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La scuderia Agnelli corre, le banche ko: Piazza Affari in parità

Imagoeconomica

Le massicce vendite sui titoli bancari frenano Piazza Affari che chiude piatta, -0,03%, 19.165 punti, in coda ai listini europei. Pesa la prospettiva di un risanamento del settore che sembra non finire mai, a seguito delle richieste della Bce di aumentare le coperture fino a svalutare integralmente lo stock di crediti deteriorati seppur con tempi differenziati da istituto a istituto entro il 2026. Secondo Mediobanca Securities l’impatto sul sistema creditizio italiano sarebbe di circa 18 miliardi l’anno di ulteriori svalutazioni. La fuga dalle banche è in parte contrastata dagli acquisti sulla galassia Agnelli. In particolare tutti continuano ad andare pazzi per la Juventus, +7,19%, che dal suo debutto sul listino principale ha già guadagnato il 30% circa.

In rialzo il resto d’Europa, complice il buon andamento di Wall Street: Francoforte sale dello 0,33%; Parigi +0,49%; Madrid +0,36%. Archivia una seduta di ottimo umore Londra, +0,6%, in attesa del voto sull’accordo siglato da Theresa May con la Ue sulla Brexit. Una bocciatura sembra probabile, ma gli scenari futuri dipenderanno da quanto sonoro sarà il no che verrà probabilmente espresso dalla Camera dei Comuni.

Nell’attesa fanno riflettere le parole di Mario Draghi, presidente della Bce, al Parlamento Europeo: “Le sfide globali possono essere affrontate solo insieme: è questa unione che esalta la capacità dei singoli paesi di mantenere la sovranità sulle questioni rilevanti, la sovranità che altrimenti andrebbe persa in questo mondo globale”.

Wall Street, dopo un’apertura in ordine sparso, viaggia positiva, guardando ai nuovi stimoli che le autorità cinesi stanno valutando di mettere in campo contro il rallentamento dell’economia e al balzo di Netflix che spinge il Nasdaq (+1,5% al momento), due elementi che mettono in ombra i risultati deludenti di JPMorgan e Wells Fargo.

L’euro è in calo sul dollaro, in area 1,139. Il petrolio, Brent +1,42% a 59,83 dollari al barile. Oro in leggera discesa a 1289 dollari l’oncia.

Sul Ftse Mib la lista dei titoli peggiori è guidata da Ubi, -4,97%, con Bper -4,74% e Banco Bpm -4,13%. Fuori dal listino principale Monte Paschi prosegue la sua caduta vertiginosa, -7,65% (per un valore di 1,25 euro per azione). Contro le richieste di Francoforte si scagliano i 5 Stelle e il vicepremier Matteo Salvini, che parla di “intervento a gamba tesa”. Un “nuovo attacco della vigilanza Bce al sistema bancario italiano e a Mps”.

Male Unipol -4,45% e Leonardo -3,76%.

Gli acquisti si riversano su Juventus, Fca +2,12%; Ferrari +1,99% (secondo Bernstein il titolo è caro, ma i risultati aziendali non deludono mai); Cnh +1,84%. Fra i petroliferi spicca Saipem +1,6%.

Si ferma in rosso l’obbligazionario: il rendimento del decennale sale al 2,87% e lo spread con il Bund cresce a 266.30 punti base (+1,52). Intanto prende corpo il nuovo Btp a 15 anni e Reuters scrive che circa il 70% della domanda proviene da investitori esteri, in larga maggioranza europei.

In giornata Bankitalia informa che il debito pubblico italiano a novembre ha raggiunto un nuovo record: 2.345,3 miliardi, con un aumento di 10,2 miliardi rispetto al mese precedente.

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