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Le officine spariranno? Una startup italiana sfida il Financial Times

La sfida ricorda quella fra Davide e Golia, anche perché, come nell’episodio biblico, il risultato potrebbe sorprendere. Le parti in campo sono il Financial Times e una startup italiana nata nel 2013.

Di recente, il prestigioso quotidiano britannico ha inserito fra i 5 lavori che rischiano di scomparire nei prossimi 20 anni anche il meccanico delle officine per automobili. La ragione ha a che vedere con la rivoluzione tecnologica in atto: il proliferare delle vetture elettriche – secondo la previsione di FT – farà crollare del 90% la richiesta di riparazioni in garage, perché la manutenzione dei motori elettrici è più semplice. Insomma, l’innovazione come killer del lavoro manuale, anche di quello più tecnico.

Contro questa profezia di sventura si schiera CercaOfficina.it, che scommette invece sul processo inverso: l’innovazione come strumento di crescita per il lavoro tradizionale. Attraverso il proprio sito internet, questa piccola società di 20 persone permette agli automobilisti di chiedere gratuitamente un preventivo per qualsiasi intervento di officina, dal tagliando alla revisione, dalla riparazione della carrozzeria alla sostituzione dei pneumatici, fino all’installazione dell’impianto a metano/gpl.

Le richieste vengono controllate e inoltrate alle officine convenzionate più vicine all’utente, e queste a loro volta forniscono al cliente tutti i costi e i dettagli dell’operazione. Dopo aver ricevuto i preventivi, l’utente potrà confrontarli e, una volta accettata una proposta, potrà prenotare direttamente online l’intervento.

“In questi primi tre anni di attività abbiamo lavorato con un obiettivo molto preciso: cercare di innovare e migliorare il mondo delle riparazioni delle auto, rendendolo più trasparente, con l’obiettivo di costruire un solido rapporto di fiducia tra automobilisti e officine”, scrivono Marco Brusamolino, Luca Maccarini e Romano Perticone, i fondatori della società.

Fin qui CercaOfficina.it ha inviato circa 15mila preventivi, generando oltre 600mila euro di fatturato per officine e carrozzerie. E pochi giorni fa sette investitori privati, in maggioranza esteri, hanno inviato in tutto un milione di euro a questa startup italiana, che in precedenza aveva già incassato altri 500mila euro da altri investitori. Possibile che nessuno di loro abbia letto il Financial Times?

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