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Le imprese tedesche in Italia crescono il doppio delle nostre

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Sono 1.900 le imprese tedesche che operano in Italia, un numero che a molti apparirà piuttosto esiguo. Questi “molti” cambieranno idea analizzando altri tre dati: queste 1.900 imprese occupano 168mila lavoratori e vantano un fatturato complessivo di ben 72 miliardi di euro, con un’incidenza del 2,5% sul fatturato totale generato dalle imprese attive in Italia.

Questi i dati più eclatanti della ricerca su “Il valore delle aziende tedesche in Italia” realizzata dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per la AHK Italien e presentata il 17 gennaio a Roma presso la sede della Camera di Commercio Italo-Germanica (AHK Italien, appunto.

I dati della ricerca sono estratti da Istat/Eurostat e dal database ISID – Intesa Sanpaolo Integrated Database che contiene informazioni anagrafiche, sui risultati di bilancio e sulle strategie competitive (marchi, brevetti, certificazioni) delle imprese italiane. L’analisi è basata su un campione di 258mila imprese italiane, appartenenti a tutti i settori (con l’esclusione delle imprese finanziarie, assicurative e immobiliari), di cui sono stati analizzati i bilanci nel triennio 2015-17.

IMPRESE TEDESCHE IN ITALIA: CARATTERISTICHE

In base a quanto emerge dalla ricerca, è difficile ignorare il contributo che le aziende tedesche che operano nel nostro Paese danno al PIL e alla produttività italiana. Numeri rilevanti come quelli sopra riportati si spiegano infatti tenendo in considerazione il fatto che l’Italia rappresenta la sesta meta al mondo degli investimenti esteri tedeschi, mentre le imprese provenienti dalla Germania si collocano al terzo posto dietro a Stati Uniti e Francia – con una quota che oscilla intorno al 13% – per fatturato e addetti tra le multinazionali presenti in Italia.

Come fanno 1.900 aziende a generare 72 miliardi di ricavi? Ovviamente non parliamo di piccole e medie imprese, ma di grandi aziende e multinazionali attive soprattutto nella grande distribuzione (800 aziende, 42 miliardi di fatturato, 63mila addetti) e nel manifatturiero (oltre 400 aziende, circa 19 miliardi di euro di fatturato, 51.000 addetti). Tra i settori di punta in cui le imprese tedesche fanno la parte del leone spiccano soprattutto chimica, meccanica e, ovviamente, automotive. Non a caso il report sottolinea proprio “la maggiore dimensione media delle imprese a controllo tedesco rispetto alla media delle imprese italiane, incluse quelle a loro volta con una proiezione multinazionale. Nonostante ciò c’è comunque una particolarità: rispetto agli altri investitori esteri presenti in Italia, però, le partecipate tedesche sono leggermente più piccole e il peso delle PMI è superiore rispetto alle imprese controllate da altri paesi.

IMPRESE TEDESCHE VS IMPRESE ITALIANE

Facendo un confronto tra le imprese italiane e quelle tedesche operanti nel nostro Paese, ci si accorge di due differenze importanti, la prima relativa all’occupazione la seconda alla crescita.

Dal 2008 al 2015 in particolare, vale a dire gli anni in cui la crisi finanziaria si è duramente abbattuta sul nostro Paese, le imprese a controllo tedesco sono riuscite a mantenere un livello occupazionale sostanzialmente stabile, mostrando una tenuta migliore sia rispetto al totale delle multinazionali presenti in Italia, che, soprattutto, rispetto alle imprese italiane, nelle quali si è invece registrato un brusco calo dal 2008 al 2014, con livelli rimasti sostanzialmente stabili nel 2015.

Fonte: Intesa Sanpaolo su dati Eurostat

Un dato rilevante, soprattutto se affiancato da altre percentuali che lo confermano e lo amplificano. Prendendo in considerazione i due anni successivi (2015-2017), corrispondenti al periodo in cui l’Italia cercava pian piano di rialzarsi dalla crisi e i segni “più” tornavano ad intravedersi nei dati relativi ai nostri parametri economici, le imprese tedesche presenti in Italia hanno quasi doppiato le altre. In termini di fatturato soprattutto, le prime sono cresciute dell’11%, con una performance migliore rispetto al totale delle aziende operanti in Italia, comprese dunque quelle nostrane, che hanno sì mostrato segnali di ripresa, ma con percentuali molto più basse – pari a +7,5% – rispetto a quelle provenienti dalla Germania. Dato il loro peso, continua la ricerca “il contributo alla crescita dato dalle imprese a controllo tedesco è stato pari allo 0,4% nel periodo considerato”.

Intesa Sanpaolo su dati Eurostat

In questo contesto, Jörg Buck, consigliere delegato della AHK Italien ha spiegato anche i motivi alla base di questo confronto: “Si parla spesso in maniera critica del rapporto tra i nostri due Paesi e per questo crediamo che sia importante portare all’attenzione dell’opinione pubblica alcuni numeri che, invece, mostrano come gli investimenti tedeschi in Italia si concretizzino in un ecosistema produttivo che genera valore e crescita per tutto il sistema Paese”.

“I dati presentati nello studio confermano infatti che le aziende tedesche cercano e trovano in Italia l’eccellenza che permette alla partnership italo- tedesca di prosperare e consolidarsi”, ha sottolineato.

“La presenza di imprese estere sul territorio nazionale è un potente fattore di crescita, in quanto caratterizzate da forti competenze e proiezione internazionale. Le imprese tedesche, in particolare, con la loro operatività hanno portato in Italia a benefici anche superiori rispetto a quelli delle multinazionali provenienti da altri paesi» ha dichiarato Fabrizio Guelpa, Responsabile Industry & Banking Research di Intesa Sanpaolo.

Insomma il dualismo lasciamolo al calcio, dal punto di vista economico e occupazionale la cooperazione tra Italia e Germania è fondamentale per far crescere il Paese.

IMPRESE TEDESCHE IN ITALIA: DOVE SONO

Dal punto di vista geografico il 50% del fatturato delle aziende a controllo tedesco viene generato in Lombardia, mentre il 18% in Veneto.

“La Germania – sottolineano i ricercatori – è anche al primo posto tra gli investitori esteri nei distretti produttivi italiani: sebbene la presenza di imprese a controllo estero in queste aree sia storicamente bassa, il 22,2% delle controllate tedesche ha scelto un distretto per localizzarsi nel nostro Paese”.

 

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Categories: Economia e Imprese

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