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Il voto inglese affonda la sterlina ma non le Borse

Prevale il sereno sui mercati, dopo i tre appuntamenti chiave di ieri, cioè le elezioni inglesi, la riunione della Bce e l’audizione di James Comey, ex direttore dell’Fbi al Senato americano. La settimana si chiude con una seduta positiva anche per Milano, che guadagna lo 0,38%, portandosi a 21.122 punti, con Ubi in rialzo del 3,53%. 

Gli acquisti premiano i titoli di stato italiani, nonostante stasera sia atteso il giudizio di Moody’s sul Belpaese. Attualmente il rating è ‘Baa2’, solo due gradini sopra il livello ‘junk’. Il rendimento del Btp decennale scende al 2,09% e lo spread con il Bund arretra a 182.50 (-4,40%). 

La piazza europea più tonica risulta essere Londra, +1,04%, sostenuta dal tonfo della sterlina. Sul Forex la divisa brittanica resta debole rispetto all’euro (EUR/GBP a 0,878) e al dollaro (GBP/USD a 1,274) dopo il risultato elettorale, che lascia Theresa May al comando, ma senza la maggioranza in Parlamento. L’obiettivo di anticipare le elezioni, per avviare la Brexit con basi più solide è fallito, ma la leader dei Tory tira avanti e annuncia la formazione di un governo con l’appoggio esterno degli Unionisti nord-irlandesi.

Seduta in rialzo per Francoforte +0,8% e Parigi, +0,67%. Più tiepida Madrid +0,23%. Wall Street apre cauta, poi viaggia contrastata, con il Dow che tocca nuovi record. Le parole di Comey non scuotono più di tanto gli investitori, mentre cresce l’attesa per il meeting della Fed del 13 e 14 giugno, dove un ulteriore ritocco dei tassi sembra molto probabile. Intanto, a metà seduta, il colosso delle auto elettriche Tesla guadagna l’1,52% e supera, per capitalizzazione di mercato, la tedesca Bmw, diventando la quarta casa automobilistica di maggiore valore al mondo.

Il dollaro si rafforza. Il cross della moneta unica contro i biglietto verde scende a 1,1188 (-0,15%). L’oro prosegue nella scia ribassista: -0,87%, 1267.775 dollari l’oncia. In frazionale ripresa il Brent +0,75%, 48,22 dollari la barile.

Fra le big di Piazza Affari oggi la numero uno è Ubi, con il via libera della Consob al prospetto per l’aumento di capitale da circa 400 milioni. L’operazione sostiene l’acquisto di tre delle quattro “good bank” (Banca Marche, Banca Etruria e CariChieti). La banca beneficia inoltre dei giudizi positivi di alcuni analisti. In scia a Ubi risultano ben intonati quasi tutti i bancari, fra cui Banco Bpm +2,74%, Unicredit e Intesa +0,6%, Banca Generali +1,34%. 

Seduta da incorniciare per Cnh, +3,46%, su cui Kepler Cheuvreux ha migliorato il prezzo obiettivo da 5,4 dollari a 7,2 dollari. Bene Buzzi +1,17% e Poste +1,45%. Fra i petroliferi brilla Tenaris +1,92%. Fiat guadagna lo 0,9%, nonostante Morgan Stanley abbia rivisto al ribasso (da 15 a 14 dollari) il target di prezzo. Solida Exor +1,29%. Recupera un po’ terreno Ferragamo, +1,04%. Brutta giornata per Campari, -2,21%, Brembo -2,23%, Italgas -1,96%. Fuori dal Ftse Mib si fa notare lo scivolone di Rcs, -10,97%.

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