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L’indice Pmi cala il tris: le Borse volano. Spread di nuovo sotto i 240. Cautela stamani a Milano

Forse è un caso, forse c’è una regia perfetta: l’effetto negativo della conferma del prossimo tapering da parte della Fed è stata compensata da un inatteso tris a sorpresa: sale il Pmi cinese, va ancor meglio quello dell’area euro, Germania in testa. Anche la stima flash di agosto dell’indice Pmi americano ha mostrato che il settore manifatturiero Usa è cresciuto al ritmo più sostenuto da cinque mesi, grazie agli ordini.

E così, sull’onda della ripresa, il Toro torna alla carica stamane anche in Asia. La Borsa di Tokyo corre: +3% ad un’ora dalla fine delle contrattazioni. In rialzo anche Shanghai +0,4% e Seul +1,1%. Hong Kong guadagna mezzo punto percentuale.

Il Toro non si ferma neanche di fronte ai black out elettronici. Dopo l’infortunio di Goldman Sachs (100 milioni di dollari sfumati per un errore dei computer) ieri è stata la volta del Nasdaq: per più di tre ore la seconda Borsa d’America, ove sono trattate oltre 3 mila società tra cui Apple, Google e Microsoft è andata in tilt. E’ saltato anche il sistema che consente, in una manciata di mille secondi,  di reindirizzare gli ordini di acquisto e di vendita dalla Borsa di Time Square ad un’altra  tra le 13 Borse  ufficiali e una cinquantina di piattaforma alterative. Si è così creato un gigantesco ingorgo finanziario, smaltito nella parte finale della seduta, ma che avrà senz’altro strascichi legali, come è già avvenuto in occasione della quotazione di Facebook. Il titolo Nasdaq ha perduto il 3,8%.

Per paradosso, alla fine della giornata il Nasdaq +1,08% è risultata la Borsa più brillante. Il Dow Jones sale dello 0,44%, lo Standard & Poor’s 500 dello 0,86%.

Da segnalare, nella giornata delle sorprese, un colpo di scena nel web: Yahoo +2,9%, secondo le rilevazioni di Comscore, ha avuto in luglio circa 196 milioni di visitatori, più di quelli di Google: non succedeva dal maggio del 2011. Google segna un lieve progresso dello 0,4%. Marissa Meyer, il ceo di Yahoo già tra i fondatori di google, ha festeggiato posando per la copertina di Vogue in posa hollywoodiana.

Meno cinematografica ma altrettanto spettacolare la ripresa di Piazza Affari. Dopo tre sedute consecutive in calo la Borsa di Milano ha chiuso  con un rialzo del 2,5% (indice FtseMib), di gran lunga il migliore in Europa davanti a Madrid +1,9%.

LO SPREAD SCENDE SOTTO QUOTA 240

Sempre in tensione il fronte dei mercati obbligazionari. Il rendimento del T bond è salito oltre il 2,90%. Il future Bund è sceso sui minimi degli ultimi 11 mesi a 139,7 ed il rendimento del decennale tedesco si porta all’1,91% (+5 punti base). La corsa dei rendimenti pesa sulle valute dei Paesi emergenti: in tre mesi, da maggio a luglio, le riserve valutarie degli Emergenti (esclusa Cina) sono scese di 81 miliardi di dollari.

Al contrario, l’Europa mediterranea regge bene la sfida. Il Btp si rafforza e il suo rendimento scende di 6 punti base al 4,30%. La distanza tra Btp e Bund sui dieci anni di scadenza è 239 punti base, 10 punti base in meno rispetto a mercoledì.

VA IN SCENA IL CONTRATTACCO DI FINMECCANICA

Forti rialzi a Milano in tutti i settori. La migliore blue chip è Finmeccanica +6,3%, un rimbalzo dopo 5 sedute consecutive di ribasso favorito dalle indiscrezioni in arrivo dalla Corea del Sud che danno Doosan ad un passo dall’acquisizione della quota di controllo di Ansaldo Energia.

Fra le banche, Unicredit ha guadagnato il 3,6%, Intesa Sanpaolo +3,5%, Ubi Banca +4,5%, Banco Popolare +4,2%. Restando in ambito finanziario sono da segnalare i rialzi di Azimut +3,8%, Mediolanum +3,3% e di Generali +2,4%. Danno il loro contributo al rialzo anche i titoli collegati al petrolio ed all’energia, Eni +2,4%, Saipem +3,7%, Enel  +1,5%.

Si mettono in evidenza i titoli dell’industria, Fiat +3,4%, Fiat Industrial +4,8%, StM +1,7%. Mediaset è salita del 3,8%. Telecom Italia -0,5% è l’unica blue chip in ribasso.

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