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Juve in paradiso con Chiesa, Milan e Inter ko, scudetto riaperto

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La Juve rientra in corsa, ma il Milan resta primo. I bianconeri risorgono proprio nella notte più importante, quella del dentro o fuori, espugnando San Siro con una prova di forza e qualità. I rossoneri però, al netto delle numerose assenze (ieri, ai già noti Ibrahimovic, Bennacer e Tonali si sono aggiunti Rebic e Krunic, entrambi positivi al Covid), escono a testa alta e, cosa ancor più importante, mantengono il comando della classifica nonostante la sconfitta, in virtù del ko dell’Inter contro la Sampdoria. Ora la Juventus è a meno 7 dalla vetta con una partita in meno, il che vede rientrare prepotentemente nella corsa scudetto: anche ieri del resto, nonostante le assenze di Alex Sandro e Cuadrado, si è vista tutta la profondità della sua rosa, quantomai decisiva sullo sviluppo del match.

L’eroe della serata però è senza dubbio Chiesa, autore di una splendida doppietta che ha annichilito la difesa del Milan, inerme di fronte alla bellezza dei suoi tiri, ma anche agli assist di Dybala. L’ex viola e l’argentino hanno confezionato l’1-0 (18’) e il 2-1 (62’), indirizzando di fatto i 3 punti verso Torino. In mezzo il pareggio rossonero con Calabria (41’), nato però da un contatto molto dubbio tra Calhanoglu e Rabiot (ci stava il fallo, così come il secondo giallo a Bentancur nel secondo tempo), e alcune fiammate da una parte e dall’altra, con Donnarumma e Szczesny grandi protagonisti. Nella ripresa però la Juve, complici i cambi, ha messo la freccia, tanto che il definitivo 3-1 è arrivato sull’asse Kulusevski-McKennie (76’), entrambi subentrati poco prima.

“La partita è stata equilibrata, in alcuni momenti loro hanno fatto meglio di noi, così come noi abbiamo fatto meglio in altri – ha sospirato Pioli – L’episodio del 2-1 ha cambiato l’inerzia della partita e poi non siamo più riusciti a riprenderla: sette assenze sono tante, ma non abbiamo perso l’identità”.

“Era importante per noi stessi – ha replicato Pirlo – non abbiamo guardato i risultati di quelle che ci stavano sopra perché eravamo attenti e concentrati su quello che dovevamo fare noi, e l’abbiamo fatto bene. Noi guardiamo partita dopo partita, poi tra qualche mese vedremo dove saremo”.

SAMPDORIA-INTER

Il risultato di San Siro però non cambia la classifica, visto che l’Inter perde a Genova e fallisce clamorosamente il sorpasso. Sconfitta strana per gli uomini di Conte, capaci di creare tante occasioni sia nel primo che nel secondo tempo, eppure battuti dalla Sampdoria di Ranieri, al solito cinica e organizzata. E dire che l’inizio era stato promettente, con l’occasione di passare in vantaggio già al 12’: Sanchez però, presentatosi sul dischetto dopo un tocco col braccio di Thorsby, ha fallito malamente e da lì il match è girato. La Sampdoria ha avuto a sua volta un rigore per un altro fallo di mano di Barella e Candreva, a differenza dell’ex compagno, non ha sbagliato, portando i blucerchiati sull’1-0 (23’). Il raddoppio lo ha firmato un altro ex come Keita, bravo nel prendere il tempo a Skriniar e battere Handanovic per la seconda volta (38’). Nella ripresa l’Inter ha tentato in tutti i modi di compiere l’ennesima rimonta stagionale, ma non è andata oltre alla rete di De Vrij (65’) e a una serie di occasioni nel quale la Samp si è sempre salvata.

“È stata una partita un po’ strana, siamo passati dal rigore sbagliato a subire un uno-due – il commento amaro di Conte – A volte capita di perdere partite come questa, dove invece meriteresti di vincere: nel primo tempo abbiamo dominato e siamo andati sotto di due gol, la Dea Bendata si è dimenticata di noi”.

