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La Borsa rimbalza sulla scia di banche, Leonardo e Saipem

Wikimedia Commons - Goldmund100

Piazza Affari accantona l’ansia per il voto anticipato e recupera il terreno rispetto agli altri mercati europei, a loro volta in terreno positivo nonostante la denuncia americana dell’accordo sul nucleare iraniano. Milano risale di slancio così oltre quota 24 mila (indice attorno a 24.300) con un balzo dello 0,90%. Positivi anche gli altri mercati, grazie al propellente dei titoli energetici. Francoforte guadagna lo 0,2%, quasi piatta Parigi. Madrid +0,2%. Meglio del previsto il dato sulla produzione industriale, in marzo +5,1% anno su anno.

Cala anche la febbre sui titoli governativi in una giornata contraddistinta dalla forte offerta di carta. Lo spread Btp/Bund scende di 5 punti base a 125 da 130 punti base dell’apertura, sul livello di ieri, con il rendimento del Btp decennale a 1,84%. Prosegue la cavalcata del dollaro che si porta sui nuovi massimi dell’anno, cross euro dollaro 1,185. Tra le note dominanti della giornata spicca l’andamento dell’energia.  

Il comparto oil and gas segna alle 12 un rialzo del +2%: la decisione di Trump, gettando incertezza sull’offerta futura di greggio, ha fatto impennare i prezzi sui massimi da tre anni e mezzo attorno ai 77 dollari (+2,9%). A Milano Eni guadagna il 2,5%: JP Morgan ha alzato l target price. Tenaris +1,7%, Vola Saipem +4%. La salita del petrolio penalizza invece il comparto del turismo e in particolare le compagnie aeree, spinte al ribasso anche dai risultati poco incoraggianti del big del settore Tui -1,1%. Siemens sale del 4,2% dopo aver rivisto al rialzo la guidance nonostante la propria esposizione in Iran. 

Il calo dello spread si riflette nel miglioramento del comparto bancario. Si riprendono le banche, grazie alla riduzione del rischio Paese segnalata dalla contrazione dello spread. Indice di settore +1,3%. In rally Bper Banca +6% dopo i conti del trimestre chiuso con un forte incremento dei ricavi, +31% anno su anno a 657 milioni di euro. Margine d’interesse +7% rispetto al primo trimestre, a 293 milioni. Molto più basso del previsto il costo del rischio, a 22 punti base. Common Equity Tier 1 a regime, pari a 11,7%. La banca ritiene di potersi liberare nei prossimi tre anni di 6,4 miliardi di euro di crediti in sofferenza.

Bene anche le altre banche. Intesa +0,9%. Stamattina Credit Suisse ha rafforzato il giudizio Outperform, portando il target price a 3,70 euro da 3,60 euro. Più prudente DZ Bank che ha lasciato il giudizio Hold, target a 3,40 euro da 3,30 euro. Unicredit +1,8%. Ubi Banca +2,5%. 

In evidenza Leonardo che balza del 3,9%. Il gruppo ha annunciato ieri i risultati, che i broker ritengono sostanzialmente in linea con le attese. Gli analisti sottolineano tuttavia come il titolo tratti a sconto significativo (“ingiustificato” per Mediobanca Securities). Sale Prysmian +0,5%. L’Antitrust ha approvato l’aggregazione con General Cable. 

Tim cede lo 0,8% nonostante i risultati molto forti del Brasile e dopo che il governo italiano ha sanzionato il gruppo per 74 milioni, decisamente meno del previsto, per il golden power. Deboli le utilities. Scende Italgas -2%: Société Générale taglia il giudizio. Snam Rete Gas -0,5%, ha comunicato dati in linea con le attese, confermati gli obiettivi dell’anno.  

Nel resto del listino: 

  • Brilla con oltre +5% e volumi intensi Astaldi. Ilcda di oggi dovrebbe esaminare l’ingresso di un nuovo socio coinvolto nell’aumento di capitale, probabilmente la giapponese Ihi che sottoscriverebbe un terzo dell’operazione. Mediobanca Securities sottolinea che la notizia, se confermata, “darebbe sufficiente ossigeno ad Astaldi per procedere con il programma di dismissioni turche. Il livello di debito lordo sarebbe, post aumento capitale, sempre alto ma più sotto controllo”. 
  • Bene Fincantieri +2% e Tecnoinvestimenti +2%. 
  • Vendite anche su Saras -2% 
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