X

Le Borse puntano sull’intesa sui dazi, Tim svetta a Milano

La Turchia parte all’attacco dei curdi in Siria, ma un accordo parziale sui dazi è meglio di un non accordo e un rinvio della Brexit è meglio di una hard Brexit: mettendo da parte le preoccupazioni geopolitiche e scommettendo su queste due possibilità le Borse europee recuperano parte delle perdite di ieri e chiudono in rialzo. Piazza Affari sale dello 0,6%, a 21.533 punti. Francoforte è la migliore, +1,04%; seguono Parigi +0,78%, Madrid +0,55%, Londra +0,36%. Il clima cautamente ottimista sorregge Wall Street, che parte bene, nonostante le tensioni internazionali peggiorino con l’avvio dell’attacco turco in Siria. Una mossa bocciata duramente dalla Ue e che mette a rischio i finanziamenti europei ad Ankara.

Alla vigilia della ripresa delle trattative commerciali a Washington fra Usa e Cina, ci si attacca alle indiscrezioni d Bloomberg secondo cui Pechino accetterà un accordo limitato purché non vengano imposte ulteriori tariffe; in cambio offrirà concessioni non essenziali come acquisti di prodotti agricoli. Sulla sponda occidentale dell’Atlantico si attendono anche le minute dell’ultima riunione Fed, dopo l’annuncio di ieri di Jerome Powell, che interverrà con acquisti di treasury per stabilizzare il mercato dei prestiti a breve termine. Non è una riedizione del Qe, dice, ma l’effetto potrebbe essere simile. Oggi il banchiere centrale sembra aprire le sue ali da colomba e aggiunge che l’economia americana è in buone condizioni e la che Fed deve fare il possibile per far si che la situazioni non cambi.

In Europa intanto si cerca di districare l’intricata matassa della Brexit. C’è chi parla di un’importante concessione Ue nell’ambito dei negoziati e scommette sul fatto che, se un accordo non verrà raggiunto entro il 31 ottobre, si sceglierà un rinvio. Il negoziatore europeo Michel Barnier però ribadisce che un accordo prima di fine mese sarà “molto difficile” e che l’ultima proposta arrivata da Londra è inaccettabile.

Tornando a Milano: capofila delle blue chip di Piazza Affari è Telecom, +3,12%, sull’ipotesi di operazioni straordinarie in vista, come lo scorporo e la successiva quotazione delle attività data center. Bene Prysmian +2,04%. Atlantia recupera il 2%, sulle attese di una partecipazione in Alitalia che, si pensa, possa migliorare i rapporti con il governo e scongiurare la revoca della licenza della controllata Autostrade. Intanto l’Ansa scrive che Lufthansa (+0,1% a Francoforte) ha inviato ieri una lettera a Ferrovie dello Stato nella quale si proporrebbe come alternativa a Delta nella nuova compagnia tricolore.

Il lusso è in ripresa con Moncler +1,87%, in attesa che questa sera Lvmh alzi il velo sull’andamento delle vendite nel terzo trimestre dell’anno.

Le banche sono contrastate: bene Intesa, +0,84%, giù Mps -1,44%, nell’attesa del verdetto dell’Unione europea sull’operazione proposta dal Tesoro di alleggerire l’istituto di 10-14 miliardi di euro di npl. Operazione che, se andasse in porto, renderebbe più appetibile la banca, facilitando l’uscita del Mef dal capitale (con una quota quasi pari al 70% delle azioni). Galleggia Mediobanca +0,16%, sui cui volteggiano molti investitori, da Leonardo Del Vecchio a Ennio Doris. Ieri il patron di Luxottica, recentemente salito al 7% di Piazzetta Cuccia, ha dichiarato a Radiocor di auspicarsi un nuovo piano industriale che “non basi i risultati solo su Generali e Compass, ma progetti un futuro da banca di investimenti”.  Una sorta di guanto di sfida lanciato ad Alberto Nagel, che dovrà presentare il piano il prossimo 12 novembre.

La maglia nera del listino va a Leonardo -1,75%, arretrano le utility: Italgas -0,99%; Snam -0,81%; Hera -0,3%; Terna -0,55%.

Sul secondario il rendimento del Btp decennale sale a +0,86%, ma lo spread con il Bund scende a 141 punti base (-1,61%) per la risalita del rendimento di quest’ultimo, da -0,6% di ieri a -0,55% di oggi. Reuters scrive intanto che l’emissione del bond in dollari, il primo dal 2010, sarà da 7 miliardi e che gli ordini complessivi hanno già superato i 18 miliardi.

L’euro si rafforza leggermente sul dollaro, con il cambio a 1,098. Oro in crescita a 1512 dollari l’oncia. Petrolio in ripresa, nonostante le scorte di petrolio negli Stati Uniti siano salite per la quarta volta di fila dopo 5 settimane in calo. Brent +1,6%, 59,16 dollari al barile.

Related Post
Categories: Finanza e Mercati