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Il vertice Ue spinge Borsa e euro. Faro su Fca, tonfo Mediaset

FIRSTonline

Mercati in festa dopo l’inaspettato accordo sui migranti raggiunto dal Consiglio Europeo riunito a Bruxelles. Nell’ultima seduta del secondo trimestre del 2018, azionario e obbligazionario brindano all’intesa annunciata nella notte dal presidente Donald Tusk, mentre sul fronte valutario l’euro si rafforza sul dollaro, superando ampiamente quota 1,16 (1,1643 il cambio attuale tra la moneta unica e il biglietto verde).

SPRINT DELLE BORSE EUROPEE

Piazza Affari in mattinata corre più veloce di tutti, forte di un successo italiano che, seppur lasciando aperti numerosi interrogativi, smorza le tensioni delle ultime settimane che avevano portato a scontri accesi con gli altri Paesi dell’Eurozona sui flussi migratori. A metà giornata il passo rallenta un po’ con il Ftse Mib che guadagna lo 0,9% a 21.624 punti.

Stesso andamento anche per gli altri listini europei: Parigi +1,1%, Atene +1%, Madrid +0,8%. Sale dell’1% anche Francoforte spinta dalle speranze ritrovate sulla longevità del Governo tedesco grazie alle novità sui movimenti secondari decise dal Consiglio Ue e dai buoni segnali arrivati sulla disoccupazione, rimasta stabile a giugno al 5,2 per cento. Fuori dall’Eurozona viaggiano in territorio positivo anche Londra (+0,7%) e Zurigo (+1,2%).

BENE L’INFLAZIONE, CONTINUA IL RALLY DEL PETROLIO

A dare slancio ai listini contribuiscono anche le stime di giugno sull’inflazione dell’Eurozona, ai massimi dal febbraio 2017, arrivata al tetto simbolico del 2% – target della Bce – grazie alla recente impennata dei petroliferi. Su base mensile il rialzo è dello 0,1% dall’1,9% di maggio. Il dato core, depurato dai prezzi di energia, cibo, alcool e tabacco, mostra invece un miglioramento dell’1 per cento.

Rimanendo sulle materie prime, continua il rally del Brent che tocca quota 79,15 dollari al barile (+1,4%). Le quotazioni del petrolio sono ormai ad un passo dal raggiungere il rally trimestrale più lungo degli ultimi 8 anni, con ben 4 trimestri consecutivi di crescita. Poco mosso il Wti, a quota 73,47 dollari al barile.

SPREAD IN CALO, NEWS DALLA BCE

La festa europea cominciata grazie all’accordo del Consiglio Ue sui migranti contagia anche il mercato obbligazionario ed incide sui rendimenti dei titoli di Stato italiani: il tasso sul Btp decennale scende al 2,7% (-3,8%), mentre lo spread cala a quota 239 punti base.

Secondo quanto riportato da Reuters, la Banca Centrale Europea starebbe pensando di reinvestire i titoli in scadenza a partire dal 2019, puntando soprattutto su titoli a lungo termine. L’Eurotower starebbe inoltre valutando la possibilità di deviare, anche se in misura minima, dal criterio delle quote capitale. Come sottolinea Mps Capital Services, le novità riportate dall’agenzia di stampa britannica hanno prodotto vendite sui titoli dell’area euro a breve termine (in particolare sul due anni tedesco). Fa eccezione però, il Btp a due anni italiano che presenta un tasso molto superiore agli altri titoli di pari scadenza.

A MILANO CORRONO BANCHE E FCA, CROLLA MEDIASET

Tornado all’azionario, tonico il settore finanziario, con il Ftse Italia Banche in rialzo dell’1,47%. Ampiamente positive le big del Ftse Mib: Ubi Banca, maglia rosa, sale del 3,5%, Banco Bpm del 2,7%. Intesa Sanpaolo guadagna l’1,67%, Unicredit l’1,48%.

Tonica la galassia Agnelli. Dopo le vendite delle ultime sedute Fca ingrana la quinta, salendo a metà giornata del 3,17% spinta dal rimbalzo del settore auto europeo e dalle indiscrezioni pubblicate dal quotidiano Asia Times, secondo cui il ceo di Hyundai Motor, Chung Mong-koo, starebbe aspettando un calo delle quotazioni del titolo per lanciare un’offerta sul gruppo italoamericano. Citando fonti vicine al dossier, il giornale riferisce che l’offerta sarà lanciata nel periodo compreso tra questa estate e prima dell’assemblea del maggio 2019, quando Marchionne formalmente lascerà ufficialmente la guida di Fca. Hyundai smentisce, ma resta l’attenzione sul titolo. In scia corre anche Exor (+3,1%), bene Ferrari (+0,7%) e Cnh (+0,9%).

Tra i migliori titoli del listino principale c’è anche Prysmian (+2,7%) che rialza la testa dopo i ribassi delle ultime sedute dovute ai costi aggiuntivi del cavo Westernlink e ai dettagli sul prossimo aumento di capitale. Rimbalza Stm (+2,8%).

Dai migliori ai peggiori: crolla Mediaset (-3,3%). Il Biscione paga il downgrade di oltre il 47% deciso da Morgan Stanley, che ha tagliano il rating sul titolo ad underweight dal precedente equal-weight, portando il target price a 2 da 3,80 euro. Il broker ha annunciato una view negativa su tutto il settore europeo a causa dello spostamento degli investimenti pubblicitari sulle piattaforme non tv, fenomeno strutturale che si sta già manifestando oltreoceano. La penetrazione di Netflix e Amazon, anche nel vecchio continente, manterrà sostanzialmente stabili i ricavi pubblicitari, con conseguente crollo di circa il 40% degli Eps delle reti europee dei network tv nei prossimi cinque anni. In ribasso anche Telecom Italia (-0,38%) e Salvatore Ferragamo (-0,34%).

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Categories: Finanza e Mercati