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La Bce medita lo stop al bazooka e i mercati fremono

L’Occidente, non solo l’Italia, frena. A salvare la crescita mondiale sono le economie emergenti. È questo il verdetto inequivocabile che emerge dal rapporto d’autunno del Fondo Monetario. Non è solo questione di congiuntura, sottolinea il capo economista Maurice Osbstfeld, ma l’effetto combinato di tante criticità, sia politiche (Brexit, l’incertezza elettorale in Usa, l’ombra del protezionismo che avanza) sia finanziarie (eccesso di debito, sofferenze, frenata degli investimenti).

Nulla di inedito, ma il risultato è pesante: gli Usa, locomotiva principale della crescita nella prima parte dell’anno, rallentano ll’1,6% contro il 2,2% stimato a luglio. Lo stesso vale per gli altri Paesi dell’area Ocse, con l’eccezione negativa dell’Italia che si ferma allo 0,8% (0,9% l’anno prossimo). Nonostante questa performance deludente, la crescita globale è confermata al 3,1% per quest’anno. Merito degli Emergenti (+4,2% nel complesso) a partire dal boom dell’India (e dell’Indonesia) e dal recupero di Brasile e Russia (rublo ai massimi da 13 mesi).

BRUSCA DISCESA DELL’ORO

Più che dall’analisi del Fondo Monetario, però, le Borse sono state ieri condizionate dalla bufera sulla sterlina e dal ribasso dello yen sul dollaro che ha recuperato posizioni anche sull’euro, a beneficio delle Borse del Vecchio Continente alle prese con i problemi delle banche. In serata il buonumore è stato guastato da una notizia rilanciata da Bloomberg: all’interno della Bce, secondo fonti anonime, sta maturando la decisione di ridurre gli acquisti di titoli (10 miliardi in meno al mese), prima della scadenza del Quantitative Easing a marzo. Immediata l reazione dei mercati: l’euro si è rafforzato sul dollaro nel finale di seduta a 1,121 da 1,115, dove era scesa ieri sull’ipotesi di un aumento dei tassi Usa.

L’oro è stato il protagonista in negativo della giornata. Ha chiuso in ribasso del 3,4% scivolando sui minimi da fine giugno. L’ipotesi di un rialzo dei tassi Usa diminuisce la sua veste di bene rifugio.

S’AVVICINA L’AUMENTO DEI TASSI USA. GOOGLE SFIDA L’IPHONE

Borse asiatiche in terreno positivo: Tokyo, stimolata dal calo dello yen, sale dello 0,5%, Hong Kong +0,6%. L’attività prosegue a ritmo ridotto in assenza dei listini cinesi, chiusi per tutta la settimana per festività. Deboli i listini Usa, in rosso per la seconda seduta consecutiva: Dow Jones industrial -0,47 %, S&P 500 -0,5%, Nasdaq -0,21%.

Sui mercati Usa hanno pesato le parole di Jeffrey Lacker, presidente della Fed di Richmond: “Se avessi votato all’ultima riunione del Fomc – ha detto il banchiere che non fa parte del comitato che vota sui tassi – mi sarei espresso per un aumento del costo del denaro. I tassi dovrebbero già essere all’1,5%”, cioè un punto in su.

Secondo le proiezioni di Thomson Reuter la stagione delle trimestrali che inizierà nelle prossime settimane, sarà povera: i profitti dovrebbero scendere dello 0,5%. Intanto Alphabet (+0,30%) ha lanciato ieri la sfida ad Apple (+0,48%): è stata presentata a San Francisco la linea Pixel, la prima serie di smartphone realizzata con il marchio Google. L’obiettivo è di creare un sistema alternativo a quello della Mela. Al centro della strategia dei nuovi prodotti l’uso della voce che attiverà una serie di servizi basati sull’intelligenza artificiale.

Sono saliti i titoli petroliferi, nella scia del rialzo del greggio. Il Brent avanza dello 0,4% a 51,1 dollari al barile, dopo un progresso ieri del 3,7%. Wti stabile a 48,8 dollari. A Milano Eni segna un progresso dello 0,6%. La compagnia statale del Mozambico, Enh, ha annunciato di aver siglato un accordo con BP ed Eni per la vendita di gas naturale liquefatto (Lng) dal giacimento South Coral, una buona notizia per la compagnia italiana che è l’operatore incaricato per il progetto. Saipem +1,9%, Tenaris +1,5%.

MILANO +0,21%, LONDRA AI MASSIMI DA 20 MESI

Giornata positiva per l’azionario europeo, che ha chiuso in deciso rialzo sull’onda del rialzo del dollaro e della frana della sterlina che ha messo le ali alla City. Stamane è prevista però un’apertura in ribasso: Londra -0,7%. Il mercato più debole ieri è stato Milano, con un aumento dello 0,21%, davanti a Madrid (+0,37%).

