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Juve-Milan è già uno spareggio e le romane vogliono approfittarne

FC Juventus

Alta tensione allo Stadium. Siamo solo alla quarta giornata, ma Juventus-Milan (ore 20.45) ha già l’aria di essere un match piuttosto importante, che può indirizzare la stagione di entrambe, in un senso o nell’altro. Classifica alla mano sono i bianconeri ad avere l’obbligo di vincere, altrimenti la vetta della classifica si allontanerebbe in modo molto pericoloso, forse addirittura irrimediabile, anche i rossoneri però si giocano molto: affermarsi a Torino, infatti, varrebbe una candidatura ufficiale per lo scudetto. “La gara è più importante per loro che per noi, i primi bilanci si faranno poi alla sosta di novembre e credo che a quel punto saremo in una posizione diversa – il pensiero di Allegri -. Il campionato è molto equilibrato, credo che non ci sia una squadra in grado di schiacciarlo, si fa presto a perdere punti, ma anche a recuperarli. Pensiamo a recuperare il terreno perso all’inizio, di sicuro faremo una bella partita”.

“Mi fa piacere ritrovare Max, grande allenatore e persona intelligente – la replica di Pioli -. Era difficile aspettarsi una Juve in questa situazione ma noi non siamo favoriti, loro hanno grandi giocatori e tradizione. Sara una gara equilibrata, importantissima per entrambe”. Entrambi gli allenatori, come spesso capita nelle conferenze stampa della vigilia, rifiutano il ruolo di favoriti, ma questa volta è difficile dargli torto. È vero che il Milan si presenta sicuramente meglio, però la trasferta di Liverpool ha lasciato sicuramente più strascichi di quella di Malmoe, inoltre ai rossoneri mancheranno sia Ibrahimovic (problema al tendine d’Achille) che Giroud (lombalgia), il che riduce di molto il loro potenziale offensivo. D’altra parte però fa quantomeno sorridere la presa di posizione di Allegri: classifica alla mano, infatti, è evidente come sia la sua Juve a dover cercare di vincere a tutti i costi, o quantomeno non perdere: i punti di distacco dalla vetta sono già 8 e questa sera, in caso di mancato successo, potrebbero essere ancora di più.

Partita delicatissima insomma, che i bianconeri affronteranno con un 4-4-2 che vedrà Szczesny in porta, Danilo, De Ligt, Chiellini e Alex Sandro in difesa, Cuadrado, Bentancur, Locatelli e Rabiot a centrocampo, Dybala e Morata in attacco, con Chiesa e Kean pronti a subentrare dalla panchina. Scelte obbligate invece per Pioli, che oltre ai già citati Ibra e Giroud deve rinunciare anche a Calabria e Bakayoko, entrambi infortunati: il suo 4-2-3-1 sarà composto da Maignan tra i pali, Florenzi, Tomori, Romagnoli e Hernandez nel reparto arretrato, Tonali e Kessié in mediana, Saelemaekers, Diaz e Leao alle spalle dell’unica punta Rebic.

Spettatrici interessate della sfida, tra le altre, le due romane, in particolare la Roma di Mourinho, che in attesa del Napoli (domani a Udine) punta a prendersi la vetta in solitaria della classifica. La trasferta di Verona (ore 18), alla luce di quanto visto sin qui, non sembrerebbe particolarmente proibitiva, se non fosse che gli scaligeri hanno appena cambiato Di Francesco con Tudor e che i giallorossi, oltre ad aver giocato giovedì in Conference, sono alle prese con gli acciacchi di Mkhitaryan (comunque convocato) e Vina (rimasto nella Capitale).

“Questa partita ha una difficoltà in più: oltre alla qualità degli avversari c’è un nuovo allenatore su cui non abbiamo referenze per il tipo di gioco che proporrà – ha confermato Mourinho -. Giovedì abbiamo cambiato molto perché mi fido di tutta la rosa, ma non è vero che siamo stati perfetti: possiamo migliorare molto, non nel risultato, ma nel modo di difendere e attaccare”. L’obiettivo di vincere la settima partita consecutiva su 7 è ambizioso, eppure lo Special One sa che si può fare, soprattutto se i suoi continueranno a seguirlo ciecamente come in questo inizio di stagione. Al Bentegodi sarà 4-2-3-1 con Rui Patricio in porta, Karsdorp, Mancini, Ibanez e Calafiori in difesa, Cristante e Veretout a centrocampo, Zaniolo, Pellegrini e Mkhitaryan alle spalle dell’unica punta Abraham. Tudor, alla sua prima sulla panchina dell’Hellas, risponderà con un 3-5-2 con Montipò tra i pali, Dawidowicz, Gunter e Magnani nel reparto arretrato, Faraoni, Hongla, Ilic, Barak e Lazovic in mediana, Lasagna e Simeone in attacco. Gara delicata anche per la Lazio di Sarri, chiamata a tornare alla vittoria (ore 18) dopo le sconfitte con Milan e Galatasaray, che hanno smorzato gli entusiasmi pre-sosta.

Anche qui, proprio come per la Roma, bisognerà fare i conti con un nuovo allenatore, visto che il Cagliari ha deciso di esonerare Semplici e affidarsi a Mazzarri. “Contro il Cagliari mi aspetto una gara difficile, è una squadra superiore per valore rispetto ai risultati ottenuti finora e con il cambio del tecnico potrebbe avere una reazione emotiva – il pensiero di Sarri, squalificato dopo il parapiglia di San Siro -. Io non mi sento in difficoltà, non ho bisogno di supporto in questo momento. Ho visto passi in avanti giganteschi a livello tattico, piano piano dobbiamo adeguarci a un nuovo modo di pensare”. Lotito però si aspetta di tornare alla vittoria già oggi, contro una squadra sicuramente inferiore sia a livello tecnico che di ambizioni: il tecnico laziale proverà ad accontentarlo con il consueto 4-3-3 composto da Reina in porta, Lazzari, Patric, Acerbi e Hysaj in difesa, Milinkovic-Savic, Lucas Leiva e Luis Alberto a centrocampo, Pedro, Immobile e Felipe Anderson in attacco. 3-5-2 d’ordinanza anche per Mazzarri, al debutto sulla panchina del Cagliari, che risponderà con Cragno tra i pali, Caceres, Ceppitelli e Carboni nel reparto arretrato, Nandez, Marin, Deiola, Grassi e Dalbert in mediana, Joao Pedro e Keita coppia offensiva.

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