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Il Tour ritorna leggenda: le Alpi, la crono, i due fratelli Schleck e il redivivo Contador

Il Tour si decide oggi nei 42,5 chilometri della cronometro di Grenoble. Tre i candidati alla vittoria finale raccolti in appena 57 secondi dopo quasi 3.400 chilometri: tra loro non c’è il favoritissimo alla partenza, Alberto Contador che dovrebbe compiere un miracolo contro il tempo per recuperare i 3 minuti e 55 secondi di distacco dalla nuova maglia gialla Andy Schleck. In classifica l’asso spagnolo, pur avendo recuperato qualcosa nella tappa di ieri, è sesto in classifica. Tra lui e Andy Schleck ci sono Frank Schleck (secondo a 53 secondi dal fratello), l’australiano Cadel Evans (terzo a 57 secondi), l’ex maglia gialla Thomas Vockler e anche, assoluta bella sorpresa per il pedale italico, Damiano Cunego (quinto a 3’31”).

Peggio di Contador tra i big c’è solo il nostro Basso. Questa è la classifica che le Alpi hanno disegnato dopo due tappe che sono state il miglior spot per rilanciare il fascino del Tour dopo l’incolore passaggio sui Pirenei. Il Galibier giovedì, l’Alpe d’Huez ieri hanno trovato gli interpreti capaci di ridare al ciclismo quella cifra epica che l’ha fatto uno sport da leggenda. La fuga di Andy Schleck scattato sull’Izoard, schiantando Contador, ha richiamato alla memorie altre arrampicate in solitario , quelle di un altro lussemburghese, Charly Gaul, grimpeur tra i più grandi di tutti i tempi, vincitore del Tour 1958.

L’Alpe d’Huez era l’ultima occasione per Contador di riaprire i giochi: con orgoglio vi ha provato, andando in fuga per 90 chilometri ma proprio sugli ultimi tornanti della mitica Alpe, che vide trionfare Coppi e Pantani, al fuoriclasse spagnolo è venuta meno la forza. Tanto da subire l’umiliazione di vedersi raggiunto e distaccato negli ultimi due chilometri da Samuel Sanchez e dal francese Pierre Roland, gregario di Vockler, inatteso vincitore sull’Alpe. Contador, pur fallendo la tappa, ha comunque raggranellato una manciata di secondi di vantaggio sui fratelli Schleck ed Evans. Un piccolo recupero, che se non mitiga la grande delusione, consente a Contador di presentarsi oggi alla partenza della cronometro con una chance, infinitesimale che sia, di poter dire ancora la sua in questo Tour che di fatto l’ha ormai perso.

Nelle gare contro il tempo lo spagnolo è formidabile. Il percorso con due salite si adatta alle sue caratteristiche. Ma c’è anche anche Cadel Evans, abile cronoman, a puntare tutto sulla tappa di Grenoble per spezzare il monopolio dei due fratelli Schleck. E l’australiano a 24 ore dalla passerella sui Campi Elisi è il vero incubo per Andy, che dopo due secondi posti dietro Contador, sogna il grande trionfo. Se poi, per la nota vicenda del clenbuterolo, Contador fosse ritenuto “dopato” dal Tas che affronterà il caso ai primi d’agosto, Andy Scleck potrebbe essere l’unico corridore a vincere due Tour nel giro di una settimana. Comunque vada questo Tour sarà ricordato come il primo nella sua storia centenaria che abbia visto due fratelli primeggiare, in lotta per il successo finale, appunto gli Schleck, gli alfieri della Leopard. Fratelli sui pedali non sono mancati anche in altre epoche. Fausto Coppi aveva Serse che riuscì a vincere anche lui qualche corsa prima di morire tragicamente dopo una caduta nel Giro del Piemonte del 1951. In quegli anni correvano il Tour anche i due fratelli, Apo e Lucien Lazarides ma non lasciarono grandi tracce. Così anche per Jean Bobet, fratello del più celebre Louison, vincitore di tre Tour consecutivi ( 1953-54 e 55). Anche Francesco Moser, il recordman dell’ora a metà anni ’80, ebbe tre fratelli corridori ma solo Aldo, il più anziano, raggiunse momenti di popolarità. E chi mai ricorda che anche il grande Miguel Indurain ha corso con il fratello Prudencio? Mai nessuna coppia di fratelli riuscì a dominare una corsa a tappe come i due Schleck: questa Grande Boucle che oggi emetterà l’ultimo verdetto, è stato il loro Tour. Anche se Evans farà di tutto per rovinare la festa che sta preparando il Granducato ad Andy e a Frank.

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