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La Borsa premia il boom di Luxottica. Il tandem Del Vecchio-Guerra funziona

“Abbiamo battuto un nuovo record in termini di generazione di cassa, circostanza che ci ha permesso di ridurre ulteriormente l’indebitamento e rafforzare la nostra base patrimoniale”. Parola di Andrea Guerra, il generale che guida le sorti, magnifiche e progressive, di Luxottica saldamente nelle mani dell’imperatore Leonardo Del Vecchio. Piazza Affari stamane festeggia i nuovi primati, dell’unica società italiana leader di settore a livello mondiale: +1,86% a fine mattina.

Nel terzo trimestre l’utile netto è infatti salito (più delle attese degli analisti) del 30,6% a 138,6 milioni di euro. Non solo. Nei primi nove mesi la società guidata da Andrea Guerra ha registrato un’utile netto rettificato dalle componenti straordinarie di 480,2 milioni (+25,4%) a fronte di un fatturato in aumento dell’8,2% a parità di cambi e pari a 5,45 miliardi. Tra gennaio e settembre l’utile operativo è invece aumentato del 20,5 a 818 milioni, ma il record più significativo è quello della generazione di cassa, salita nel periodo luglio-settembre a quota 270 milioni.

La dialettica tra Guerra e Del Vecchio, insomma, funziona. Alla vigilia del cda lo stesso Del Vecchio aveva smentito come “assolutamente falsa” la notizia che Luxottica fosse interessata alla catena Salmoiraghi e Viganò (che fa capo alla famiglia Tabacchi, ex Safilo). “L’ho saputo dai giornali”, ha tuonato il combattivo ex martinitt. Peccato che ieri lo stesso Guerra abbia confermato di essersi interessato al dossier presentato da una banca d’affari. Il gossip, addirittura, precisa che in settimana i rappresentanti della famiglia Tabacchi avrebbero definito un contratto a tappe, che prevede che in un primo momento Luxottica rilevi il 40% del gruppo, e poi in fasi successive possa arrivare a controllare un altro 40% e infine l’ultimo 20 in mano alla famiglia veneta. “Non è la prima volta che Guerra e Del Vecchio la pensano diversamente sul da farsi – rileva Sara Bennewitz di Repubblica, memoria storica delle vicende della maison di Agordo – era già successo quando Luxottica si era avvicinata alla Safilo (dove Del Vecchio era pro e Guerra contro) e sull’operazione Marcolin, porttaa all’esame di un cda di Luxottica dopo che Diego Della Valle l’aveva proposta a Guerra, e naufragata immediatamente per i niet di Del Vecchio”.

Anche stavolta, dunque, le diverse opinioni non sfoceranno in complicazioni di sorta. Per almeno due ragioni: squadra che vince non si cambia. E Luxottica è senz’altro una squadra vincente. Secondo, la governance dell’impero degli occhiali, funziona: si discute, (forse) si litiga ma alla fine le decisioni sono condivise. Basta, al proposito, ricordare le parole dello stesso Del Vecchio: ”Il nostro Andrea Guerra ha fatto crescere la Luxottica attraverso acquisizioni in tutto il mondo e gode della piena fiducia di tutti, in azienda e fuori. Eppure anche per spese di pochi milioni informa il consiglio, pretende che si discuta in più occasioni e che si sia convinti di ogni decisione”.

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