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La Juve cerca il riscatto senza CR7, la Roma si sfascia a Bergamo

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Obbligata a vincere, anche senza Ronaldo. La Juventus si prepara alla partita con il Brescia (ore 15) con la consapevolezza di non poter più sbagliare, pena rischiare di compromettere la corsa scudetto, indipendentemente dalla scelta di far riposare CR7, nemmeno convocato. La domenica che ci apprestiamo a vivere, sulla carta, sembrerebbe essere piuttosto favorevole alla Signora e non solo per il match casalingo contro la penultima in classifica: Lazio-Inter di stasera infatti, qualunque sia il risultato, toglierà punti a qualcuno. I bianconeri dunque possono approfittarne, a patto di non fallire il proprio incontro: sarebbe davvero imperdonabile e creerebbe una vera e propria bufera, peraltro in un ambiente molto meno sereno del solito.

“Pensiamo alla nostra partita senza guardare gli altri, in questo periodo non può esserci nulla di decisivo – ha tagliato corto Sarri. – Era palese fin dall’inizio che questo sarebbe stato un campionato diverso, quindi dobbiamo trovare stimoli da questa situazione. Penso sia stimolante essere lì a giocarsi lo scudetto fino alla fine, potrebbe darci grandi motivazioni… Ora però concentriamoci sul Brescia, è una squadra che ha fatto meglio in trasferta che in casa, non è semplice da affrontare. In questa fase non esistono partite facili, il girone di ritorno è sempre più complicato dell’andata”. La sua Juventus però non può più permettersi errori, perché gli ultimi risultati (la sconfitta di Verona su tutti, ma anche il pareggio stentato di Milano) hanno creato dubbi e incertezze, anzitutto sulla guida tecnica.

La cena con Agnelli e Paratici, più che mandare un messaggio di unità, ha confermato la necessità di confrontarsi, il resto lo hanno fatto le voci su Guardiola, letteralmente esplose dopo la squalifica del City dalle prossime due edizioni della Champions League. A completare il quadro ecco poi le parole di Klopp, che ha indicato la Juve come la favorita per salire sul tetto d’Europa: giusto un po’ di pressione in più su un allenatore già nell’occhio del ciclone. Urge una vittoria bella e convincente, utile quantomeno a spazzare via qualche nube. Sarri, nonostante gli infortuni di Douglas Costa e Bernardeschi e la decisione di lasciare a riposo Ronaldo, insisterà sul 4-3-3 con Szczesny in porta, Danilo, Rugani, Bonucci e Alex Sandro in difesa, Ramsey, Bentancur e Rabiot a centrocampo, Cuadrado, Higuain e Dybala nel tridente offensivo. 

Da segnalare poi il rientro tra i convocati di Chiellini, di nuovo pronto a respirare il clima partita, seppur dalla panchina, dopo quasi sei mesi lontano dai campi. Lopez, privo di tre pezzi da 90 come Tonali, Torregrossa e Joronen, tenterà quella che sarebbe una vera e propria impresa con lo stesso sistema di gioco dei rivali, con Alfonso tra i pali, Sabelli, Mateju, Chancellor e Martella nel reparto arretrato, Bisoli, Dessena e Bjarnason in mediana, Zmrhal sulla trequarti, Ayé e Balotelli in attacco. Le vittorie di Lecce e Genoa contro Spal e Bologna rendono ancor più interessante la lotta salvezza, la cui quota a questo punto si sposta decisamente verso l’alto, rischiando di coinvolgere anche squadre che pensavano a tutt’altro. 

La corsa al quarto posto invece si colora di nerazzurro: lo spareggio Champions tra Atalanta e Roma, infatti, se l’è preso Gasperini, ora a +6 (ma di fatto sono 7 visti gli scontri diretti a favore) su Fonseca. A Bergamo è andata in scena una bellissima partita tra due squadre votate all’attacco e decise a vincere a ogni costo, e proprio come da pronostico sono stati i nerazzurri a prendersi l’intera posta in palio, lasciando i giallorossi in piena crisi di risultati e di identità. I numeri elencati alla vigilia non lasciavano presagire nulla di buono per Fonseca, chiamato a rialzarsi dopo un inizio di 2020 terribile: questa, pur essendo una partita molto complicata, poteva essere l’occasione giusta per far girare il vento, invece ha sancito la terza sconfitta consecutiva, la quinta nelle ultime 8 giocate.

E dire che le cose si erano messe bene visto che l’Atalanta, nonostante il predominio territoriale, aveva concesso una sbavatura gigantesca in chiusura di tempo, spalancando a Dzeko le porte dell’1-0 (45’). Ma Palomino, protagonista dell’erroraccio in questione, si riscattava poco dopo l’intervallo con la zampata dell’1-1 (50’), rimettendo i compagni in partita e la Roma all’angolo. E quando Pasalic, entrato da pochi secondi per Zapata, ribaltava il risultato con un destro a giro “alla Del Piero”, ecco che Bergamo poteva tornare a pensare alla Champions, presente e futura: mercoledì infatti a San Siro arriverà il Valencia, per un ottavo di finale imprevedibile e tutto da godere.

“E’ una vittoria importante, possiamo giocarcela e tornare in Champions – ha esultato Gasperini. – C’è la convinzione che possiamo arrivare davanti alla Roma. Ciò che stiamo vivendo noi in questo stadio e in trasferta è meraviglioso, anche  mercoledì a San Siro con il Valencia sarà così: ci saranno 40 mila persone, praticamente una città che si sposta per darci una grande spinta”. Completamente diverso invece l’umore in casa Roma, dove bisogna familiarizzare con il concetto di fallimento, a meno che, da qui in avanti, non ci sia una netta inversione di tendenza. “A livello di impegno non posso rimproverare nulla ai ragazzi, è soprattutto una questione di testa – il commento amaro di Fonseca. – Champions compromessa? Mancano ancora 14 partite e penso che tutto sia possibile: in un campionato così equilibrato chiunque può perdere punti…”.

Vero, e proprio la sua Roma, prima di Natale addirittura in scia scudetto, lo dimostra. Un conto però è perdere un paio di partite, un altro è crollare deliberatamente senza paracadute. A Fonseca e Petrachi il compito di trovarne uno, altrimenti la Roma di Friedkin non sarà più un loro problema.

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