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In Borsa risorgono banche e utilities ma occhio anche a Fca

Imagoeconomica

In vista delle elezioni di novembre, i Repubblicani giocano di nuovo la carta di Wall Street. Ieri il partito di Donald Trump ha annunciato un nuovo taglio delle tasse, con l’obiettivo di sostenere il rally dei mercati, alimentato da buy back e dividendi super. La notizia ha favorito un rimbalzo, timido, di Wall Street, reduce da quattro sedute in rosso. Ma restano le preoccupazioni per la prossima raffica di dazi contro la Cina, per altri 267 miliardi di dollari, destinati a colpire come un boomerang Apple e altri Big della tecnologia.

Secondo Deutsche, tra le merci ancora non colpite ci sono smartphone (43 miliardi di dollari), pc e i Pad (37 miliardi), oltre a 12 miliardi di giochi elettronici. Di qui il conflitto tra la Mela, che segnala il rischio di forti aumenti per i consumatori Usa, e Trump che replica: “Basta che decidano di produrre l’iPad in Usa”.

IN VISTA UN NUOVO INCONTRO TRA KIM E IL PRESIDENTE USA

In questa cornice, i listini asiatici aspettano e mettono a segno, in sintonia con gli Usa, un modesto rimbalzo.

Hong Kong +0,1%, indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen +0,2%.

Il dollaro si rafforza per il quarto giorno consecutivo a 6,86 sullo yuan.

In lieve calo la Borsa della Corea del Sud, indice Kospi -0,2%, dopo l’annuncio, da parte della Casa Bianca, di un nuovo incontro tra Donald Trump e Kim Jong Un.

Più robusto il rimbalzo della Borsa di Tokyo. L’indice Nikkei sale dell’1,1% nel finale di seduta, grazie alla spinta delle società legate alla domanda domestica. Il colosso dei chip Reneas ha annunciato l’acquisto di Integrated Devices Technology per 6,7 miliardi cash.

Lo yen si indebolisce su dollaro a 111,4. L’euro riparte da 1,160 su dollaro, la giornata si è chiusa con un rialzo dello 0,4%. Ancora su stamane la sterlina a 1,3032 sul dollaro.

LE TARIFFE COLPISCONO APPLE E BOEING. IN CALO ALIBABA

Wall Street ha chiuso ieri sera in parziale rialzo, dopo quattro giorni consecutivi in discesa. S&P500 +0,2%, Nasdaq +0,3%. Il Dow Jones, in calo dello 0,2%, è stato zavorrato dalle società più esposte alle guerre commerciali: Boeing -2,5%.

Soffre anche Apple (-1,3%). Più pesante il calo di Alibaba (-3,7%) dopo l’annuncio del ritorno, tra un anno, sulla notizia dell’uscita di scena, tra un anno, di Jack Ma, il fondatore. Daniel Zhang, il numero due della società e direttore generale, prenderà il suo posto.

PETROLIO ANCORA IN SALITA. UBS PROMUOVE SAIPEM

Il petrolio Brent tratta a 77,5 dollari il barile, terzo giorno consecutivo di rialzo. Wti a 67,58. In Libia, ieri c’è stato un attentato alla sede della compagnia petrolifera nazionale a Tripoli, ma la produzione non si è fermata o ha subito rallentamenti.

In Piazza Affari sale Saipem (+3,4%) riavvicinandosi al prezzo record del 2018 della settimana scorsa segnato a 4,85 euro. Agli acquisti contribuisce anche la decisione presa da Ubs di alzare il target price a 4,90 euro da 3,40 euro. Il potenziale di rialzo è del +45% circa.

Eni +1,1%. Con il balzo della produzione annunciata dal giacimento di Zohr, l’Egitto diventa il primo Paese produttore di idrocarburi per la società.

Arretra invece Tenaris (-0,96%), tra i pochi titoli ieri in rosso.

MORGAN STANLEY PROMUOVE “TATTICAMENTE” I BTP

Compra Btp, vendi la carta spagnola. È l’operazione “tatticamente” suggerita ieri mattina da Morgan Stanley ai suoi clienti. Il broker ha reso atto delle parole del ministro Giovanni Tria al forum Ambrosetti, da cui hanno tratto la convinzione che per la prossima legge di bilancio, prevista per il 27 settembre, il governo punterà ad un rapporto deficit/Pil intorno al 2,2%. In questo caso, secondo MS, il Btp potrebbe recuperare altro terreno dopo aver già ridotto lo spread dal picco di agosto (175 punti) a 146. Di qui il consiglio di vendere i Bonos e di puntare sui Btp. Ma a breve, vista la mole del debito italiano.

MEDIOBANCA: LO SPREAD SCENDERÀ A 220 PB

Il report di Morgan Stanley ha interpretato il sentiment generale del mercato. Mediobanca ritiene che lo spread scenderà fino a circa 220 punti base, anche se il valore corretto, quello espresso dai fondamentali dell’Italia, dovrebbe essere compreso tra 100 e 150 punti base. La politica vale circa 70 punti base in più di spread.

L’appuntamento più importante in calendario stamane è alle 11, con la pubblicazione dell’indice Zew sulle prospettive dell’economia della Germania.

PIAZZA AFFARI SFIORA 21 MILA PUNTI

La Borsa di Milano (+2,30%) ha sfondato ieri il muro di 20.900 punti (20.919 alla fine). Secondo Morgan Stanley, le azioni italiane hanno un potenziale di rivalutazione intorno al +12%, a partire dai bancari. Titoli preferiti: Mediobanca, UniCredit e Intesa.

