L’ultimo giorno del trimestre si gli investitori sembrano aver rotto gli indugi muovendosi verso asset rischiosi visto che da una parte il cessate il fuoco in Medio Oriente sembra reggere, dall’altra emergono progressi sul fronte dei colloqui commerciali, mentre il prezzo del petrolio scende e il dollaro resta ai minimi di tre anni. Dopo una chiusura coi fiocchi di Wall Street venerdì, le borse asiatiche sono intonate per lo più al rialzo e quelle europee sono viste aprire in rialzo.
Si fanno progressi sui dazi, ma non sul pacchetto fiscale di Trump
A dar fiducia ai mercati è stata la notizia che i colloqui commerciali tra Stati Uniti e Canada sono ripresi dopo che il Primo Ministro Carney ha accettato di revocare la tassa digitale richiesta dal Presidente Trump. La nuova scadenza per questo provvedimento è il 21 luglio, prorogando la data originariamente fissata da Trump al 9 luglio. Sembra che quest’ultima verrà estesa anche ad altri colloqui: la scorsa settimana il Segretario al Tesoro Bessent ha suggerito che potrebbero concludersi entro il 1° settembre, giorno festivo del Labor Day. I team commerciale indiano e il negoziatore giapponese hanno entrambi prolungato la loro permanenza a Washington per appianare le divergenze, in vista del raggiungimento di un accordo prima della scadenza del 9 luglio, secondo quanto riferito da fonti vicine alla questione. I negoziati in presenza, inizialmente previsti fino al 27 giugno, sono stati prorogati, alimentando le speranze di un accordo commerciale almeno provvisorio. Anche Taiwan ha affermato di aver compiuto ” progressi costruttivi ” nel secondo round di colloqui commerciali con gli Stati Uniti. Entrano oggi in vigore le riduzioni tariffarie per i prodotti automobilistici e aerospaziali britannici esportati negli Stati Uniti. Lo ha annunciato il governo di Londra, che ha definito l’accordo con Washington un “importante sostegno” ai settori strategici nazionali.
Le manovre bilaterali degli Stati Uniti con alleati e partner strategici preoccupano invece Pechino. Il ministero del Commercio cinese ha dichiarato che la Cina si opporrà “con fermezza” a ogni accordo che penalizzi gli interessi cinesi in cambio di riduzioni tariffarie da parte americana, annunciando “ferme contromisure” in caso di sviluppi sfavorevoli.
Gli investitori seguono con attenzione l’avanzamento di un’imponente proposta di legge statunitense di tagli fiscali e di spesa che sta lentamente avanzando al Senato, con segnali che potrebbero non essere approvati entro la scadenza del 4 luglio, fissata da Trump. Il Congressional Budget Office, un ente indipendente, stima che la misura aggiungerebbe quasi 3.300 miliardi di dollari al deficit degli Stati Uniti nell’arco di un decennio. I repubblicani al Congresso continuano a sostenere i 4.500 miliardi di dollari di tagli fiscali previsti dal pacchetto, che prorogano quelli del 2017 e creano nuove agevolazioni per i lavoratori. Ma i tagli alla spesa per 1.200 miliardi di dollari hanno creato numerosi problemi.
Wall Street attende il dato sul lavoro
L’impennata dei titoli azionari dopo il crollo di aprile ha spinto l’S&P 500 al suo primo record da febbraio, con l’indicatore che ha superato venerdì quota 6.170 venerdì. L’indice ha guadagnato il 10% in questo trimestre, il sesto rialzo in sette trimestri. La maggior domanda è andata per il settore tecnologico statunitense e per i titoli azionari in crescita a grande capitalizzazione, tra cui Nvidia, Alfabet e Amazon.
L’attenzione è per i dati sul mercato del lavoro Usa questa settimana. Siccome venerdì è festivo negli Usa, il dato chiave sui payroll verrà pubblicato giovedì: gli analisti prevedono un aumento di 110.000 unità a giugno, con un tasso di disoccupazione che raggiungerà il livello più alto in quasi un anno, attestandosi al 4,3%. La resilienza del mercato del lavoro è una delle ragioni principali per cui la maggior parte dei membri della Federal Reserve afferma di potersi permettere di aspettare a tagliare i tassi finché non sarà in grado di valutare il vero impatto delle tariffe sull’inflazione; pertanto, un rapporto debole alimenterebbe le speculazioni su un taglio dei tassi a luglio anziché a settembre. Il presidente della Fed Jerome Powell avrà l’opportunità di ribadire la sua cauta visione quando martedì si unirà ai presidenti di altre banche centrali al forum della Banca centrale europea a Sintra.
I future di Wall Street oggi salgono di circa lo 0,4% a massimi storici, con gli investitori che si accalcano di nuovo sui titoli a grande capitalizzazione per il nuovo trimestre.
