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In Borsa le banche spiazzano le assicurazioni: senza rotazione e senza m&a no Toro

Mercoledì 30 aprile il ceo Mario Greco ha presentato all’assemblea delle Generali a Trieste “il miglior risultato di bilancio degli ultimi cinque anni” (1,9 miliardi di euro di utili) e ha anticipato che già nel 2014 utili e dividendi potranno ulteriormente migliorare. Anche i conti degli altri due grandi big europei delle polizze – Allianz e Axa – sono più che buoni: nel 2013 i tedeschi hanno fatto 6 miliardi di utili e Axa, pur deludendo in parte le attese del mercato, ne ha fatti 4,48 di miliardi. Ma la Borsa sembra non accorgersi.

Dall’inizio dell’anno il Leone di Trieste, che ha la miglior performance azionaria di Borsa dei big delle assicurazioni del Vecchio continente, è sotto dell’1,81%. Molto peggio stanno facendo in Borsa sia Allianz (-4,79%) che Axa (-9,69%). Degli otto principali gruppi assicurativi europei nel 2014 solo Ing (+2,29%) e Prudential (+2,13%) sono positivi: gli altri navigano in territorio negativo malgrado le Borse europee siano tutte in rialzo, con la parziale eccezione di Francoforte e di Amsterdam. Gli indici settoriali del resto parlano chiaro: in Italia il settore assicurativo è nel 2014 tra i meno performanti in Borsa (+1,89% contro +29,5% delle banche commerciali) malgrado il FtseMib (+14,84%) sia secondo solo a Lisbona in Europa e sia tra i migliori indici del mondo.

Come si spiega lo scarso appeal delle assicurazioni in Borsa? A sentire gli analisti, le ragioni sono almeno tre: il settore aveva corso parecchio l’anno scorso e quest’anno tira il fiato. Se si prende in considerazione un orizzonte temporale di 12 mesi, Generali è infatti cresciuta – da fine aprile 2013 a fine aprile 2014 – del 20,5%, Allianz del 9,5% e Axa del 27,89% e l’indice settoriale risulta in rialzo del 26,3%. La frenata è dunque di questi primi quattro mesi del 2014. Ma non c’è solo questo.

A pesare sulle performance di Borsa dei titoli assicurativi c’è anche la mancanza di appeal speculativo dovuto all’assenza di progetti di merger & acquisition che stanno mandando in orbita il big pharma e le tlc ma che certamente non interessano i grandi gruppi assicurativi europei che hanno già canali distributivi propri più che adeguati. No merger, no Toro.

Ma c’è una terza ragione che, borsisticamente parlando, azzoppa le assicurazioni e cioè la riscossa dei cugini delle banche che stanno recuperando il terreno perduto e che anche quest’anno sono in grande spolvero, soprattutto per effetto della politica espansiva della Bce. In dodici mesi l’indice settoriale delle assicurazioni presenti a Piazza Affari è salito del 26,38% ma il FtseMib del 29,9% e quello delle banche più del doppio (+66,28%).  

Paradossalmente i prezzi bassi delle assicurazioni potrebbero rappresentare un’opportunità di acquisto perché in Borsa prima o poi la rotazione settoriale arriverà. E’ quello che sperano i big delle polizze e gli investitori che hanno dato loro fiducia e che per ora devono accontentarsi di ricchi dividendi.

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