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La Fed non tocca i tassi ma li aumenterà a dicembre: Powell al posto di Yellen

I tassi Usa saliranno, ma solo a dicembre. Sarà l’ultima decisione di Janet Yellen, giudicata “eccellente” dal presidente Donald Trump ma che a febbraio lascerà la guida della Banca centrale a Jerome “Jay” Powell, che sarà designato ufficialmente oggi dal presidente, in partenza alla volta del Giappone. È questa, in sintesi, la cronaca di una giornata densa di avvenimenti, compresi i conti di Facebook (-1,7% nel dopo Borsa) e di Tesla (-5% negli scambi serali) che ha visto Wall Street, dopo l’ennesimo record, ridurre i guadagni nel finale, sotto la pressione dei realizzi sul petrolio. Meglio l’Eurozona, trascinata al rialzo da Francoforte: la crescita europea a fine settembre sfiora il 2,4%, un risultato che non si vedeva da dieci anni. Le emozioni continuano oggi, con il probabile primo aumento dei tassi inglesi del decennio: anche sul piano monetario Londra s’allontana dall’Europa.

La Borsa di Tokyo, +0,2% a metà seduta, si avvia a chiudere in terreno positivo la settimana corta (domani sarà festa nel Sol Levante). L’indice Nikkei, in rialzo del 2% nella settimana, segna il massimo dal 1996. L‘indice Asia Pacific è al top da dieci anni ma sono in calo Hong Kong (-0,2%) e i listini di Shanghai e Shenzhen (-0,4%).

IL NUOVO PRESIDENTE DELLA FED SARÀ POWELL

A New York l’indice Dow Jones ha chiuso con un lieve rialzo +0,25%, S&P 500 +0,16%. In ribasso il Nasdaq, -0,17%. La quasi assoluta certezza di un rialzo dei tassi a dicembre (lo prevede il 98% degli operatori) non ha influenzato il dollaro, oggi debole sia nei confronti dello yen (113,91) che dell’euro (1,1654). In calo anche il T-bond a 2,361%. La curva dei rendimenti è la più piatta dal 2007: la Fed ha confermato che è iniziata, come da programma, la riduzione dei bond in bilancio.

ECONOMIA “SOLIDA”, OCCUPAZIONE IN CRESCITA

L’economia americana è “solida”, nonostante le conseguenze degli uragani ed il mercato del lavoro si rafforza. Così il comunicato della Fed al termine della riunione del board, a conferma del prossimo aumento dei tassi, il terzo del 2017. Sarà il canto del cigno di Janet Yellen, congedata seppur con i massimi onori da Donald Trump. Da febbraio alla guida della banca ci sarà Powell, che in materia di costo del denaro ha sempre votato in sintonia con l’attuale presidente della Banca.

A conforto dell’ottimismo sono arrivati i dati sull’occupazione nel settore privato, salita di 235.000 unità a ottobre, il dato più elevato da marzo. I dati complessivi, in uscita domani, dovrebbero segnalare un incremento superiore alle 300 mila unità. Peggio del previsto, però, l’andamento dell’indice Ism del settore manifatturiero, sotto le attese a 58,7 punti a ottobre contro i 59,5 stimati. Nonostante questo rimane saldamente sopra i 50 punti, livello che indica espansione. 

LE BUFALE PESANO SU FACEBOOK, TONFO DI TESLA

Nel dopo Borsa è uscita la trimestrale di Facebook (-1,7%): il giro d’affari è stato di 10,33 miliardi di dollari (9,84 miliardi le stime), ma salgono anche i profitti (1,59 dollari per titolo,31 cent in più delle stime). In media a settembre gli utenti del social network sono stati 2,07 miliardi al giorno (+16%). Il ribasso è giustificato dal fatto che la società ha anticipato che saranno necessari forti investimenti per contrastare il dilagare delle bufale e degli insulti sul sito coinvolto, tra l’altro, nelle indagini sul Russiagate.

Perde colpi Tesla (-5,04%) nell’after hours dopo aver annunciato perdite più pesanti del previsto (un rosso di 2,92 dollari per titolo) e confessato di aver prodotto solo 260 vetture modello S contro l’obiettivo di 1.500 pezzi.  

ESTEE LAUDER SBANCA LA CINA

Da segnalare il balzo in avanti di Estee Lauder (+9,2%) dopo la trimestrale. L’utile netto è addirittura cresciuto del 45%, a 427 milioni, con un utile netto per azione a 1,21 dollari. Diversificazione del brand e accelerazione del mercato cinese sono stati i principali fattori di successo secondo il Ceo Fabrizio Freda.

BOOM DI SAIPEM, OGGI I CONTI TENARIS

Il settore oil è stato il più brillante (+1,1%) ma nel pomeriggio il greggio si è raffreddato dopo il dato superiore alle stime sulle scorte Usa. Il Wti ha invertito la rotta cedendo lo 0,2% a 54,2 dollari al barile. Il Brent è sceso a 60,63 dollari. In forte crescita i petroliferi a Piazza Affari: Eni +1,28%, Saipem +5,27%, Tenaris +1,2%. Stamane verranno pubblicati i conti del trimestre. Fuori dal paniere principale Saras (+2,71%), Maire Tecnimont (+1,28%) e Trevi (+0,97%).

