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Inter ferma il Napoli: testa a testa

Tanto rumore per nulla. Napoli-Inter è finita con il risultato meno atteso ma forse, col senno di poi, più logico. Le due migliori difese del campionato non si sono fatte male, il calcio offensivo degli azzurri ha finito per scontrarsi con il solito grande Handanovic e con un calo fisico inevitabile dopo le fatiche di Champions, l’organizzazione tattica dei nerazzurri ha finito per imbrigliare la manovra dei più quotati avversari. Guai però a pensare che si sia trattato di uno 0-0 scontato e noioso: il match del San Paolo ha vissuto su ritmi importanti dall’inizio alla fine e solo le parate dei portieri (Handanovic in particolare ma anche Reina) hanno negato al pubblico la gioia del gol. “E’ straordinario, forse il più forte portiere del mondo in questo momento, ma in generale abbiamo trovato di fronte un’intera squadra molto solida – il commento di Sarri. – Dal punto di vista delle palle gol sono due punti persi anche se a volte c’è mancata un po’ di lucidità. Spalletti dice che sarei diventato Ministro dell’economia? Beh, lui allora della difesa…”. Soddisfazione ancora maggiore in casa Inter, dove la striscia d’imbattibilità è rimasta tale anche dopo il durissimo scoglio del San Paolo. “A questi calciatori vanno fatti i complimenti: continuate a dirci che siamo fortunati, ma la mia vera fortuna è allenare questi ragazzi – le parole di Spalletti. – Sanno fare il loro mestiere, sanno dove vogliono andare e oggi sono venuti qui a giocare una buonissima partita. Che poteva anche essere giocata anche meglio. A volte i giocatori del Napoli sembrano i figli di Goldrake, per le cose quasi incredibili che fanno, e giocare contro di loro non è facile. Dobbiamo ancora imparare tanto, perché in alcune situazioni potevamo anche fare gol, ma abbiamo anche fatto dei passi in avanti importanti”. 

Tra i due litiganti spera di godere la Juventus, pronta ad approfittare del pareggio del San Paolo per accorciare la classifica sia sul Napoli che sull’Inter. Tutto ciò però è ovviamente legato alla partita di Udine (ore 18), che i bianconeri (di Torino) non possono e non vogliono sbagliare per nessun motivo. Questione di classifica, ma anche di morale: le ultime prestazioni (1 punto raccolto tra Atalanta e Lazio, più una vittoria poco convincente in Champions) hanno lasciato l’amaro in bocca a un ambiente poco portato alla pazienza. “Questa è una tappa fondamentale per noi – ha spiegato Allegri senza giri di parole. – Sarà una partita difficile contro una buona squadra, fisica e affamata di punti. Il nostro è un momento delicato, però è arrivato il momento di stringere i denti almeno fino alla prossima sosta e portare a casa più vittorie possibili”. Le difficoltà attuali, in effetti, sono figlie di un calo di forma collettivo che ha diverse spiegazioni, ragion per cui almeno per le prossime partite bisognerà mettere da parte il fioretto e giocare di spada. Allegri, da sempre amante del pragmatismo più che dei risultati, lo sa bene ed è pronto a espugnare Udine con il miglior 4-2-3-1 possibile: Buffon in porta, Lichtsteiner, Rugani, Chiellini e Alex Sandro in difesa, Pjanic e Khedira a centrocampo, Douglas Costa, Dybala e Mandzukic sulla trequarti, Higuain in attacco. 4-3-2-1 invece per Delneri, che proverà a fare lo sgambetto alla sua ex squadra con Bizzarri tra i pali, Larsen, Danilo, Nuytinck e Samir nel reparto arretrato, Behrami, Barak e Fofana in mediana, Jankto e De Paul a supporto dell’unica punta Maxi Lopez.

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