X

Le pagelle degli anticipi: Juve e Fiorentina da rivedere. Oggi Milan, Inter, Napoli, Roma in rimonta

JUVE, UN’ALTRA OCCASIONE SPRECATA!
I BIANCONERI SI FANNO RAGGIUNGERE DAL GENOA NEL FINALE.
OGGI L’UDINESE PUO’ ANDARE DA SOLA IN TESTA ALLA CLASSIFICA.

VOTO: 5,5

Stesso voto della scorsa settimana, quando la Juve non andò oltre al pareggio contro il Chievo. Come ha fatto la Fiorentina con il Catania. Questa volta però, il pari fa più male, perché i bianconeri, pur soffrendo, erano in vantaggio fino a pochi minuti dalla fine. Il gol di Caracciolo, oltre a togliere alla Juventus due punti preziosi, ha messo i nudo i limiti difensivi di una squadra che appare in involuzione. Dopo la grande vittoria contro il Milan infatti, gli elogi si sono sprecati, e forse questo non ha fatto bene agli uomini di Conte. Ieri sera si è vista una Juve a due volti: incisiva in attacco, con un Matri davvero in palla (a proposito, perché finora ha giocato così poco?) e fragile in difesa, sempre in difficoltà ogni qualvolta il Genoa ha alzato il ritmo. A conti fatti il pareggio ci può stare, perché se è vero che per lunghi tratti del match il pallino del gioco è stato in mano alla Juve, è altrettanto vero che i rossoblu hanno avuto palle gol clamorose. Se la traversa di Merkel e il colpo di tacco appena alto di Caracciolo fossero entrati, oggi staremmo parlando di una Juventus sconfitta e umiliata nella sua casa. I bianconeri devono fare un grosso mea culpa: due volte in vantaggio e due volte raggiunti, questo non è da grande squadra. E così, il secondo pareggio consecutivo potrebbe costare il primo posto in classifica, perché se oggi l’Udinese battesse il Novara (stadio Friuli, ore 15.00) andrebbe da sola al comando della classifica. Che si sta tremendamente accorciando, proprio perché la Juve non è stata in grado di spiccare il volo. Antonio Conte dovrà lavorare molto, perché martedì a Torino arriverà la Fiorentina (altra squadra in crisi dopo il 2 a 2 interno contro il Catania), senza dimenticare il big match di sabato prossimo a San Siro contro l’Inter. Partite da batticuore, che potrebbero ridare slancio alla Juventus e alla sua classifica. Oppure rimettere per l’ennesima volta tutto in discussione.

INTER, CONTRO IL CHIEVO VALE SOLO LA VITTORIA.
C’E’ DA SFATARE IL TABU’ CASALINGO: FINORA NESSUN GOL A “SAN SIRO”!
RANIERI CARICA: “SIAMO ANCORA LA SQUADRA PIU’ FORTE”.

Domenica grassa in serie A, e dati i tempi che corrono questa sì che è una novità. Abituati agli anticipi e ai turni infrasettimanali (a proposito, martedì si torna già in campo), avere una giornata con Inter, Milan, Napoli, Lazio e Roma in campo è cosa più unica che rara. Difficile scegliere la gara più importante, visto che nel calendario odierno non spiccano partite di cartello (ma nel prossimo weekend avremo Roma – Milan e Inter – Juventus), sicuramente la sfida più delicata è quella di San Siro. I nerazzurri di Claudio Ranieri riceveranno il “terribile” Chievo, già giustiziere di Napoli e Genoa, e capace di fermare anche la Juventus capolista. Ma l’Inter oggi pomeriggio (ore 15.00) non avrà scuse. Ai campioni del mondo in carica servirà solamente la vittoria, oppure proclameremo ufficialmente lo stato di crisi. La vittoria di Lilla ha dato fiducia e punti ai nerazzurri, ma quella era Champions League, dunque un’altra storia. Ora, c’è da raddrizzare la classifica di Serie A, che vede l’Inter quartultima con soli 4 punti, in piena bagarre retrocessione. Siamo al paradosso, ma è ora di riprendersi le posizioni che contano. Lo sa bene Claudio Ranieri, che cerca una vittoria a tutti i costi, che, oltretutto, sarebbe la prima in casa di questa stagione. Delle tre partite disputate finora a San Siro, l’Inter ne ha perse due (contro Trabzonspor e Napoli) e pareggiata una (0 a 0 con la Roma). Un solo punto fatto e, addirittura, zero gol realizzati (!), dato allarmante per una squadra che, in un passato piuttosto recente, aveva fatto di San Siro un fortino inespugnabile. Il “farmacista” Claudio Ranieri sa che così non si può più andare avanti, e per invertire la rotta ha scelto un metodo “mourinhiano”, ovvero convincere la squadra che nulla è impossibile: “Siamo ancora i più forti assieme al Milan – ha detto ieri in conferenza stampa – stiamo solo vivendo un momento no, ma abbiamo voglia di superarlo. Sono d’accordo con quanto detto da Sneijder (alla Gazzetta dello Sport, ndr), se ci rimettiamo in moto possiamo ancora vincere lo scudetto”.

