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Leggere un libro come un film: il new deal di Patterson

Libri: un consumo d’élite

Negli Stati Uniti, 320 milioni di abitanti, solo 35 milioni di adulti hanno letto cinque libri o più nel 2015. In Italia si arriva a malapena a 5 milioni. Da noi è colpa del bel tempo perché in Finlandia i lettori sono molti di più senza essere più intelligenti degli italiani. Tanto per fare un paragone, un po’ avventato, con i nuovi media, negli Usa sono altrettanti 35 milioni gli abbonati al servizio streaming di Netflix, presente da sei anni e non da secoli, che pagano meno di dieci dollari tutti i mesi per vedere film e TV.

L’industria del libro – editori, autori, agenti e librai – hanno il pantagruelico problema di far sedere più di una volta al tavolo del libro l’80% della popolazione del pianeta. Queste persone leggono e scrivono, consumano televisione e musica, vanno al cinema, si divertono con i videogiochi ma non leggono i libri o leggono solo quando c’è un libro come Harry Potter o le Sfumature, cioè ogni 10 anni circa.

Desolante, ma non tutto è perduto, anzi. Oggi ci sono quasi 3 miliardi di dispositivi media nelle tasche dei consumatori di cultura e di divertimento su cui si può leggere o ascoltare anche un libro. Quindi le potenzialità del mercato sono immense. Ma l’industria del libro sembra occuparsi di tutt’altro, con lo sguardo fisso nel retrovisore. La posta non è affatto se sarà ebook o libro, se sarà Amazon o non Amazon, se sarà libreria o online: queste sono quisquilie al confronto della sfida, non solo di portare nuove persone a comprare e magari leggere più un libro, ma anche di convincere chi già legge a mantenere il tempo che dedica a questa impegnativa attività.

La concorrenza degli altri media è micidiale e cresce a ritmi della legge di Moore. Negli Usa nel 2016 saranno prodotte e distribuite 400 serie televisive affamate di pubblico e del loro tempo libero, che, sostanzialmente, non è cresciuto. Anche il lettore forte finirà per sottrarre tempo al libro e dedicarlo a seguire, per esempio, House of Cards e le trame inverosimili dei coniugi Underwood. Una puntata della serie occupa 55 minuti e un’intera stagione 12 ore di tempo non esclusivo; Il Cardellino di Donna Tartt richiede 32 ore e 29 minuti di tempo esclusivo. Quando si legge un libro non si può fare altro. Con un episodio di House of Cards si può anche cucinare o stirare.

Lo status quo non aggiunge lettori, anzi…

A questo punto una cosa è certa. Con l’attuale produzione, contenuto e format dei libri i non-lettori-di-libri non verranno a sedersi mai quel tavolo. Il loro tempo continuerà ad essere distribuito tra televisione, cinema, videogiochi, musica, viaggi e divertimento. Non dedicheranno mai 13 ore a leggere l’ultimo avvincente thriller che  capeggia la classifica nel “New York Times”.

Occorre innovare e innovare con enorme coraggio. Per ora l’unico a innovare è Amazon e ad ogni passo in avanti che Amazon fa fare all’industria, ne corrispondono due indietro da parte dell’industria costituita, grandi editori e grandi autori che adesso si sono coalizzati come le tribù celtiche contro Roma.

Stupisce quindi che uno dei grandi autori, forse la più grande fabbrica di bestseller e senz’altro il maggior frequentatore delle classifiche dei libri più venduti, abbia deciso di accettare questa sfida e sia ben determinato a agire. Se si muove James Patterson qualcosa succede. Perché Patterson non è solo una persona fisica, è una bottega, uno scriptorium. Un team di 25 professionisti e di creativi lo affianca e lo supporta nella scrittura e in tutte le attività collegate alla concezione e alla promozione di un contenuto. La premiata ditta James Patterson ha piazzato nel 2015 ben 36 titoli nella “New York Times best-seller list”, vendendo in tutto il mondo 325milioni di copie. Nel 2016 saranno pubblicati circa 40 titoli a suo nome. Patterson è anche nel Guinness de primati come il primo scrittore ad avere superato il milione di copie vendute. È pure lo scrittore più ricco del mondo e, secondo Forbes, ha guadagnato, nel 2015, 89 milioni di dollari.

Il “new deal” di James Patterson coincide con quello di Amazon

Per conquistare nuovi lettori, Patterson ha in mente lo stesso piano di Jeff Bezos; il secondo lo vuol realizzare con il prezzo e il primo con il contenuto. Sono fatti l’uno per l’altro. L’idea di Patterson, cito testualmente dall’articolo del NYTimes di Alexandra Alter che racconta questa storia, è “di vendere libri alla gente che alla lettura preferisce la televisione, i videogiochi, i film e i social media”. In che modo? Ecco il piano di Patterson: renderli più brevi, più economici, più avvincenti nel plot e soprattutto disponibili ovunque. Non sono le stesse cose che dice Amazon? Certo che lo sono! Solo che adesso a dirlo è l’autore più mainstream del mondo e non più “il pericolo pubblico #1” della letteratura. Ciò ha un grande valore e può veramente aprire una nuova stagione per tutta l’industria del libro.

