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La Juve perde per la prima volta in campionato, Napoli accorcia

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E venne il giorno in cui cadde la Signora. Alla 28esima giornata, dopo la bellezza di 24 vittorie e 3 pareggi, la Juventus conosce il sapore della sconfitta, fin qui sconosciuto in campionato. Il merito è del Genoa, unica squadra in Europa ad aver affrontato i bianconeri per due volte senza perderne nemmeno una, ma ovviamente una grossa fetta di contributo l’hanno data le stanchezze europee, decisive sia sul rendimento dei giocatori che sulle scelte di formazione.

Allegri infatti, oltre a Cristiano Ronaldo (nemmeno in panchina), ha fatto rifiatare anche Szczesny, Chiellini, Bernardeschi e Matuidi: decisione comprensibilissima per chi, dall’alto di un enorme vantaggio in classifica, può e deve mollare qualcosa in virtù di un sogno chiamato Champions, ma evidentemente decisiva ai fini del risultato.

“Sicuramente la partita di Coppa ha pesato – ha riconosciuto Allegri – Meno male che il ko è arrivato adesso, avremo la sosta per ricaricarci fisicamente e psicologicamente. Questa è una sconfitta che può farci bene, prima o poi doveva succedere e dunque cerchiamo di farne tesoro. Avevamo già rischiato nel primo tempo, poi nel secondo, pur migliorando, sono arrivati i due gol. Ad ogni modo penso che i ragazzi stiano facendo molto bene, non si può certo pensare di vincere tutte le partite”.

Discorso condivisibile, tanto più che il ko in questione non porterà a nessun tipo di conseguenza. Dal 2-0 di Marassi (72’ Sturaro, 81’ Pandev) però emergono alcuni elementi che possono, se non allarmare, quantomeno preoccupare tecnico e società. Le prestazioni di Perin, Rugani e Dybala, giusto per citare i tre peggiori, confermano che la differenza tra Juve A e Juve B esiste, eccome se esiste, e non sempre possono bastare gli episodi per annullarla.

Ad ogni modo la sconfitta può considerarsi indolore: il successo del Napoli sull’Udinese, infatti, non cambia praticamente nulla in chiave scudetto. Agli azzurri però i 3 punti servivano lo stesso, sia per questioni di classifica (c’era da rimettere al sicuro il secondo posto) che di morale. Missione compiuta, seppur con i soliti patemi: un match che sembrava chiuso dopo neanche mezz’ora grazie all’uno-due firmato da Younes (17’) e Callejon (26’) si è clamorosamente riaperto con i gol di Lasagna (30’) e Fofana (36’).

Lo spavento più grande però, più che l’Udinese, lo ha procurato Ospina, crollato al suolo senza sensi per un colpo alla testa, a scoppio ritardato, in seguito a uno scontro con Pussetto. Il portiere è stato trasportato in ospedale dove, fortunatamente, ha ripreso conoscenza, permettendo ai compagni di vivere un secondo tempo senza pensieri. E loro hanno ringraziato trovando prima il 3-2 col solito Milik (57’), poi il definitivo 4-2 con un bel sinistro a giro di Mertens (70’).

“E stata una sfida aperta contro un avversario che ha giocato bene – l’analisi di Ancelotti – Quando giochi il giovedì sera non riesci ad essere fresco mentalmente, l’Europa porta via tante energie e c’è da aspettarsi queste difficoltà, ma siamo riusciti a vincere. Ora ci servono tre successi per mettere al sicuro il secondo posto, poi penseremo all’Arsenal”.

Le sfide che più contano, insomma, arriveranno sul fronte europeo e questo accomuna, senza ombra di dubbio, sia Juve che Napoli. Perché il duello tra le grandi rivali degli ultimi anni non si ferma certo di fronte alla classifica.

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