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Il viaggio di Xi Jinping in Arabia Saudita: gli Usa, i nuovi equilibri, l’avanzata della Cina. Ecco cosa cambierà

Imagoeconomica

Il viaggio di Xi Jinping, leader della Cina Popolare, in Arabia Saudita ha segnato una tappa rilevante nei rapporti tra il gigante asiatico in cerca di espansione internazionale e uno dei Paesi più importanti del Golfo. Il principe ereditario Muhammad bin Salman, spesso chiamato con l’acronimo MbS, lo ha ricevuto con tutti gli onori: un accoglienza trionfale degna di una potenza imperiale quale la Cina ambisce ad essere sempre più. Il viaggio è servito a firmare contratti e impegni di lunga durata che stringono la collaborazione commerciale dei due Paesi ma ancor di più ad affermare nuovi equilibri geopolitici – inclusi possibili futuri sviluppi militari – in un momento in cui i rapporti tra l’Arabia Saudita e gli Stati Uniti, tradizionalmente alleati in Medio Oriente, hanno toccato uno dei punti più bassi (anche a causa della efferata uccisione del giornalista Jamal Khashoggi nel consultato saudita di Istanbul).

Inoltre, il viaggio di Xi Jinping in Arabia Saudita capita in un momento in cui gli equilibri tra Occidente e Oriente vacillano sia a causa della competizione Usa-Cina che della guerra Russia-Ucraina sulla quale Xi Jinping rifiuta di prendere una posizione netta. Comprensibile quindi che gli analisti di mezzo mondo si siano cimentati con tutti i possibili retroscena e futuri scenari sugli sviluppi del viaggio, durato tre giorni, densissimi. Vediamo allora più da vicino cosa ha cambiato il viaggio di Xi Jinping in Arabia Saudita e cosa può succedere dopo questa visita cruciale.

Il viaggio di Xi Jinping in Arabia Saudita: accordi per 30 miliardi

Il viaggio di Xi Jinping a Riyadh è stata una visita cruciale per i rapporti tra Cina e Arabia Saudita. Il re Salman bin Abdulaziz e il presidente Xi Jinping, hanno firmato un accordo di partenariato strategico che armonizza la strategia di sviluppo saudita “Vision 2030” e il progetto sulla Nuova via della seta, per un valore complessivo di circa 30 miliardi di dollari. 

Il leader di fatto del gigante petrolifero del Golfo, il principe ereditario Muhammad ben Salman si propone come l’intermediario tra Pechino e i paesi arabi, facilitando incontri tra il presidente cinese con tutti i principali leader mediorientali accorsi per l’occasione a Riad.

Durante l’incontro che si è svolta presso il palazzo reale Yamamah a Riad le parti hanno discusso delle storiche relazioni bilaterali, degli sviluppi regionali e internazionali e delle opportunità per investire le risorse disponibili in entrambi i Paesi. Sono stati siglati un memorandum d’intesa nel settore dell’idrogeno, un accordo per la cooperazione e l’assistenza legale in questioni civili e commerciali. In concreto: Huawei, il gigante delle telecomunicazioni cinesi messo al bando dall’amministrazione Usa e in molte capitali occidentali, avrà un ruolo importante per il cloud computing in Arabia. Un’azienda cinese costruirà una fabbrica di auto elettriche in Arabia. Un’altra fornirà batterie all’idrogeno “verde” per la futura smart city di MbS.

Xi Jinping in Arabia Saudita: oltre gli accordi commerciali

Nei tre gironi della sua permanenza, il premier cinese ha partecipato a numerosi incontri, sia con i leader sauditi che in forum multilaterali con altri capi di stato del Golfo e della regione araba. Una trentina fra capi di Stato e supermanager, scrive The Guardian.

Fonte Ispi

“Si tratta della terza visita all’estero di Xi dopo un biennio di isolamento per la pandemia. Nel corso delle ultime settimane il Presidente cinese è stato particolarmente attivo sul fronte diplomatico. Le visite di Xi si sono concentrate nei luoghi prioritari della politica estera cinese: al Summit della Shanghai Cooperation Organization in Asia Centrale, dove la Russia sta perdendo trazione e la Cina potrebbe espandere la propria influenza; in occasione dei vertici del G20 e dell’Apec (Asia-Pacific economic cooperation) nel sud-est asiatico, regione vicina di forte importanza economica e strategica che sempre di più sta diventando oggetto del corteggiamento internazionale; e, infine, in Arabia Saudita, nazione ricca di risorse energetiche. Il tempismo di quest’ultima visita non è casuale: i rapporti tra Riyadh e Washington sono sempre più tesi, mentre la presenza cinese nel Golfo non fa che aumentare. E alla diplomazia di Pechino non sarà sicuramente sfuggito che, come per molti altri paesi, anche per l’Arabia Saudita sarà difficile rimanere neutrale di fronte alle crescenti tensioni tra Cina e Stati Uniti. La visita di Xi non poteva essere più puntuale”.  È questa l’analisi di Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale).

La collaborazione tra Cina e Arabia Saudita: energia e partnership strategica

Basta aggiungere che:

  • la Cina è il principale partner commerciale dell’Arabia Saudita
  • l’Arabia Saudita è il principale fornitore di petrolio della Cina con 81 milioni di tonnellate esportate nel 2021. Nel 2022 Aramco ha visto aumentare del 90% i suoi profitti e il bilancio pubblico di Riad ha un attivo di 27 miliardi di dollari
  • Riyadh si è espressa favorevolmente all’utilizzo del renminbi, la moneta cinese, per il pagamento delle proprie forniture energetiche a Pechino
  • l’Arabia Saudita ha espresso interesse a diventare partner dei Paesi Bricse un interlocutore della Shanghai cooperation Organization

Il cerchio si chiude ed è facile dedurne che “Riyadh potrebbe quindi rivelarsi un partner cruciale per Pechino nel tentativo di creare un ordine internazionale al di fuori dell’egemonia degli Stati Uniti e dell’Occidente” conclude Ispi. Da un punto di vista politico la modernizzazione lanciata da MbS, autoritaria e concentrata su benessere economico, ha punti in comune con il modello cinese.

Arabia Saudita e Cina: scenari militari

L’Arabia Saudita ha ancora bisogno degli Stati Uniti per la sua sicurezza militare e ha svolto un ruolo di protagonista nella trattativa per lo scambio con la Russia tra la campionessa star del basket americano Britney Griner (prigioniera da febbraio e condannata a 9 anni di carcere duro) e il trafficante internazionale di armi russo, Viktor Bout. La vicenda si è conclusa pochi giorni fa. Ma Pechino ha già cominciato a fornire ai sauditi droni, tecnologie missilistiche, e dà un contributo per il programma nucleare di Riad. Il futuro si vedrà.

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