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La Borsa chiude il 2011 in rialzo, lo spread vola oltre i 500 punti base

MILANO CHIUDE IL 2011 SOPRA QUOTA 15 MILA. VOLA LO SPREAD A 526. RISORGE PREMAFIN

Il Ftse Mib ha chiuso l’ultima seduta dell’anno in rialzo dell’1,22%, sopra quota 15 mila punti (a 15.089 punti), grazie in primo luogo alla giornata positiva dei titoli industriali. Tra i titoli, si sono messi in evidenza Exor +2,98%, Generali +2,63% e Finmeccanica +2,07%. Debole invece A2A. Di rilievo l’improvvisa resurrezione della scuderia Ligresti, piegata ai voleri di Mediobanca. Poche emozioni sugli altri listini: Parigi +0,36%, Madrid +0,22%, Londra +0,1%. Per Wall Street si profila un finale in lieve ribasso: Dow Jones -0,1%, S&P -0,04%, fa eccezione il Nasdaq +0,23%. 
Complici i volumi sottili, peggiora lo spread Btp/Bund, schizzato a 526 punti base mentre il rendimento del bond decennale italiano risale al 7,07 per cento. Intanto l’euro cade sotto quota 100 nei confronti dello yen: 99,25, il valore più basso nella storia della moneta unica.  

La prima Borsa dell’eurozona a congedarsi con il 2011 borsistico è stata Francoforte:  +0,85%, indice Dax a 5.898 punti. Dallo scorso gennaio la perdita è pari al  14,69%, Commerzbank, azionista in uscita da Mediobanca,  conquista la maglia nera: -70,73%. E’ andata peggio a Piazza Affari, cui spetta il non ambito titolo di Borsa peggiore del 2011 con un ribasso nell’ordine del 25,2%. La capitalizzazione complessiva è scivolata a fine anno a 333,3 miliardi di euro, pari al 20,9% del Pil italiano. Il titolo più scambiato è stata Unicredit con un totale di 132,7 miliardi di euro per 7,3 milioni di contratti. La maglia rosa tra i 5 titoli (su 40) del paniere principale che chiudono l’anno in attivo, spetta a Lottomatica +25,07%. In profondo rosso il comparto bancario, che ha sofferto l’acutizzarsi della crisi debitoria della zona euro e la forte pressione sulle obbligazioni italiane. Batosta anche per Finmeccanica che in un anno ha visto scendere il suo valore di oltre 66 punti percentuali. La maglia nera, nonostante il rimbalzo odierno, tocca a Fondiaria Sai -82,5%. L’unica storia di rilievo è legata proprio alla galassia Ligresti. Vola Premafin +30,63%, dopo una sospensione per eccesso di rialzo. Bene anche la controllata Fondiaria-Sai (+5%) sulle indiscrezioni di stampa secondo cui nuovi investitori capitanati dal fondo Clessidra potrebbero entrare, con l’assenso del creditore Mediobanca, nella holding che possiede il 36% della compagnia di assicurazioni, attraverso un aumento di capitale, in modo da avere le risorse per sottoscrivere la ricapitalizzazione fino a 750 milioni di euro di FonSai. In una nota la holding ha detto che “non ci sono elementi concreti di cui informare il mercato rispetto alle ultime comunicazioni”. I contorni dell’operazione restano comunque indefiniti: è probabile che l’iniezione di capitali segnerebbe la fine del controllo di Premafin da parte di Ligresti. Inoltre sembra da escludere un’eventuale Opa a cascata su Fondiaria Sai visto che si tratterebbe di un’operazione di salvataggio. Per il resto, poco mosse le banche: Intesa +0,15%, Unicredit +0,16%. In evidenza invece sono i gruppi specializzati nell’asset management, come Azimut  (+1,14%) e Mediolanum (+0,60%). Di rilievo anche il rimbalzo di De Longhi +10,43% alla vigilia dello split in due dell’azienda trevigiana. Fiat chiude un anno storto (-45%) con un rimbalzo dell1,66%. Spunti sul settore dell’energia con Eni in rialzo dell’1,46% .

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Categories: Finanza e Mercati