PIAZZA AFFARI VERSO QUOTA 23 MILA, FRANCOFORTE RECORD

Giornata di record per le Borse europee. Milano +0,87% rallenta nel finale: l’indice Ftse Mib scivola d’un soffio sotto quota 23 mila (22.991), comunque sui livelli dell’ottobre del 2015 Dopo aver raggiunto nel corso della seduta quota 23.061, massimo dal 20 agosto 2015. L’indice Dax di Francoforte sale dell’1,8% a 13.470 punti, nuovo massimo storico grazie a Infineon (+4,16%), alle utility e alle case automobilistiche. La Borsa di Parigi (+0,3%) sale ai massimi dal 2007. Ritraccia Madrid (-0,13%) dopo due giorni di rimbalzo.

OGGI L’AUMENTO DEI TASSI INGLESI. SPREAD A 144

In terreno lievemente negativo anche Londra. Il cross euro sterlina è sceso sui minimi da giugno. Oggi la Bank of England dovrebbe alzare i tassi di interesse: i dati macroeconomici diffusi stamattina sono coerenti con l’arrivo della prima stretta monetaria da 10 anni a questa parte. Chiusura in positivo, anche se sotto i massimi, per i Btp in una seduta dai volumi decisamente festivi.

Si conferma ad ogni modo il buon momento della carta italiana, su cui continuano le ricoperture innescate dalle decisioni della Bce e dal miglioramento del rating a opera di S&P. Lo spread Btp/Bund chiude a 144 punti, dopo essere sceso in mattinata fino a quota 142, ai minimi da fine ottobre del 2016. Il tasso sul decennale italiano ha oscillato tra l’1,82% e l’1,79%, il minimo dal 3 gennaio scorso. Il rendimento trentennale è a sua volta sceso sotto quota 3% per la prima volta da giugno, con un minimo di seduta al 2,96%. Grande attesa per la seduta odierna, la più impegnativa della settimana per la zona euro. Francia e Spagna offrono titoli a medio lungo termine per una cifra complessiva fino a 13,75 miliardi, incluso un indicizzato decennale spagnolo.

IL GRUPPO AGNELLI FA VOLARE MILANO. OGGI I CONTI FERRARI

Ancora in prima fila la galassia Agnelli sotto la spinta di Cnh Industrial +2,55%, sostenuta dai risultati trimestrali migliori del previsto e dal rialzo dei target per fine anno. Avanza anche Fiat Chrysler (+2,09%) in attesa dei dati sulle vendite di ottobre. Exor+1,45%. Nuovo rialzo per Ferrari (+0,87%) che oggi annuncerà i conti della trimestrale.

PIRELLI E STM IN RAMPA DI LANCIO

Non si placa la febbre per Stm: +1,88% a 20,60 euro. Aspettando i conti di Apple, la jv italo francese trae vantaggio dal rally di Sony (+11% a Tokyo) e di Samsung (+3,8% a Seoul dopo conti record). Seduta brillante anche per Pirelli: +3,56%, a 6,99 euro. Ritorno degli acquisti generalizzati sulle utilities: A2A +1,08%, Italgas +1,2%, Enel +1,13% e, tra le mid cap, Acea +3,93% e Iren +2,2%.

S&P ALZA LE PAGELLE DELLE BANCHE

I finanziari sono saliti senza entusiasmo: il paniere delle banche ha guadagnato lo 0,12%. Standard & Poor’s ha rivisto i giudizi sulle banche italiane a seguito dell’aumento del rating Italia. Migliora il voto di Intesa Sanpaolo (-0,28%), BBB da BBB- per il lungo termine e ad A-2 da A-3 per il breve termine con un outlook stabile, e di Unicredit (+0,2%), a BBB a lungo termine e ad A2 a breve termine, outlook stabile.

A Mediobanca (+1,38%, il titolo migliore del comparto) è stato assegnato un rating BBB da BBB- per il lungo termine e A-2 da A-3 per il breve termine. Confermati i rating di Ubi Banca e Credito Emiliano (entrambi BBB-/A-3, outlook stabile).

Banco Bpm +0,5%: è stato prorogato al 9 novembre il periodo di trattativa in esclusiva con Cattolica, in rialzo dello 0,5%. I due gruppi cercano un accordo nel bancassurance. Tra i pochi titoli in rosso Banca Mps (-0,85%). Ancora in sofferenza Banca Intermobiliare (-3,24%).

Brilla Banca Carige (+2,44%) all’indomani della presentazione dei dati dei primi nove mesi del 2017: Unipol Sai potrebbe entrare nel capitale, convertendo obbligazioni o sottoscrivendo le nuove azioni della ricapitalizzazione. Brillante Generali +1,73%.

Tra le blue chip bene Moncler (+1,39%). Yoox +0,25%. È scaduto lo scorso 22 ottobre l’accordo di lock up (divieto di vendere quote) sui 3,571 milioni azioni ordinarie di Ynap (il 4% del capitale ordinario) detenute da Alabbar Enterprises. Deboli invece Campari (-1,24%) e Luxottica (-0,53%).

CONTINUA LA FEBBRE DEL MATTONE. BENE I TITOLI MARINAI

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