A frenare gli investitori sui listini periferici sono state anche le molte dichiarazioni riguardo allo stato di salute del sistema creditizio. Secondo David Bergman, analista senior di Moody’s, i prestiti a rischio accumulati dal comparto bancario in Italia, Spagna e Irlanda pesano non solo sui bilanci degli istituti ma anche sul mercato immobiliare e sulla disponibilità di credito. L’agenzia di rating ha fatto notare che circa il 50% degli Npl nelle pance delle banche europee, ossia 527 milioni di euro, derivano da questi tre mercati: Italia, Spagna e Irlanda.

Più toniche Parigi (+1,29%) e Francoforte (+1,18%). Da notare nel listino tedesco il calo di Lufthansa (-2,4%): Ryanair ha annunciato che aprirà 10 nuove rotte da Amburgo entro l’estate del prossimo anno. Il broker americano Raymond James ha abbassato la raccomandazione ad Underperform, con target price a 9 euro. In ripresa Deutsche Bank (+2,2%), mentre il prezzo dei Cds, strumenti derivati utilizzati per proteggersi dal default, scende del 3% In attesa di novità sulla multa da 14 miliardi di dollari, il gruppo ha definito un’intesa con i sindacati tedeschi per licenziare mille dipendenti.

 Anche ieri Londra, sotto la pressione del calo della sterlina (ai minimi da 30 anni) è stata la Borsa più effervescente: +1,96%, ai massimi dall’aprile 2015.

ESORDIO RECORD DEL BTP 50 ANNI: RENDIMENTO AL 2,85%

Ottimo esordio del Btp a 50 anni. Il Tesoro ha raccolto ordini per oltre 18,5 miliardi a fronte di un rendimento inferiore al 3% contro i poco più di 7 miliardi e 10 miliardi di richieste ricevute rispettivamente da Madrid e Parigi per le analoghe operazioni. Il tasso è stato fissato a 52 punti base sopra il BTp marzo 2047, che alle 14 di ieri rendeva il 2,33%. Il rendimento del titolo a 50 anni dovrebbe aggirare, quindi, attorno al 2,85%. 

Stimolare l’economia fino ad avere una crescita di +1% nel 2017 è un “obiettivo ambizioso ma realizzabile”. Così il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha replicato ai dubbi in merito della Banca d’Italia. Il Fondo Monetario, però, ha previsto per il 2017 un aumento dello 0,9%.

BREMBO SUPERSTAR. I TITOLI DELL’AUTO IN POLE POSITION

Il settore migliore nelle Borse europee è stato l’Automotive (Stoxx +2%). In grande evidenza Peugeot (+3,1%) e Bmw (+3,3%) promossa da Exane BNP Paribas da Nneutral a Outperform (target 87 euro ). Il broker è convinto che la casa compenserà il declino previsto per il 2017-18 grazie alle prospettive brillanti nei paesi emergenti e a un impatto più morbido nel dopo-Brexit. Daimler+2,6% e Volkswagen +1,4%. 

Più modesto il rialzo di Fiat Chrysler, salita dello 0,6%: le vendite del gruppo a settembre in Italia sono cresciute del 20,5% su base annua, con una quota di mercato che sale al 29% dal 28,3%.

In grande evidenza Brembo che avanza dell’1,6% e segna il nuovo record storico: domani l’azienda bergamasca prenderà il posto di Italcementi nell’indice FtseMib. 

BANCHE, ACCELERA BPM IN VISTA DEL DUELLO IN ASSEMBLEA

Sempre sotto tensione il comparto bancario italiano, in discesa dello 0,1% a fronte di un rialzo del’1% dell’indice europeo. Il settore sconta tra l’altro le incertezze sulla vendita delle quattro Good banks nate dal salvataggio di Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti.

Ieri il consiglio di Ubi , invariata, ha ribadito la posizione della banca di fronte alle condizioni poste dalla Bce.

Si è messa in luce Bpm (+2,2%), mentre si avvicina l’assemblea di metà mese per la fusione che dovrebbe vedere una alta affluenza dei soci. Nonostante l’esito del voto resti ancora incerto a causa della contrarietà da parte dei soci pensionati, diversi analisti scommettono che la fusione possa essere approvata. La promessa sposa Banco Popolare guadagna l’1,5%.

Unicredit cede l’1% circa. Gli analisti di Credit Suisse rimangono cauti sul titolo in attesa del piano mentre annoverano Intesa (+0,1%) tra i preferiti in quanto il “core business è molto profittevole sia per quanto riguarda l’attività bancaria che per il wealth management”.

Fa peggio Mps, in fondo al FTSE Mib con -1,4% circa nonostante la proroga fino al 5 gennaio del divieto, che sarebbe altrimenti scaduto oggi, alle posizioni nette corte sul titolo.

Nel risparmio gestito salgono Banca Mediolanum (+1%) e Azimut (+1,9%). 
Generali scivola in calo dello 0,25%, Unipol +2%.

LVMH TRAINA I TITOLI DEL LUSSO

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Deboli le utility: Terna -1%, Snam -1,1%, Atlantia -0,8%. Da segnalare il balzo di Cairo Communications (+7,18%).

Categories: Finanza e Mercati