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India continua a crescere: il Pil rimbalza dell’8% nel 2021 nonostante le riforme mancate

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Il Pil dell’India è rimbalzato dell’8,2% su base annua nel 2021, dopo una pesante contrazione del 7,0% nel 2020. È quanto emerge da un report di Atradius, secondo cui le chiusure e le interruzioni delle attività legate al Coronavirus hanno ancora ostacolato la crescita nel primo semestre, ma con l’allentamento delle restrizioni l’attività economica ha ripreso a crescere dalla seconda metà dell’anno. Tassi d’interesse più bassi, maggiore spesa pubblica e un’accelerazione delle vaccinazioni hanno sostenuto il consumo interno.

Le sfide politiche per il governo

L’indebolimento del trend economico degli ultimi anni, l’aumento dei prezzi del carburante e la crescente insoddisfazione per la risposta del governo alla pandemia rappresentano le sfide politiche per l’amministrazione corrente. In segno di crescente pressione politica, dopo le manifestazioni degli agricoltori Modi ha annunciato lo scorso 19 novembre che avrebbe abrogato le controverse leggi di riforma agricola, che miravano a liberalizzare i mercati. Tuttavia, un’opposizione frammentata e un limitato appeal nazionale per la maggior parte dei partiti di opposizione significa che è improbabile che il BJP veda una seria sfida. Nel frattempo, le relazioni India-Cina rimangono tese tra le questioni di confine e il rinnovato impegno dell’India per il Quadrilateral Security Dialogue che include gli USA e i legami di difesa rafforzati con Australia e Giappone. Sul fronte commerciale, è improbabile che l’India aderisca al RCEP a causa delle preoccupazioni di un enorme afflusso di importazioni da omologhi regionali più competitivi. Invece, l’India cerca di rilanciare i colloqui commerciali con l’UE e un potenziale accordo di libero scambio con gli USA.

India: le previsioni economiche per il 2022

Secondo le previsioni, nel 2022 il PIL indiano crescerà di circa l’8%. Tuttavia, nonostante l’obiettivo del governo di completare il rollout della vaccinazione entro la fine del 2021, al 31 dicembre solo il 64% della popolazione adulta indiana era completamente vaccinata. Nei prossimi mesi, lo slancio della crescita economica del Paese dipenderà dalla capacità di contenere la diffusione del coronavirus e di continuare il processo di vaccinazione. Gli analisti si aspettano che la crescita dei consumi interni acquisti slancio dopo il secondo trimestre del 2022, dato che a quel punto si calcola che circa l’80% della popolazione sarà completamente vaccinata. Ciò dovrebbe sostenere i consumi privati, che quest’anno dovrebbero aumentare di oltre il 10%. Gli investimenti sono cresciuti di oltre il 16% nel 2021 e dovrebbero aumentare ulteriormente nel 2022, di circa il 7%. Attenzione però ai bilanci ancora indeboliti delle imprese e delle istituzioni finanziarie, che rappresentano un rischio reale di rallentamento.

Prima della pandemia, la domanda interna privata era diminuita sulla scia delle riforme attuate, tra cui la de-monetizzazione delle banconote nel 2016 e l’attuazione dell’imposta su beni e servizi (GST) nel 2017, portando la crescita del PIL a rallentare dall’anno fiscale 2017 e raggiungere il 4% nell’anno fiscale 2019. Coface ritiene che la ripresa sia dei consumi che degli investimenti rimarrà graduale nonostante i persistenti rischi al ribasso. Dal lato dell’offerta, il settore manifatturiero (16% del PIL) è rimbalzato solidamente con la produzione già tornata al livello pre-pandemia, mentre i servizi (50% del PIL) sono stati resilienti, guidati dai servizi software (5% del PIL).

Il bilancio pubblico

La spesa pubblica è aumentata a causa della pandemia, e il deficit di bilancio aumenterà a circa il 7% del PIL nell’anno fiscale 2021/2022 (aprile 2021-marzo 2022). Si parla di un programma di consolidamento fiscale del governo per quest’anno, anche se gradualmente. Le entrate dai mancati investimenti, la monetizzazione dei beni del settore pubblico e una base imponibile ampliata contribuiranno probabilmente a ridurre il deficit al 6% del PIL nell’anno fiscale 2022/2023. Nel 2021, l’inflazione ha oscillato nella forbice obiettivo della RBI, tra il 2% e il 6%, consentendole di mantenere la propria politica monetaria accomodante. Tuttavia, l’impennata dei prezzi globali dell’energia e le interruzioni dell’offerta ancora in corso spingono verso l’alto i prezzi dei fattori produttivi. Ciò potrebbe spingere la RBI a un moderato aumento dei tassi di interesse nel corso dell’anno.

La rupia

A questo proposito, per sostenere l’economia durante la pandemia, la Reserve Bank of India (RBI) ha preso misure per sostenere il tasso di cambio e fornire liquidità al mercato. Sono state rese più semplici le procedure per l’offerta di nuovi prestiti e la classificazione dei prestiti esistenti. Si prevede un leggero deprezzamento della rupia rispetto al dollaro nel 2022 e nel 2023, a causa dell’inflazione relativamente alta (previsione del 5% nel 2022). A questo deprezzamento contribuirà anche un graduale rafforzamento del dollaro (in vista di una politica monetaria più restrittiva della Federal Reserve statunitense). Allo stesso tempo, le grandi riserve di valuta estera sosterranno la valuta indiana per evitare una eccessiva volatilità. La situazione di liquidità di Nuova Delhi rimane buona, con riserve internazionali a quasi undici mesi di copertura delle importazioni, coprendo ampiamente sia il fabbisogno di finanziamento esterno che il debito estero a breve termine.

In India banche sotto pressione

Nonostante ciò, il settore bancario indiano rimane sotto pressione a causa di un volume piuttosto elevato di attività non performanti (NPA). Queste sono concentrate nelle banche pubbliche, che rappresentano più del 70% del settore bancario. Gli NPA sono cresciuti nel 2020 a causa dell’impatto negativo della pandemia. Per rafforzare il settore e migliorare l’adeguatezza del capitale, dieci banche del settore pubblico sono state fuse in quattro con effetto dal 1° aprile 2020. Il ministero delle finanze ha versato circa 1,6 miliardi di euro in quattro banche del settore pubblico che sono sotto l’azione correttiva della RBI, al fine di migliorarne la salute finanziaria. Il rapporto NPA lordo delle banche indiane è migliorato al 6,97% a fine settembre 2021, rispetto al 7,32% a fine giugno 2021 e al 7,36% a fine settembre 2020. Tuttavia, la stretta monetaria nel 2022 potrebbe frenare le capacità delle imprese di far fronte ai debiti contratti, influenzando negativamente la redditività delle banche.

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