A caratterizzare la giornata nerazzurra, inoltre, la notizia pubblicata dal Corriere della Sera, secondo cui Zhang Jindong, proprietario del club, avrebbe dato in pegno le proprietà di famiglia (tra cui l’Inter, ma non il gruppo Suning) al gruppo Alibaba, colosso mondiale controllato da Jack Ma. “Il pegno è un normale accordo d’affari che non ha alcun impatto sullo sviluppo commerciale e sulla consueta attività”, fanno sapere da Suning, ma certo le voci di un disimpegno della famiglia Zhang, dopo questa notizia (confermata dagli stessi protagonisti), assumono ancor più credito.

CROTONE-ROMA

Tornando al campo, è stata un’Epifania di sorrisi per Roma, Atalanta e Lazio, tutte vincitrici nelle rispettive partite, mentre è clamorosa la caduta del Napoli, sconfitto in casa dallo Spezia. I giallorossi hanno chiuso il match di Crotone in appena 35’: tanti, infatti, ne sono bastati a Borja Mayoral per segnare una doppietta (8’ e 29’) e a Mkhitaryan per trovare il 3-0 su rigore, prima che Golemic rendesse il passivo meno pesante con un colpo di testa nella ripresa (71’).

“Abbiamo fatto una partita molto seria, soprattutto nel primo tempo, rispettando molto l’avversario che ha qualità – l’analisi di Fonseca – Ora possiamo pensare alla partita con l’Inter di domenica, sarà molto difficile ma noi vogliamo vincere”.

NAPOLI-SPEZIA

Fa molto rumore invece la sconfitta del Napoli, capitolato al Maradona contro lo Spezia, per giunta in superiorità numerica. Gli azzurri avrebbero potuto vincere il match comodamente già nel primo tempo, ma Insigne e Lozano hanno divorato occasioni da gol in serie, lasciando tutto aperto. Poi però nella ripresa, dopo l’ingresso di Petagna al posto di Politano, il Napoli sembrava aver trovato il bandolo della matassa, sbloccando l’empasse con una zampata dello stesso attaccante (58’). Nulla di più sbagliato, perché lo Spezia trovava il pareggio su un rigore di Nzola (68’) e poi, nonostante l’espulsione di Ismajli, addirittura il vantaggio con Pobega (82’), infliggendo agli azzurri un clamoroso ko.

“Non si tratta solo di sfortuna, ho detto alla squadra che quest’anno stiamo buttando partite incredibili e questo mi brucia – le parole di Gattuso – Sto vedendo un Napoli schizofrenico, se per un errore ci viene poi il braccino, è finita. Le gare si giocano fino in fondo, e invece noi alla prima difficoltà andiamo in crisi”.

ATALANTA-PARMA

Successi importanti anche per Atalanta e Lazio, con i bergamaschi in scioltezza contro il Parma (3-0) e i biancocelesti vittoriosi sulla Fiorentina, seppur con maggior fatica (2-1). Gasperini ha ritrovato la versione migliore dei suoi, tanto da potersi permettere addirittura la staffetta in attacco: il primo tempo lo ha giocato Muriel, il secondo Zapata, ed entrambi hanno trovato il gol, il primo al 15’ e il secondo al 49’. Ad arrotondare il risultato ci ha pensato il solito Gosens (61’), per un 3-0 che non ammette repliche e che è costato la panchina a Liverani, esonerato in virtù di D’Aversa, richiamato dalla nuova proprietà americana.

LAZIO-FIORENTINA

All’Olimpico invece protagonisti i soliti Caicedo e Immobile, il primo con un gran destro al volo agli albori del match (6’), il secondo con il tap-in vincente al minuto 75’. A rendere più complicato il pomeriggio laziale ci ha però pensato Strakosha, che con il suo errore ha costretto Hoedt al fallo in area su Vlahovic: il centravanti viola ha realizzato (88’), costringendo i padroni di casa a un finale in apnea.

Ora un paio di giorni di stop, dopodichè sarà già 17esima giornata. Un tour de force che toglie il fiato, in un campionato tanto complesso quanto emozionante.

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