A giugno del 2016 uscirà il primo titolo di una nuova collana chiamata BookShots che Patterson ha progettato con il proprio editore Little, Brown and Company, un marchio del gruppo Hachette. Usciranno 2/4 libri al mese da poter leggere in un’unica sessione di lettura di un’ora, un’ora e mezzo, il tempo di un trasferimento, di una pausa pranzo, di un’attesa dal medico. “Sarà come leggere un film” ha dichiarato Patterson nel presentare il progetto alla stampa. Il prezzo sarà inferiore a 5 dollari, quindi poco più della metà del prezzo di un biglietto per vedere un film sul grande schermo (negli Usa il costo medio è di $8,61).

I titoli di BookShots saranno disponibili come libri, ebook e audiolibri. Saranno inoltre disponibili nelle librerie, online, ma anche nelle farmacie, dal fruttivendolo negli alimentari e in tutti i punti vendita. “Funzionerà – ha dichiarato il capo di Hachette Michael Pietsch – perché c’è Patterson che è molto conosciuto dal grande pubblico”.

I romanzi e i saggi brevi

Il romanzo o il saggio breve o a puntate non è certo un’invenzione di oggi, ma è stato una delle novità più interessanti portate dal nuovo formato ebook, il quale ha permesso a questo genere di emergere dall’oblio nel quale era caduto durante l’epoca industriale dei mass media, che ne aveva eclissato il successo di fine ottocento e del primo decennio del novecento. Gli esperimenti sono stati innumerevoli: i Kindle Singles e gli Short Reads di Amazon, i Quick Reads iBooks di Apple, i Nook Snaps di Barnes & Nobles, i saggi di attualità di Byliner e in Italia XS di Mondadori e così via. Si è trattato di iniziative, anche di successo, che hanno trovato spazio solo online e raramente sono approdate nei canali tradizionali del libro o hanno visto come promotori gli editori soliti noti. Sono stati i nuovi soggetti del mercato e gli indipendenti a battere la strada del romanzo breve e concentrato.

Non è un mistero che i medio-grandi editori non trovano convenienza, a causa anche dei canali che utilizzano, a pubblicare libri brevi, sotto le 100 pagine. Questi libri hanno un margine economico troppo basso per essere strategici o almeno interessanti.

I piccoli libri possono essere una grande lettura, ma i libri piccoli sono un mal di testa per gli editori. “I libri piccoli non escono in libreria – ha detto Pietsch –, perché è difficile notarli, perché non catturano l’attenzione dei media e sono economicamente svantaggiosi”. Ma… il “brand Patterson” e nuovi canali distributivi possono venir meno questo svantaggi e trasformarli in punti di forza.

Grandi capolavori brevi

Eppure dei grandissimi capolavori della letteratura come La Metamorfosi di Franz Kafka, Le città invisibili di Italio Calvino, Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald, Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry, Uomini e topi di John Steinbeck, La caduta di Albert Camus, La bella estate di Cesare Pavese sono romanzi brevi. Allan Poe pensava che non dovesse esserci altra letteratura da quella da leggere tutta d’un fiato. Diversamente sarebbe andata perduta l’unità d’effetto. Pensava anche che il racconto fosse superiore al romanzo. Così scrive Poe nel suo saggio del 1846, La filosofia della composizione:

Appare dunque evidente che c’è un limite preciso – il limite di un’unica seduta – per la lunghezza di un’opera letteraria… poiché è evidente che la brevità deve essere in ragione diretta dell’intensità dell’effetto che s’intende produrre.

L’intensità dell’effetto, ecco il punto che una siffatta scrittura deve produrre. E a Patterson non mancano certo il talento e il mestiere per ottenere questo effetto.

Alcuni commentatori hanno già bollato questa iniziativa come non letteratura e come non lettura. Qualcosa che, se anche otterrà dei risultati, non porterà niente di significativo alla letteratura. È quello che pensa il “Paris Review”. Con un paragone alimentare, Sadie Stein, in un interessante articolo dal titolo But Is It Reading?, commenta così BookShots:

È più affine a una cena speciale che a quella di tutti i giorni – un lusso che la maggior parte della gente non può permettersi e che quindi non può sviluppare nessun gusto. Insomma non è lettura seria e il suo effetto si esaurisce con il consumo e non si consolida in un comportamento. Andare e venire tra i due stili di lettura (quella “seria” e quella di BookShots) – conclude Stein – è arduo per il lettore. In effetti non li considero parte dello stesso processo mentale, emotivo.

Il piano editoriale di Patterson & Co

Nel 2016 saranno pubblicati 21 titoli BookShots tra thriller, fantascienza, mystery e romanzi rosa. I primi due usciranno a giugno 2016: Cross Kill scritto da Patterson che avrà come protagonista il popolare personaggio pattersoniano Alex Cross e Zoo II un romanzo di fantascienza scritto a due mani da Patterson e Max DiLallo. I romanzi che non saranno scritti interamente o parzialmente da Patterson porteranno la dicitura, ricavata da Hollywood, “James Patterson Presents”. Del resto è proprio l’esperienza del cinema che ha ispirato Patterson

Alla fine del 2016 il prolifico scrittore ha in animo di espandere la produzione oltre la fiction con contenuti legati all’attualità politica, socio-economica, culturale. Saggi brevi, intensi, incalzanti e confezionati per il lettore che segue i talk-show o le notizie e ama informarsi oltre il fatto quotidiano. Si parla già di un primo libro dal titolo Trump vs. Clinton. Sarà una bella sfida, non quella tra i due probabili candidati, ma quella di James Patterson contro tutti per convincere i non-lettori-di-libri a ritagliare 10 ore l’anno per consumarne almeno cinque. Qualsiasi possa essere il risultato, standing ovation per James Patterson. Speriamo che qualcuno gli vada dietro.

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