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La Borsa riacciuffa quota 26mila: boom di Banco Bpm, crolla Leonardo

Leonardo

Gli utili trimestrali delle grande banche nordamericane danno la carica a Wall Street e migliorano il sentimento già positivo in Europa. La chiusura è brillante per i listini continentali, a partire da Amsterdam +1,71%, seguita da Francoforte +1,37%, Parigi +1,33%, Milano +1,23% (nonostante il tonfo di Leonardo -7,05%), Londra +0,94%, Madrid +0,51%.

Gli acquisti si riversano inoltre sull’obbligazionario, che mostra rendimenti in calo negli Usa, ma anche nella zona euro. Lo spread tra Btp 10 e Bund di pari durata rimane poco distante dalla chiusura di ieri, a 107 punti base (-0,3%) ma si contraggono i tassi. Il decennale italiano chiude a +0,84% (da +0,9%) e quello tedesco a -0,23%.

Sul mercato dei cambi perde leggermente quota il dollaro e l’euro tenta di riportarsi a 1,16, ma tratta al di sotto di quella soglia. Spinge sull’acceleratore il bitcoin, in rialzo del 3,5% a 57.687 dollari.

A dettare l’umore dei mercati sono i numeri superiori alle attese dei colossi bancari Usa, in particolare Citigroup, Bofa, Morgan Stanley (i cui titoli sono in rialzo, in controtendenza Wells Fargo), a dimostrazione di una economia effervescente, nonostante i colli di bottiglia nelle forniture all’industria e l’inflazione che spinge. 

Dal fronte macro offrono una conferma al positivo trend economico le nuove richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione, che scendono per la prima volta da inizio pandemia sotto le 300mila. 

Sull’inflazione il dato dei prezzi alla produzione si presta a una doppia lettura, perché resta a livelli record mostrando però un incremento sotto le attese.  A settembre i prezzi sono aumentati dello 0,5% rispetto ad agosto, contro attese per un +0,6%; il dato ‘core’ è in rialzo dello 0,2% (stime +0,5%). Inoltre rispetto a un anno prima, gli aumenti sono stati dell’8,6% (stima 8,7%), l’aumento maggiore da quando sono registrate queste statistiche, ovvero dal novembre 2010, e del 6,8% per il dato “core” (stima 7,1%).

Ieri, dai verbali dell’ultima riunione della Fed, è uscita la conferma che la banca centrale potrebbe iniziare a ridurre il suo stimolo già nel mese di novembre.

Continua a salire intanto il prezzo del petrolio: il Brent tratta in rialzo dello 0,7% a 83,77 dollari al barile; il Wti sale dello 0,76% oltre 81 dollari. Cresce, sebbene a un passo più moderato di ieri, anche il prezzo dell’oro, bene sicuro contro le fiammate dell’inflazione. La meta di 1800 dollari sembra più vicina: lo spot gold sale dello 0,2% circa, a 1797,15 dollari l’oncia. Sono ben intonati i future degli altri metalli.

Nel contesto globale brilla anche la piccola stella di Piazza Affari, con le banche in spolvero dopo le perdite della vigilia. A guidare le blue chip è Banco Bpm (+4,33%), spinta dall’indicazione “comprare” di Jefferies, che evidenzia gli effetti positivi sui conti che potranno derivare dalla possibilità di tenere in casa il business assicurativo, non ancora prezzata dal mercato. La banca guidata da Giuseppe Castagna inoltre resta al centro delle speculazioni in vista di una nuova stagione aggregativa nel settore, tanto più che poco tempo fa l’ad disse che il mercato italiano ha bisogno di un’altra grossa banca accanto alle prime due e che Banca Bpm cerca di consolidarsi a livello nazionale. 

Tiene le orecchie aperte Bper +1,78%, che Jefferies ha iniziato a coprire con “hold”. Bene Mediobanca +1,49%; Intesa +1,14% (mentre l’assemblea approva la distribuzione cash agli azionisti di 1,9 miliardi di euro da riserve a valere sui risultati 2020); Unicredit +0,5%. Sale Banca Ifis, +3,03%, che ha dato esecuzione alla delibera assembleare del 23 aprile 2020 sulla distribuzione del dividendo relativo all’esercizio 2019 pari a 1,1 euro per azione.

Tra i finanziari restano in denaro Finecobank +3,7% e Nexi +2,77%. Nell’industria riprende la corsa Interpump +2,94%. Tra gli energetici si distingue Eni +1,66%.

A infliggere un brutto colpo al listino principale è invece lo scivolone di Leonardo, su cui sono piovute le vendite a seguito di indiscrezioni stampa sui suoi rapporti con Boeing. Si ritiene che il gruppo aerospaziale italiano sia il fornitore che ha segnalato al colosso a stelle e strisce una malformazione in alcune componenti in titanio del Boeing 787.

È lievemente negativa Unipol -0,19%.

Cnh chiude con un progresso dello 0,11% e recupera le perdite iniziali, dovute all’annuncio di chiusura temporanea di diversi siti produttivi in Europa a causa della carenza di componenti chiave, soprattutto di semiconduttori. Si tratta di un problema che continua a gravare sulle imprese e che sta colpendo in particolare il settore auto.

Ne sta risentendo  la Germania, su cui i maggiori istituti economici tedeschi hanno tagliato le previsioni congiunte per il 2021 a 2,4% dal precedente 3,7%. Gli istituti hanno però rivisto al rialzo le stime per il prossimo anno a 4,8% dal precedente 3,9%, aggiungendo che l’economia tedesca raggiungerà dei livelli normali di utilizzo della capacità produttiva nel corso del 2022.

Nel frattempo, l’inflazione crescerà del 2,5% nel 2022. Nel 2023, si sostiene, l’inflazione crescerà dell’1,7%.

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Categories: Finanza e Mercati