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Le Borse riscoprono l’incubo del terrorismo e l’indice della paura risale

L’allarme della Bce per i “rischi dell’eccessiva forza dell’euro” non ha avuto l’impatto che probabilmente speravano i banchieri della Bce. Poche ore dopo la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione della banca di Francoforte la moneta unica ha cancellato le perdite iniziali e recuperato il terreno perduto, risalendo a quota 1,17305 sulla valuta Usa. Una prova di forza dell’euro, impermeabile anche allo shock per l’attentato di Barcellona?

Semmai è più sensato parlare di dollaro in stato confusionale a fronte della grave crisi in cui sembra precipitare ogni giorno di più l’amministrazione Usa, investita dal conflitto tra le due anime dello staff di Donald Trump: da una parte l’oltranzista Steven Bannon, alfiere dell’estrema destra e del nazionalismo economico, dall’altra Gary Cohn, responsabile dello staff economico, assai più morbido in materia di protezionismo e lontano dai proclami del suprematismo bianco. La bilancia in questi giorni sembra pendere dalla parte di Bannon, al punto che per alcune ore ieri si è parlato delle prossime dimissioni di Cohn.

La notizia è stata smentita, ma questo non ha evitato che Wall Street vivesse il tonfo più grave da maggio. Sul mercato valutario, oltre al rimbalzo dell’euro e dello yen, merita sottolineare l’impressionante marcia del bitcoin, trattato attorno ai 4,500  dollari dai 1.000 circa di inizio anno. L’aria di tempesta spiega la cautela di Mario Draghi, che ha già fatto sapere che nel prossimo meeting di Jackson Hole eviterà gli argomenti più “caldi” ma anche i dubbi della Fed. Fino a che punto la confusione politica di Washington può compromettere la ripresa? Ha senso proseguire nella politica di graduale aumento dei tassi in assenza di scelte chiare in materia di fisco e di bilancio federale? La fine dell’estate, insomma, coincide con l’avvio di una stagione di incertezze, la situazione meno gradita dai mercati.     

TOKYO -1%, SALGONO L’ORO E L’INDICE DELLA PAURA 
 
Meteo Borsa registra le tensioni in atto sul fronte politico e del terrorismo. Si avvia ad una chiusura in rosso la Borsa del Giappone -1%. In calo dello 0,4% Hong Kong. Seul perde lo 0,6%. In forte ribasso il titolo del produttore di pc Lenovo -4,2% dopo i risultati. Mumbai lo 0,7%. A Wall Street l’indice S&P 500 ha registrato la peggior performance negli ultimi tre mesi: -1,54%. Giù anche Dow Jones -1,24% e Nasdaq –1,94%. E’ schizzato verso l’alto l’indice Vix che misura la volatilità: +32% a 15,5 punti. L’oro è in risalita per il secondo giorno consecutivo a 1.288 dollari l’oncia. 

ANCHE APPLE CONTRO TRUMP. CADE WAL-MART 

Tim Cook, ceo di Apple -1,9%, si è unito ieri al coro di proteste dei Big del business americano che si sono dissociati da Donald Trump dopo le dichiarazioni del Presidente che ieri ha rincarato la dose criticando l’abbattimento delle statue in memoria dei Confederati. Negativi anche i dati aziendali: Cisco ha lasciato sul terreno il 4% dopo i dati aziendali. Male anche Wal-Mart -1,6%. Il colosso delle vendite al dettaglio ha messo a segno un utile di 2,90 miliardi di dollari, 96 centesimi per azione, in ribasso dai 3,78 miliardi, 1,21 dollari per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso.

BRILLA ALIBABA : RICAVI +56% 

Brilla invece Alibaba +2,77% attorno ai 164 dollari, sui massimi di sempre. I risultati del trimestre del colosso dell’e-commerce cinese sono stellari: i ricavi sono saliti del 56% anno su anno a 50,1 miliardi di yuan, pari a 7,51 miliardi di dollari. Il petrolio ha chiuso in rialzo dell’1,5% a 51,1 dollari il barile, A Piazza Affari è scesa Eni -1,3%. Saipem -0,4%. La società si è aggiudicata un nuovo contratto nel segmento Exploration&Construction del valore di circa 850 milioni di dollari. 