Asia, Nikkei di Tokyo in positivo mentre continuano i colloqui sui dazi
Borse dell’Asia-Pacifico sono contrastate nell’ultima seduta di un eccellente semestre: il bilancio provvisorio dell’indice MSCI Asia-Pacific è intorno a +12,5%. Soltanto nell’ultimo mese è salito del +5%
L’indice Nikkei-225 che ha guadagnato l’1,5% raggiungendo il livello più alto da un anno, dopo che il principale negoziatore giapponese ha prolungato la sua permanenza negli Stati Uniti per ulteriori colloqui. A trainare l’indice sono stati i titoli tecnologici. I dati di oggi hanno mostrato una produzione industriale cresciuta a un ritmo molto più lento del previsto a maggio, a fronte di una domanda esterna più debole, principalmente a causa dei dazi statunitensi sulle automobili.
In Cina, l’indice composito di Shanghai cinese sale dello 0,3%, mentre lo Shanghai Shenzhen CSI 300 è piatto. Entrambi gli indici puntano a guadagnare oltre il 2% a giugno. L’Hang Seng di Hong Kong perde lo 0,6% lunedì, ma è destinato a guadagnare il 3,5% questo mese. Il settore manifatturiero cinese ha mostrato una contrazione a un ritmo inferiore alle aspettative a giugno, poiché i produttori nazionali hanno continuato a lottare con la debole domanda esterna e gli elevati dazi commerciali statunitensi.
Il Kospi della Corea del Sud sale dello 0,8% ed è sulla buona strada per registrare un guadagno mensili stellari di oltre il +14%. A maggio la produzione industriale della Corea del Sud è diminuita per il secondo mese consecutivo. L’indice australiano sale dello 0,4%, avviandosi al terzo rialzo mensile consecutivo.
Crescono i timori per l’ulteriore crollo del dollaro
Nelle ore asitiche i rendimenti dei titoli del Tesoro Usa a 10 anni sono rimasti stabili al 3,28%, dopo essere scesi di 9 punti base la scorsa settimana. Il dollaro invece non se l’è cavata altrettanto bene, in parte a causa del timore che i dazi e le politiche caotiche della Casa Bianca possano rallentare la crescita economica e indebolire la pretesa di eccezionalità del Paese. L‘euro si è attestato vicino al suo massimo da settembre 2021 a 1,1735 dollari, dopo essere salito dell’1,7% la scorsa settimana, mentre la sterlina si è attestata vicino a un picco simile a 1,3733 dollari.
Il dollaro ha perso lo 0,5% sullo yen a 143,86, e lo 0,1% sul dollaro canadese a 1,3665 in seguito alle notizie commerciali. L’indice del dollaro è sceso a 97,075, un soffio sopra i minimi di tre anni. James Reilly, economista senior dei mercati presso Capital Economics, ha detto a Reuters che in questa fase dell’anno il dollaro è sceso più che in qualsiasi altro anno precedente da quando gli Stati Uniti sono passati a un tasso di cambio fluttuante nel 1973. “A questo punto, un’ulteriore debolezza potrebbe autoalimentarsi man mano che i portafogli europei/asiatici sotto-coperti inseguono la mossa”, ha aggiunto. “Quindi, sospettiamo che questo potrebbe essere un periodo cruciale per il dollaro: o inverte la rotta o c’è un altro calo del 5% circa dietro l’angolo.”
Nei mercati delle materie prime, la ripresa generale del sentiment sul rischio ha indebolito l’oro, che si è attestato sui 3.284 dollari l’oncia, ben lontano dal massimo storico di 3.500 dollari registrato ad aprile.
I prezzi del petrolio hanno continuato a subire ribassi a causa delle preoccupazioni relative ai piani di aumento della produzione dell’OPEC+, che hanno contribuito a un calo del 12% la scorsa settimana.
Il Brent è sceso di altri 14 centesimi a 67,63 dollari al barile, mentre il greggio statunitense è sceso di 28 centesimi a 65,24 dollari al barile.
Borse europee viste in rialzo. A Piazza Affari occhi a Iveco
Le borse europee sono viste aprire in rialzo, sulla base del Future Euro Stoxx 50 Set a +0,3%.
Iveco. Questa settimana dovrebbero essere presentate offerte per l’unità di difesa di Iveco. Tra gli offerenti, figurano la joint venture tra Leonardo e Rheinmetall, il consorzio franco-tedesco Knds e la ceca Csg, secondo Il Corriere della Sera.
Enav. Sabato sera, i voli nel nord-ovest dell’Italia sono stati sospesi per due ore circa a causa di un malfunzionamento nel sistema radar a Milano, si legge in una nota.
Illimity-Banca Ifis. L’Opas lanciata da Banca Ifis su Illimity è terminata con adesioni pari all’84,09%.
Il Sole 24 Ore. Si conclude l’OPA volontaria totalitaria su azioni speciali lanciata da Confindustria tramite il veicolo Zenit.
Ovs. Ha presentato un’offerta per ottenere il controllo della catena di prodotti per la casa Kasanova, il progetto prevede un aumento di capitale da 10 milioni di euro. Lo riferisce il Corriere della Sera di domenica.
Banca Sella Holding ottiene primo rating investment da S&P: BBB-/A-3 con outlook stabile