X

L’Inter batte il Napoli e riapre la corsa scudetto: Roma ok a Genova

@Inter on Twitter

L’Inter ritorna in corsa. La vittoria nello scontro diretto col Napoli, unita alla sconfitta del Milan a Firenze, fa sì che i nerazzurri accorcino la classifica su entrambe le capoliste, rimaste comunque al comando nonostante il doppio ko. Inzaghi vince così il primo big match della stagione e lo fa nella domenica più importante, quella in cui non poteva sbagliare per nessun motivo, mentre Spalletti deve fare i conti con la prima sconfitta del suo campionato, oltre che con la spiacevole sensazione di aver gettato al vento una grande chance per andare in fuga. Già, perché il Napoli dei primi minuti era sembrato in grado di fare la voce grossa, tanto da trovare il vantaggio dopo appena 17’ con Zielinski, bravo a battere Handanovic con un tiro dalla distanza. Lì però il match è cambiato e l’Inter ha tirato fuori il carattere giusto per ribaltarlo, andando prima a pareggiare con un rigore di Calhanoglu (25’, braccio di Koulibaly), poi sul 2-1 con uno splendido colpo di testa di Perisic (44’). A inizio ripresa Spalletti ha dovuto incassare un altro dispiacere, ovvero l’infortunio di Osimhen, costretto a uscire per una botta alla testa dopo uno scontro con Skriniar. 

Gli esami successivi hanno evidenziato fratture multiple scomposte dell’orbita e dello zigomo sinistro, con l’inevitabile intervento chirurgico e un conseguente stop di almeno un mese: una bella tegola per il Napoli, che rischia di non rivedere più il nigeriano per un bel pezzo, anche in virtù della Coppa d’Africa che inizierà il 6 gennaio. L’Inter comunque ha continuato la sua partita, fatta di una fase difensiva attenta e ripartenze micidiali: su una di queste, al minuto 61’, Correa ha imbucato per Lautaro, con conseguente 3-1 nerazzurro e San Siro in festa. A quel punto Spalletti ha tolto Insigne e Lozano, piuttosto sottotono, per Elmas e Mertens e la partita è cambiata di nuovo. Il belga ha pescato il jolly con un gran tiro dalla distanza (78’), trasformando il finale in un vero e proprio assedio azzurro, nel quale Handanovic ha salvato l’Inter con una gran parata su Mario Rui e Mertens, ancora lui, ha fallito il 3-3 sparando alto da ottima posizione. “Era una partita chiave anche se quella più importante è contro lo Shakthar – ha esultato Inzaghi -. Il Napoli è primo per possesso palla in A e sapevamo che facendolo stare sotto il 60% potevamo vincere, così è stato. Dobbiamo continuare su questa strada, sappiamo che abbiamo un percorso importante davanti e che bisogna pensare partita per partita. Lautaro? Alla vigilia avevo detto che non ero preoccupato perché continuava a creare occasioni anche quando non segnava, ci sono momenti in cui la palla non vuole entrare ma stavolta ha fatto un grande gol”.

 “Non mi frega niente del risultato, importa l’atteggiamento e abbiamo fatto una partita di buon livello – ha replicato Spalletti -. Nel primo tempo ero arrabbiato perché abbiamo giocato con poco coraggio, nel secondo invece abbiamo fatto molto meglio dal punto di vista della ricerca, con qualche scelta più coraggiosa e delle palle date con maggior qualità e imprevedibilità. Io so quale deve essere la nostra corsa, se questo ci farà vincere bene, comunque vedremo con il passare delle settimane e dei match: il tempo dirà con chi dovremo combattere”. L’altra grande protagonista della domenica è la Roma di Mourinho, tornata alla vittoria contro il Genoa di Shevchenko. I giallorossi, sotto la pioggia di Marassi, hanno avuto la meglio con un 2-0 firmato da Felix Afena-Gyan, 18enne ghanese alla terza presenza in Serie A. 

È indubbiamente lui il grande protagonista della serata, perché il suo ingresso in campo al 75’ ha cambiato la partita, scardinando il castello difensivo eretto da Sheva e regalando alla Roma un successo fondamentale, che vale il quinto posto in solitaria a meno 3 dall’Atalanta, oltre che il sorpasso su Lazio, Fiorentina e Juventus. Tanti applausi al giovanissimo Felix, autore di due splendidi gol, uno con un piatto di prima intenzione su assist di Mkhitaryan (82’), l’altro con un destro a giro da urlo che ha freddato Sirigu proprio al tramonto del match (94’), ma anche a chi ha avuto il coraggio di lanciarlo e preferirlo a compagni ben più quotati, Zaniolo su tutti, ovvero José Mourinho. Lo Special One l’ha vinta con le sue idee, dunque 3-4-1-2 con Pellegrini arretrato a centrocampo al posto di Cristante, El Shaarawy sulla sinistra e Mkhitaryan alle spalle della coppia Abraham-Shomurodov, ma soprattutto con l’inserimento di Felix, segnale di un nuovo corso, in cui i nomi non sembrano più contare nulla. 

“È corso da me dopo il gol perché gli avevo promesso di comprargli un paio di scarpe che a lui piacciono molto e che costano tanto, circa 800 euro – ha scherzato il portoghese -. È venuto verso la panchina per ricordarmi la promessa, dovrò andare in negozio a comprargliele… Abbiamo giocato molto bene, a volte ci è mancata un po’ di verticalità, ma siamo stati sempre in totale controllo. L’esclusione di Zaniolo? Questa rosa non è stata costruita per giocare con il 3-4-1-2, lui avrebbe potuto giocare al posto di uno dei due attaccanti, ma il Genoa non ci dava spazi e lui ne ha bisogno. Ad ogni modo mi è piaciuto il suo atteggiamento anche in panchina, giocherà sicuramente giovedì o domenica, magari tutte e due”. Ora, in attesa che la 13esima completi il suo corso con i posticipi odierni (Verona-Empoli e Torino-Udinese), le big si prenderanno un giorno di pausa, prima di tornare in campo per le coppe europee. E anche qui, proprio come in campionato, non ci sarà spazio per errori di nessun tipo.

Related Post
Categories: Sport