IL MILAN AL “VIA DEL MARE” ALLA RICERCA DI PUNTI E CONFERME.
LA CABALA E’ CONTRO I ROSSONERI: L’ULTIMA VITTORIA A LECCE E’ DEL 2002!
ALLEGRI PRAGMATICO: “ABBIAMO BISOGNO DI PUNTI”.

Ma la domenica di campionato, non comincerà con l’Inter. Alle 12.30 infatti, sarà il turno del Milan campione d’Italia, che se la vedrà con il Lecce di Eusebio Di Francesco. Sulla carta non ci dovrebbero essere problemi per i rossoneri, ma il campo si sa, è un’altra cosa. Il Milan ha assoluto bisogno di punti, per accorciare la classifica e per il morale, comunque in rialzo dopo le vittorie contro Palermo e Bate Borisov. Vincere a Lecce non sarà semplice, anche perché storicamente il “Via del Mare” è uno stadio ostico per i rossoneri. Per ritrovare una vittoria dei milanesi, bisogna riportare indietro le lancette del tempo al 5 gennaio 2002, quando il Milan, allora allenato da Carlo Ancelotti, s’impose 1 a 0 grazie al gol di Josè Mari. Della squadra di allora, sono rimasti solamente Ambrosini, Gattuso e Abbiati, con il solo portiere sicuro di giocare (Gattuso è ancora infortunato, mentre per il capitano sarà panchina). Dal 2003 ad oggi, Lecce e Milan si sono sfidate al Via del Mare altre 5 volte, e il bilancio recita 4 pareggi e una vittoria giallorossa. Campo ostico insomma, ma Allegri sa di non potersi permettere calcoli e scaramanzie. “E’ una trasferta difficile, sono 10 anni che il Milan  non vince a Lecce, è ora di sfatare questo tabù – ha detto il tecnico rossonero, che poi ha aggiunto: “ Non sarà facile vincere, perché ci creeranno delle difficoltà, vista la qualità di alcuni loro giocatori”. Il Lecce attuale però, sembra davvero poca cosa rispetto al Milan. Nelle 3 gare disputate in casa, i salentini hanno raccolto 3 sconfitte, bilancio che lascia intendere quante difficoltà abbiano avuto i ragazzi di Di Francesco in questo inizio di stagione. I rossoneri invece sembrano sulla rampa di lancio, ma per spiccare il volo sarà necessario incamerare più punti possibili da qui alla sosta del 6 novembre, come ricordato da Allegri: “L’obiettivo è fare bottino pieno – ha detto il tecnico – dunque 12 punti. In questo momento abbiamo bisogno di vincere sempre, sia in casa che in trasferta”.

DOPO LE SBORNIE BAYERN E ROMA, NAPOLI E LAZIO CERCANO CONTINUITA’.
MAZZARRI RIPROVA IL TURNOVER: “DOVRO’ CAMBIARE QUALCOSA”.
REJA PREDICA CALMA: “ORA BASTA CON L’ENTUSIASMO”.

