla vittoria di mercoledì a Brescia, risponderà con il consueto 4-2-3-1 che vedrà Pegolo tra i pali, Muldur, Romagna, Ferrari e Kyriakopoulos nel reparto arretrato, Magnanelli e Locatelli in mediana, Berardi, Djuricic e Boga alle spalle di Caputo

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