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INTERVISTE DEL WEEKEND – Nicastro: “Entro l’estate vendiamo le 4 Good Banks”

“In quattro mesi abbiamo avviato il rilancio di Nuova Banca delle Marche, Nuova Banca Etruria e Lazio, Nuova Carife e Nuova Carichieti che contiamo di vendere al meglio entro l’estate”. Roberto Nicastro, trentino, 51 anni, un passato in McKinsey e soprattutto da top manager in Unicredit, non nasconde soddisfazione per i progressi delle 4 banche salvate dal Governo e di cui è presidente dal 21 novembre scorso. “Uscendo da Unicredit – dice – contavo di trascorrere un anno sabbatico, ho fatto in tempo ad andare al campo base dell’Everest ma poi mi sono ritrovato in un compito di servizio e sono molto assorbito da questa esperienza”. Ecco il suo bilancio in questa intervista a FIRSTonline.

FIRSTonline – Dottor Nicastro, qual è lo stato di salute ad oggi delle quattro banche salvate dal Governo (la Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, la Banca delle Marche, la Cariferrara e la Carichieti) che lei presiede dal 21 novembre scorso?

NICASTRO – Tutte e quattro sono oggi banche che si presentano appetibili per la loro vendita per diversi motivi. In primo luogo perché insieme formano il decimo gruppo bancario italiano per numero di sportelli e con forte radicamento nel territorio. In secondo luogo perché presenteranno bilanci senza sofferenze e più robusti delle medie del sistema. Terzo, hanno un chiaro potenziale di recupero di redditività, con crescite sui ricavi (dove la forbice tra tassi attivi e passivi è molto sotto la media), sulle quote di mercato (penalizzate dalla passata carenza di liquidità e di capitali, che ora invece hanno) e di efficientamento. Infine – e questo è il quarto motivo – da novembre 2015 le quattro Good Banks sono commercialmente ripartite, come testimonia il fatto che sono stati concessi o rinnovati fidi per 2,5 miliardi di euro a 17 mila piccole aziende e che sono stati erogati mutui per mezzo miliardo di euro.

FIRSTonline – E’ soddisfatto del lavoro di questi primi quattro mesi alla presidenza delle quattro banche?

NICASTRO – Sì, perché i progressi sono oltre le aspettative e in soli quattro mesi abbiamo prima stabilizzato il quadro che tutti ricordiamo e poi avviato un bel rilancio delle quattro banche.  Si trattava di rimettere le banche rapidamente al servizio dei propri territori. Banca d’Italia, le istituzioni, i team manageriali e i nuovi organi societari non hanno risparmiato energie ed il lavoro si è innestato su una precedente profonda opera di molti commissari; grazie  ai capitali e alla liquidità disponibile, le banche hanno potuto “ricominciare a fare le banche” a beneficio dei territori. Per questo dobbiamo soprattutto essere grati ai 6.000 colleghi che hanno reagito con forte impegno ed in un contesto non facile. Ora siamo pronti a completare l’opera, con il collocamento sul mercato nei tempi dettati dalla Ue.

FIRSTonline – Le venderete una per una o in blocco? E finora quante manifestazioni di interesse sono arrivate?

NICASTRO – Possiamo venderle in blocco o una per una: dipenderà dalle offerte che riceveremo. E’ un’operazione in cinque atti: aperto il bando di vendita, abbiamo ricevuto un buon numero di manifestazioni di interesse, abbiamo poi inviato agli interessati un teaser di vendita di una ventina di pagine, ricevuto le conferme di interesse; nella seconda metà di marzo entreremo nel vivo e metteremo a disposizione per ognuna delle 4 banche un information memorandum inclusivo dei dati di bilancio 2015 che stiamo finalizzando in questi giorni. La Procedura di Risoluzione, novità assoluta non solo in Italia, prevede molteplici scrutini sul bilancio di ciascuna banca, da parte dei commissari, dei valutatori indipendenti, dei revisori, oltreché degli organi di gestione e controllo.

FIRSTonline – In concreto da quando le 4 banche saranno sul mercato?

NICASTRO – Si parte da aprile, quando potranno essere presentate offerte preliminari e non vincolanti  d’acquisto. Poi scatterà la due diligence e, come già detto,  contiamo di vendere entro l’estate.

FIRSTonline – Chi comprerà? Soggetti italiano o stranieri? Banche o non solo?

NICASTRO – Per ora si sono fatti avanti soggetti italiani, europei e anche extraeuropei. Si tratta principalmente di banche e fondi di private equity  interessati dal poter acquistare banche senza  sofferenze, con bilanci robusti e superscrutinati, senza laccioli di  governance, profondamente radicate in territori prosperi nel cuore dell’Italia. Loro possono fare un buon affare, noi vogliamo ricavare il massimo, senza fare sconti a nessuno.

FIRSTonline – Presidente, quanti sono i risparmiatori truffati dalle quattro vecchie banche?

NICASTRO – L’effetto della Risoluzione sui detentori di subordinate è stato molto acuto ma per fortuna anche circoscritto. In totale i risparmiatori con questi bond sono 10.500, di essi circa 1.000 colpiti molto severamente. Solo un esame caso per caso può dire quanti sono i casi di truffa. Sta all’arbitrato dell’Autorità Anticorruzione di Cantone accertarlo, ma posso dire che le tipologie di obbligazionisti subordinati delle vecchie banche sono tre: 1) i risparmiatori che hanno acquistato bond subordinati delle 4 banche senza ricevere un’adeguata informazione dei rischi e senza l’indispensabile trasparenza; 2) i risparmiatori che li hanno acquistato  nella piena consapevolezza dei rischi; 3) i risparmiatori che hanno acquistato le obbligazioni subordinate prima del 2008 , in un momento in cui il rischio oggettivamente attribuibile a questi titoli non era altissimo, ma quindi con un impatto  retroattivo della normativa europea. L’arbitrato valuterà caso per caso. Le nuove banche si faranno trovare pronte con i dossier a disposizione dei risparmiatori che richiederanno gli indennizzi.