Quella passata, è stata una bella settimana per Napoli e Lazio. I partenopei, dopo la scoppola subita al San Paolo contro il Parma, si sono rifatti fermando il super – Bayern Monaco in Champions League, mentre i biancocelesti hanno finalmente sfatato il tebù derby, battendo la Roma nei minuti di recupero con un gol di Klose (poi però, sono inciampati in Europa League contro lo Zurigo). Insomma, l’entusiasmo a Fuorigrotta e a Formello è alle stelle, ma ora è il momento di confermarsi, per dare continuità a due progetti molto interessanti. Il Napoli (ore 15.00) andrà in scena al Sant’Elia di Cagliari, dove troverà un avversario motivatissimo e in salute. I sardi infatti, hanno addirittura un punto in più degli azzurri, e finora in casa non hanno mai perso. A differenza degli avversari poi, i rossoblu hanno potuto preparare la partita per tutta la settimana, e questo non è un dettaglio da poco. Il Napoli sa bene che al Sant’Elia le insidie saranno tante, ecco perché Mazzarri, preoccupato dalle energie fisiche e nervose consumate dai suoi, potrebbe riproporre quel turnover così poco amato dalla piazza partenopea: “Qualcosa cambierò – ha ammesso il tecnico azzurro – perché non possono giocare sempre gli stessi. Sarà importantissimo dimenticare il Bayern, perché il Cagliari è un’ottima squadra, che occupa il terzo posto in classifica”.
A pari punti con i rossoblu, c’è la Lazio del ritrovato Edi Reja. Vincere il derby ha letteralmente svoltato la carriera biancoceleste del tecnico friulano: basti pensare che a Formello è stata addirittura appesa una sua foto sotto la curva Nord, con una targa che recita “Reja uomo derby”. Presa in giro a Totti (chi la fa l’aspetti), ma anche celebrazione per un allenatore finora contestato ingiustamente dalla piazza. Ora però il buon Reja dovrà ripetersi, per dimostrare che la vittoria sulla Roma non è stata solamente un fuoco di paglia. In questo senso, la trasferta di Bologna sarà molto indicativa, perché gli emiliani, da quando è arrivato Pioli, sembrano essersi ritrovati. Reja dovrà essere bravo a resettare gli entusiasmi, pena una brutta figura quasi assicurata: “Dovremo giocare come nel derby – ha detto il tecnico in conferenza stampa – continuare a divertire al di là del risultato. Io sono molto soddisfatto dell’andamento della squadra finora, ma certo che i punti sono fondamentali”.

ROMA, CONTRO IL PALERMO SERVE UNA VITTORIA PER CANCELLARE IL DERBY.
LUIS ENRIQUE FA AUTOCRITICA: “DOVEVO ESSERE PIU’ FREDDO”
MANGIA CI CREDE: “ANCHE NOI DOBBIAMO RISCATTARCI”.

Dimenticare il derby. Il concetto, che abbiamo già espresso anche per la Lazio, è valido ancor di più per la Roma, anche se, ovviamente, in un altro senso. Perdere una stracittadina può avere effetti devastanti, soprattutto nella capitale, che vive il calcio con eccessi molto particolari. Ad aiutare i giallorossi, ci ha pensato Franco Baldini, che con il suo sbarco (e la sua conferenza stampa) ha catalizzato gran parte delle attenzioni. La piazza poi, ha reagito bene alla sconfitta contro la Lazio, dimostrando una maturità notevole, e soprattutto di credere ciecamente nel progetto americano. Fattori importanti per Luis Enrique, che ha potuto lavorare con quel pizzico di serenità necessaria per rialzarsi dopo un ko così duro. Il tecnico spagnolo però, sa bene che la sconfitta del derby ha azzerato il credito accumulato (faticosamente) fino ad oggi, dunque ripartire con una vittoria casalinga contro il Palermo è quasi un obbligo: “La Lazio è acqua passata – ha detto Luis Enrique – ora abbiamo un’altra partita e siamo pronti al 100%. So che Mangia è un buon allenatore e che il Palermo è una bella squadra, noi dovremo ripetere i primi 10 minuti del derby, in cui si era vista un’ottima Roma”. Ma la testa dell’ambiente giallorosso è ancora rivolta alla stracittadina, della quale, fatalmente, ha parlato ancora il tecnico spagnolo. Che ha sorpreso tutti positivamente, non attaccandosi all’arbitraggio di Tagliavento (come invece fatto da Sabatini e Pizarro) ma piuttosto prendendosi delle responsabilità. Una sana autocritica, che gli allenatori nostrani difficilmente fanno: “Ho fatto tanti errori – ha detto Luis Enrique – ma non li dirò qui in conferenza stampa. Il mio lavoro consiste nel fare scelte continuamente, e io non sono infallibile. Certo, se posso dire una cosa, forse ero troppo carico, ho vissuto questo derby con troppa intensità. Col senno di poi, sarebbe stato meglio se fossi stato più freddo”. Al di là di tutto, complimenti sinceri.
 

Related Post
Categories: Sport