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Intervento Bce: “Un mero palliativo”. Il giudizio in arrivo da Lisbona

L’intervento della Banca centrale europea nel mercato del debito sovrano è un mero “palliativo” secondo alcuni analisti portoghesi. L’acquisto di obbligazioni italiane e spagnole è quasi un ostacolo alla presa di decisioni più importanti per combattare l’inefficacia delle attuali misure a lungo termine. “L’intervento è troppo aggressivo e queste forti misure non sono sostenibili a medio termine”, ha detto Pedro Lino, il presidente della consulenza.

Lino si riferisce all’annuncio del fine settimana della Bce di “implementare attivamente” un programma di acquisto di obbligazioni sovrane nel mercato secondario. Ovvero, comprare titoli di stato italiani e spagnoli.

“Se l’Unione europea non compromette con politiche economiche e fiscali a medio termine – ritiene l’analista – qualsiasi intervento avrà solo un effetto momentaneo nel mercato”. Per questo è necessario un “cambiamento strutturale” nella politica economica europea. E’ necessario trovare un “nuovo piano di stabilità e crescita (Pec) che abbia un orizzonte temporale di almeno due anni”, invece di azioni in funzione del “calendario elettorale”, ha dichiarato Pedro Lino.

Questa opinione è ugualmente condivisa da Filipe Garcia, amministratore delegato di Informazione dei Mercati finanziari (Imf), leader nella consulenza finanziaria del Paese lusitano, secondo il quale “gli interventi recenti della Bce nel mercato secondario del debito non sono stati altro che un palliativo e non hanno risolto il problema di fondo”. Nel breve termine, l’intervento della Banca centrale “calma i mercati, ma non riduce la pressione sull’Eurozona e non impedisce nemmeno il deterioramento delle condizioni di finanziamento degli altri emittenti dei Paesi in causa, che non siano gli Stati”.

Anche secondo Pedro Lino, le misure straordinarie della Bce e le azioni del Fondo europeo per la Stabilità finanziaria (Fesf), “non risolvono nulla, sono appena un sollievo momentaneo nel sentimento dei mercati”. Davanti a questo scenario, Filipe Garcia sostiene che “solamente l’implementazione rapida delle decisioni del vertice del 21 luglio e l’assunzione di un cammino verso un federalismo finanziario o informale, potrebbero diminuire le pressioni sulla zona euro”. Ma l’economista riconosce che i tempi burocratici di Bruxelles “non sono compatibili con quelli delle economie e dei mercati”, per cui “solo la Bce a questo punto, può fare qualcosa”.

Fonte: economico.sapo 

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