Positive anche le altre borse europee, sostenute nel pomeriggio dall’apertura brillante dei mercati Usa: Francoforte +0,24%; Parigi +0,33%; Madrid +1,12%; Zurigo +1,03%.

STOCCOLMA +0,37%. MA VOLVO RINVIA L’IPO

Sale anche Stoccolma (+0,37%): la destra populista ha guadagnato posizioni ma non ha sfondato. L’azionista cinese Geely ha deciso di rinviare la quotazione di Volvo all’anno prossimo: pesano le incertezze sul fronte dei dazi Usa.

Piatta Londra (+0,01%), vola la sterlina (0,891 sull’euro) spinta dalla prospettiva di un accordo sulla Brexit “realisticamente” entro i prossimi due mesi, secondo quanto prevista dal capo negoziatore Ue, Michael Barnier. La divisa britannica si apprezza sul dollaro, ma anche sull’euro, con il cambio in area 0,891. La moneta unica sovrasta invece il biglietto verde e il cross torna in zona 1,16.

PRONTO IL DEBUTTO DI ASTON MARTIN

È stata confermata la prossima Ipo di Aston Martin. Il gruppo inglese, che ha come azionista di rifermento Investindustrial, ha confermato la quotazione a Londra con un flottante minimo del 25%. L’operazione da 5,5 miliardi di euro coordinata da Deutsche Bank, Goldman Sachs e JP Morgan.

L’Eurostoxx 50 ha guadagnato lo 0,9%. Per la prima volta dopo 25 settimane consecutive di deflussi di capitale dall’Europa, -40 miliardi da inizio anno, la settimana scorsa si è registrata un’inversione di tendenza: +300 milioni di dollari di investimenti.

SCENDE IL CDS SULL’ITALIA. IN ARRIVO 7,75 MILIARDI DI BTP

Giornata di recuperi per i titoli del debito italiano, in vista delle prossime aste (si comincia mercoledì con i Bot a 12 mesi).

Rispetto ai 250 punti base di venerdì scorso in chiusura la forbice di rendimento tra Btp e Bund decennali si è ristretto al di sotto dei 235 centesimi, con un tuffo a 233,6 punti base, record dal 2 agosto.

Parallela al rientro dello scarto di rendimento su Germania, la flessione dei derivati credit default swap, che assicurano dal rischio di insolvenza sovrana, con il contratto a cinque anni intorno a 222 centesimi.

Giovedì il Tesoro ritorna sul mercato con 7,75 miliardi divisi su 3 linee (3,7 e 30 anni). Si tratterà di un importante test per saggiare la domanda in particolare dall’estero.

BANCHE SUPERSTAR, VOLA MPS

Giornata di gloria per i bancari italiani, con l’indice di settore in rialzo del 4%, ben al di sopra di quello europeo.

Ha guidato la corsa Bpm (+4,85%), davanti a Unicredit (+4,67%) e Intesa (+4,53%). Strappa Mps a +8,24%.

Mediobanca, da giorni al centro di speculazioni su possibili operazioni di M&A, si attesta a +4,4%. Stamani intanto fonti hanno riferito che Unicredit è orientata a non dare in anticipo la disdetta del patto di sindacato.

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Fuori da listino principale Banca Intermobiliare, che la settimana scorsa ha approvato il piano strategico al 2021, schizza su del 26,76%.

LEONARDO AL TOP. IL FONDO TIGER PUNTA SU MANLEY

Non solo banche. Il titolo top della giornata è stato Leonardo: +8%, a 10,42 euro, dopo l’acquisto di Vitrociset. Mediobanca Securities ha ribadito il giudizio “overweight” con target a 14 euro.

Fiat Chrysler, in rosso nella mattinata, ha invertito la rotta chiudendo in rialzo di un punto. Tiger Global, il fondo hedge guidato da Chase Coleman, ha rafforzato la sua presenza fino al 3,85% del capitale passando da 26 a 60 milioni di titoli e diventando così il quarto azionista del gruppo. L’operazione, avvenuta il 3 settembre scorso, è la prima della gestione Manley.

Tra le blue chip, ben comprata Mediaset, che sale del 4,79%. Il Biscione ha smentito l’indiscrezione di essere interessata all’acquisto del restante 48% della sua controllata Mediaset Espana, in rialzo di circa il 10% dopo una fiammata a +15%.

Brillante anche Telecom Italia (+3,4%) che si è allontanata dai minimi degli ultimi cinque anni, aiutata dalla discesa dello spread che si riflette positivamente sui titoli finanziari e su quelli altamente indebitati come Tim. Deutsche Bank ha alzato il rating sulle tlc europee a “overweight”. Il Cda ha confermato ieri l’ampio mandato ai manager per la presentazione di un’offerta all’asta 5G.

LA JUVE VIAGGIA DI RECORD IN RECORD

Positive le utility: Enel +3,5%, Snam +2,2%.

Continua la marcia della Juventus: +8,02% a 1,1522, sopra il prezzo di collocamento nel 2002.

Bene Eurotech (+7,35%) dopo risultati semestrali giudicati forti da Mediobanca Securities.

L’OLIO FRITTO È L’ARMA SEGRETA DI BIO-ON

Sull’Aim Bio-on risale a 57,70 euro per azione (+6,07%), dopo la notizia di un nuovo brevetto per realizzare plastica dall’olio di frittura.

Tra i pochi titoli in roso spicca Astaldi, che perde il 6,27%. Venerdì scorso Fitch ha tagliato il rating a ‘CCC-‘ da ‘B’ e ha messo la società in rating watch evolving.

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