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La Borsa di Milano è la peggiore d’Europa: Mediaset maglia nera

Milano tenta il recupero in giornata, ma alla fine perde un punto percentuale, fiaccata dalle banche e da Mediaset -3,51%, con Brembo  +1,3% unica blue chip positiva. Il Ftse Mib si ferma a 20.721 punti, fanalino di coda in Europa, dove le borse di Francoforte, Zurigo, Vienna, Atene e Dublino sono rimaste chiuse per festività.

In rosso Parigi -0,66% e Londra -0,29%, mentre infuriano le polemiche dopo l’attacco terroristico di ieri, per i tagli alla polizia inglese, il tutto a pochi giorni dalle elezioni politiche dell’8 giugno. Madrid cede lo 0,19%, appesantita dal nuovo tonfo del Banco Popular -18,16%, con il rischio bail in.

Wall Street viaggia contrastata e dati macro in linea con le attese. Fra i titoli in perdita c’è Apple, a causa della decisione di Pacific Crest di retrocedere la mela a “sector weight” da “overweight”, considerando che il lancio del prossimo iPhone è incluso nei prezzi di borsa mentre i rischi non lo sono. Debole anche Tesla dopo l’addio di Toyota, che ha venduto la sua partecipazione del 3%. Pesa sui mercati l’inversione di rotta del petrolio dopo i guadagni della mattinata: Brent -1,5%, 49,2  dollari al barile. L’oro nero vive una seduta schizofrenica, legata alla crisi del Golfo persico, con il Qatar isolato da Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi e Bahrein, con l’accusa sostenere il terrorismo nei Paesi confinanti e nello Yemen, minando la stabilità della regione. L’euro perde lo 0,25 sul dollaro, 1,125.

Per quanto riguarda l’obbligazionario italiano: lo spread del decennale col Bund si ferma a 198.70, +1,38% e il rendimento sale al 2,28%. La seduta è stata caratterizzata da volumi sottili, per la festa teutonica, mentre cresce l’attesa per il meeting della Bce di giovedì, in coincidenza con le elezioni anticipate in Gran Bretagna.

Nell’azionario, a Milano, le vendite penalizzano Mediaset (-3,51%), ancora sui timori che Vivendi congeli la sua partecipazione al di sotto del 10%, per andare incontro alle richieste dell’AgCom. Il congelamento della quota del gruppo francese, pari al 29,9% dei diritti di voto, farebbe venir meno l’appeal speculativo sul titolo, legato all’ipotesi di un takeover francese. Giù anche Telecom: -0,95%.

Chiudono in calo le banche, innervosite dalla situazione del Banco Popular. Banco Bpm -2,73%; Banca Generali -2,19%; Bper -1,82%; Intesa -1,31%; Unicredit -1,42%. Giornata no per Recordati, -3,14%; Saipem -2,18%; Buzzi 1,71%; Cnh -1,36%; Poste -1,97%; Prysmian -1,56%. Assicurativi in netto calo: Unipolsai -1,98; Unipol -1,63%; Generali -1,49%. Archivia una brutta seduta Italgas -1,74%, dopo il giudizio da ‘buy’ a ‘hold’ di Hsbc. Perdite anche per A2a, -1,49%. Fuori dal paniere principale la Juventus, -11,59%, resta in fondo al listino. Scivola del 2,34% Fincantieri, ma recupera dai minimi della mattina, dopo che i ministri Pier Carlo Padoan e Carlo Calenda hanno incontrato Bruno Le Maire, ministro dell’economia del governo francese e affrontato la questione del ruolo di Fincantieri in Chantiers de l’Atlantique. Si cerca una soluzione comune in tempi rapidi.

Sugli scudi infine Maire Tecnimont, +6,47%, che ha siglato il più grande contratto di sempre per la realizzazione di una parte delle opere legate al nuovo impianto di trattamento gas di Svobodny, al confine tra Cina e Russia. Si tratta di un maxi appalto in consorzio con i cinesi di Sinopec.

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