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Le Borse degli emergenti: anche i Brics piangono

Le economie crescono, i Paesi si sviluppano, le prospettive sono rosee ma le borse degli emergenti continuano a crollare contagiate dalla sfiducia che si sta propagando nei mercati europei e Wall Street. Indubbiamente il problema dell’inflazione, come l’apprezzamento delle valute, pesano sulle scelte degli investitori. Ma il motivo di questa frenata finanziaria non è da cercare tanto nell’economia reale, che pure segnala qualche rallentamento.

In un momento di perdite generalizzate i fondi e le banche d’investimento come gli hedge funds monetizzano i titoli che hanno reso loro di più. E sono proprio le azioni e le obbligazioni dei Paesi emergenti che hanno offerto agli investitori le maggiori soddisfazioni negli ultimi anni. Purtroppo però, ora che tutto va male, sono anche i primi a farne le spese.

Brasile – L’indice Bovespa ha perso il 25,67% dall’inizio dell’anno, di cui circa la metà, il 12,67%, solo nell’ultimo mese. Ma se consideriamo gli ultimi 3 anni la borsa del Brasile è ancora in verde con una crescita del 2,83% e schizzerebbe a un +69,15% se considerassimo gli ultimi 5 anni. Pensare che mercoledì il Bovespa ha registrato il peggior calo dal novembre del 2010 chiudendo a -5,70%.

India – Il Bombay Stock Exchange’s Sensitive Index ha chiuso oggi con una perdita del 2,35%. Dal suo maggior picco lo scorso novembre ha perso il 22%, circa il 13% nell’ultimo mese. Anche la Borsa indiana ha ottenuto un’ottima performance nel lungo periodo: se guardiamo agli ultimi tre anni notiamo che il Bses Index mantiene il segno positivo con un aumento del 10,99%.

Russia -L’indice Rts, che quest’anno è stato il più forte in tutta Europa toccando un +10,8%, è sceso nelle ultime settimane (-20% circa) risentendo delle inquietudini sul rallentamento dell’economia globale, ora perde il 3,7%. Il Micex, l’indice russo denominato in rubli, perde (alle 12 di Mosca) il 3,1%, la sua maggior perdita nell’ultimo anno.

Cina – Lo Shanghai Sse Composite ha perso il 9,39% nell’ultimo mese ma sui tre anni vede ancora una crescita positiva dell’8,10%. Certo la Banca centrale cinese influenza, con le sue mosse per contrastare l’inflazione (dall’inizio dell’anno ha aumentato tre volte i tassi d’interesse e sei volte la percentuale di riserve obbligatorie delle banche).

Sudafrica – Anche il Sudafrica non sta andando bene in Borsa. Lo Ftse di Joahnnesburg ha perso il 10,31% da gennaio, ma dallo scorso agosto rimane ancora positiva di un 6,11%.

Turchia – L’Istanbul Stock Exchange ha perso lunedì 8 agosto il 7% registrando il maggiore calo degli ultimi tre anni. Oggi perde l’,1,7% verso le 14. L’Ise national 100, che comprende le 100 maggiori imprese del Paese ha perso nell’ultimo mese il 19%.

Fonti dati: Boursorama, Bloomberg 

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