FIRSTonline – Che ne è della richiesta di 480 milioni che avete avanzato a 76 ex dirigenti delle vecchie banche? Possono diventare nuove risorse per rimborsare i risparmiatori truffati?

NICASTRO – E’ una richiesta che riguarda responsabilità relative alla vecchia Banca Marche e alla vecchia Cariferrara. Sulle  due banche di commissariamento più vicino le procedure sono invece  partite di recente: per la vecchia Carichieti  la pratica è nell’imminenza dell’iter giudiziario, per la Vecchia Etruria il Commissario sta lavorando al parere base per l’azione. Ciò può aumentare non poco le cifre. L’ammontare complessivo e la tempistica delle risorse recuperabili dipenderà dalla magistratura e dalla disponibilità  a transare. Ricordo il caso Parmalat…. Come già detto, sarebbe bello che questi ricavi potessero aumentare le risorse per i risparmiatori.

FIRSTonline – Quando finirà la sua missione alla testa delle 4 banche?

NICASTRO – Non appena completate le operazioni di vendita delle quattro banche: direi dopo l’estate.

FIRSTOnline – Rispetto al suo precedente lavoro di top manager di Unicredit s’è divertito di più o di meno?

NICASTRO – Quello che sto svolgendo è un lavoro diverso dal precedente, anche appassionante, pieno di concrete e svariate sfide quotidiane, parecchie inedite e non solo per me. E’ anche un progetto non privo di tensioni e incognite, non tanto e non solo per  la rabbia che comprendiamo dei risparmiatori, quanto per le molte strumentalizzazioni, per la carenza di spirito collettivo del sistema e per le incertezze del nuovo quadro legale. Ho però la fortuna di lavorare con un team di persone competenti ed entusiaste.

FIRSTonline – Che farà in futuro? Le piacerebbe restare al servizio delle istituzioni o pensa di tornare in banca?

NICASTRO – Vorrei completare il mio anno sabbatico, come mi era ripromesso dopo Unicredit. Allora ho potuto staccare solo due mesi dopo anni e anni molto impegnativi. Ho fatto in tempo ad andare al campo base dell’Everest, come sognavo da una vita, Poi mi sono rimesso subito al lavoro. 

FIRSTonline – Dottor Nicastro, Lei ha spesso criticato in passato l’over-regulation bancaria dell’Europa: non crede che uno dei principali difetti sia quello di mettere sullo stesso piano grandi e piccole banche, penalizzando di fatto le banche locali che in un Paese di piccole aziende come l’Italia sono essenziali nel rapporto tra credito ed economia reale?

NICASTRO – Regole a getto continuo non fanno bene alla vita delle banche, ma quello che soprattutto manca nella regolamentazione bancaria è una visione completa, a 360 gradi delle banche: si continua a regolamentare rispondendo più alle istanze di singoli stakeholder che a  una visione generale e lungimirante del credito e della crescita. Tutti vogliono la botte piena e la moglie ubriaca e la demagogia che avvolge le banche non aiuta a trovare soluzioni equilibrate. C’è chi pretende che non  si concedano più soldi o garanzie pubbliche per  salvare o supportare le banche, chi vuole che le banche escludano ogni rischio per i risparmiatori; chi reclama più credito per imprese e famiglie, e magari anche piena flessibilità per i ritardi di rimborso. Nel frattempo le borse non a caso premiano le banche che evitano di fare credito: questo dovrebbe far riflettere tutti. Di fronte a tutto ciò l’Europa non ha ancora trovato una politica bancaria equilibrata che non pensi solo alla stabilità ma anche allo sviluppo dell’economia.  Volere zero rischi significa accettare zero crescita: sembrerebbe banale…..

FIRSTOnline – Che cosa bisognerebbe fare per invertire la rotta?

NICASTRO – L’agenda del Financial Stability Board e di Basilea a 8 anni dalla sua creazione va urgentemente aggiornata, altrimenti prosegue una regolazione autistica. A ciò si aggiunge purtroppo anche una palese macroscopica incoerenza in tema di leggi sugli aiuti di Stato. La severità del bail-in per evitare aiuti di Stato può anche essere accettata, ma male si coniuga col fatto che per esempio metà del sistema bancario tedesco è in mani pubbliche. Anche il tema della proporzionalità va ben ragionato.

FIRSTonline – Il Governo Renzi ha riformato prima le banche popolari e ora le Bcc,  ha salvato 4 banche in crisi e ha cercato di accelerare con le bad bank il recupero dei crediti difficili: qual è il suo voto alla politica bancaria del Governo?

NICASTRO – Non tocca  certo a me  dare i voti ma i fatti che lei ha elencato sono sotto gli occhi di tutti: vanno apprezzati il coraggio e la risolutezza in un contesto avvelenato da populismo e demagogia, sempre più veri nemici della crescita. I poteri decisionali reali stanno ormai sempre più a Bruxelles, Francoforte, Basilea e Strasburgo ed è lì che le nostre istituzioni e il nostro sistema paese devono giocarsi le partite più importanti con savoir faire e alleanze intelligenti.

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