SULL’APERTURA EUROPEA L’INCUBO DEL TERRORE 

Chiusura in calo per le Borse del Vecchio Continente, frenate dal monito sull’euro dei verbali della Bce e dall’andamento dell’inflazione, ancora in flessione. Non ha pesato invece l‘eco dell’attentato di Barcellona, avvenuto a ridosso della chiusura. Ma le vicende in Catalogna peseranno sull’apertura di stamane. Nel corso della notte, i terroristi hanno tentato di colpire un’altra volta, sempre in Catalogna, a Cambrils: i feriti tra i civili sono sei, di cui due molto gravi. La polizia ha ucciso in un conflitto a fuoco quattro sospetti terroristi, pare che indossassero cinture imbottite di esplosivo. 

A Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha ceduto lo 0,89% a quota 21.789. In discesa anche Francoforte -0,49%, Parigi -0,57% e Londra -0,61%. In occasione del meeting del 20 luglio, i rappresentanti del direttorio della Banca centrale europea hanno espresso preoccupazione per la possibile eccessiva reazione dell’euro sottolineando che le favorevoli condizioni di finanziamento “non possono essere date per scontate” e dipendono dalla politica monetaria accomodante di Francoforte. 

Il messaggio di Mario Draghi ha prodotto un effetto immediato: la moneta unica è scivolata nel giro di pochi minuti sotto quota 1,17 sul dollaro (-0,8%) ai minimi dal 27 luglio, salvo poi dimezzare la perdita nel finale della seduta (chiusura a 1,714 con un calo dello 0,4%). 
I Btp hanno archiviato in modesto rialzo una seduta dai volumi tipicamente estivi in cui le minute Bce del meeting di fine luglio non hanno impresso una direzione precisa. Lo spread tra Italia e Germania vale 160 punti base,sui valori della vigilia. lo stesso livello della precedente chiusura. Analogamente il tasso del decennale di riferimento scambia a 2,03% dal 2,04% di mercoledì. 

SOTTO PRESSIONE BANCARI E GESTITO 

La prospettiva di un rinvio dell’aumento dei tassi in Usa e dl mancato tapering in Europa ha pesato sul comparto bancario che ha lasciato sul terreno l’1,27%. In forte calo Unicredit -2,05% e Ubi Banca –2,62%. Banco Bpm arretra dell’1,58% nonostante gli analisti di Barclays abbiano alzato il target a 4,15 euro dai 3,3 precedenti confermando il giudizio Overweight. Tiene meglio Banca Intesa -0,34%. 
Male anche gli altri finanziari. In lettera il  risparmio gestito: Fineco –1,8%, Azimut -1,54%. Giù le assicurazioni: Generali -0,84%, Ugf -1,04%. 

FRENA L’AUTO, SI DIFENDE CNH 

In rosso il settore automotive. Le smentite che giungono alla spicciolata dalla Cina, riguardo alle voci su offerte d’acquisto di alcuni brand, hanno sgonfiato solo parzialmente Fiat Chrysler -1,9% ed Exor -1,79%. Giù anche Ferrari -1,06% e Brembo -1,01%. In linea di galleggiamento Cnh Industrial -0,15%, favorita dal miglioramento del target price da parte di JP Morgan. 

SALE IL LUSSO. POSITIVA RECORDATI E MEDIASET 

Da segnalare ancora: perdono colpi le utilities dopo un avvio brillante: Enel -0,6%. Il gruppo ha siglato un accordo di tax equity del valore di circa 340 milioni di dollari per il progetto del parco eolico Red Dirt, in Oklahoma, da 300 megawatt. All’indomani del massimo storico, Atlantia ha perso l’1,1%. In evidenza il lusso: Moncler +1,88%, Tod’s +1,6%, Yoox +0,77%. Fa eccezione Salvatore Ferragamo -1,98%. In rialzo anche Recordati +0,77%, Mediaset +0,53% e Campari +0,33%.

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