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Italia, le sigarette illecite rubano all’erario mezzo miliardo di euro

Pixabay

Se fumare fa male, figuriamoci il danno che deriva dall’acquisto di sigarette contraffatte o di contrabbando, con tutto ciò che comporta non solo sulla salute ma anche sul fronte dell’evasione fiscale e della filiera produttiva del tabacco. Secondo i dati elaborati da KPMG e pubblicati da Philip Morris, in Italia nel 2019 la quota totale di prodotto illecito si è attestata al 3,9% del consumo totale nazionale, pari a 2,6 miliardi di sigarette. Questo ha significato mancate entrate per l’erario anche per il 2019, pari a circa 495 milioni di euro. Eppure, entrambi i dati, per quanto ancora alti e allarmanti, denotano un netto calo rispetto al 2018, quando le sigarette illecite consumate erano state 4 miliardi (dunque -35% l’anno scorso) e il mancato gettito nelle casse dello Stato ammontava a 730 milioni.

Non solo: l’incidenza delle sigarette illecite in Italia è sotto la media UE (7.9%) ed è molto simile a quella di altri grandi Paesi europei, come la Germania. A differenza di quest’ultima però, dove i volumi di illecito sono in crescita, in Italia il trend mostra appunto una diminuzione, a testimonianza dell’efficace azione di contrasto e deterrenza svolta dalle forze dell’ordine italiane. Tuttavia in Italia è in crescita un altro fenomeno, quello delle illicit whites, ovvero le sigarette prodotte legalmente all’estero, ma introdotte illegalmente in Italia, dove la loro vendita non è autorizzata. La loro diffusione in numero assoluto è diminuita, ma la loro quota nel mercato illecito italiano è salita al 35%. Tra queste, il solo brand “Regina” vale il 15% dei consumi illeciti nazionali, aggiudicandosi il primato di sigaretta illecita più venduta in Italia.

Il rapporto evidenzia, inoltre, la difficoltà di risalire al paese d’origine del contraffatto e delle illicit whites. Con riferimento ai flussi ricostruiti, il traffico principale è registrato dalla Slovenia (11% del totale, che spiega come il Friuli Venezia Giulia sia una delle due regioni con più consumo illecito, appena dietro alla Campania) e dall’Ucraina (7,7% del totale). Allo stesso tempo, lo studio ha rivelato una crescita della produzione clandestina all’interno dei confini della stessa Unione europea.

“I dati KPMG – ha commentato Marco Hannappel, Presidente e Amministratore Delegato di Philip Morris Italia – mostrano un quadro in miglioramento per l’Italia nel 2019: un risultato importante, che premia l’approccio sinergico tra gli attori del mondo pubblico e quelli del mondo privato, e che impone un ringraziamento alle forze dell’ordine per lo sforzo e l’impegno profusi a tutela dei consumatori, delle entrate pubbliche e del mercato. Dobbiamo continuare a rimanere concentrati nella lotta al fenomeno attraverso sforzi collettivi: da una parte tenendo conto di alcune tendenze preoccupanti che persistono, come il problema delle illicit whites e l’aumento delle sigarette contraffatte; dall’altra mantenendo alta l’attenzione anche sui nuovi prodotti senza combustione, dove già si registrano casi di contrabbando. Continueremo a collaborare con tutti gli attori interessati per rimanere vigili sulle nuove dinamiche del mercato illecito”.

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Categories: Economia e Imprese